Fa discutere un articolo pubblicato dal Daily Mail. Il noto quotidiano londinese si sofferma su una campagna del servizio sanitario britannico (Nhs). Sembrerebbe che medici e infermieri verrebbero invitati a convincere gli ultra settantacinquenni a non insistere molto con la richiesta di cure, non si capisce se in caso di malattie gravi o invalidanti. O magari per gli anziani in generale… Della serie: soldi in giro ce n’è sempre di meno e, superati i 75 anni, non avete altro da chiedere alla vita…
La polemica è interessante. Soprattutto se rapportata al silenzio che accompagna la cattiva assistenza che, in Sicilia, da qualche anno a questa parte, viene riservata agli anziani privi di ‘raccomandazioni’. Ma andiamo con ordine. Prima di parlare dello sfascio della sanità siciliana vediamo cosa succede in un Paese civile.
Il servizio del Daily Mail prenderebbe le mosse da un esame delle linee guida sulla sanità, che imporrebbero al personale ospedaliero di esercitare una forma di pressione sugli anziani. In particolare, sugli ultra settantacinquenni. I vertici dello stesso National health service (Nhs), finiti nell’occhio del ciclone, si difendono spiegando di voler solo promuovere "la qualità della vita" dei pazienti. Niente accanimento terapeutico, sembrano dire i vertici del servizio sanitario. Da qui la richiesta, rivolta sempre agli anziani, di mettere una bella firma in anticipo che dovrebbe servire, alla fine, per passare a miglior vita senza tanto clamore (e senza tante cure). L’ideale per fare risparmiare soldi al servizio sanitario britannico.
Insomma gli inglesi non hanno aderito all’euro ma, a giudicare da queste linee guida sanitarie – stando sempre all’articolo del quotidiano londinese – sembrano aver respirato a pieni polmoni lo ‘spirito’ dell’Europa dell’euro (si pensi alla popolazione greca lasciata senza medicinali per il debito pubblico della Grecia troppo alto!).
Ma in Inghilterra – Paese tradizionalmente attento allo Stato sociale che non ha aderito all’euro al pari di altri Paesi dell’Unione europea – a quanto pare, non tutti plaudono a questi metodi. A sollevare dubbi e polemiche sarebbero stati i medici e le infermiere chiamate a diffondere questo messaggio da film dell’orrore (o dell’Europa dei nostri giorni, che dir si voglia). Così si scopre che la possibilità di dire “no” alla rianimazione verrebbe proposta anche a persone di età inferiore a 75 anni con gravi malattie diagnosticate: per esempio il cancro. O magari la demenza. O patologie cardiache severe. O, ancora, malattie polmonari significative. Gli over 75, invece, in base alle contestate linee guida, vanno interpellati anche se stanno bene…
Nel quotidiano londinese si riporta la testimonianza di alcuni anziani ultra settantacinquenni che sarebbero stati interpellati e invitati a dare una risposta in quattro e quattr’otto: addirittura alcuni di questi sarebbero stati invitati a firmare mentre prenotavano al telefono esami di routine o, ancora, negli ospedali, in occasione di banali analisi del sangue. “Chiedere a qualcuno che sta bene l'accordo a rinunciare a essere rianimati – ha commentato il professor Patrick Pullicino, un accademico già protagonista di una precedente polemica suscitata dal Mail contro l'Nhs – è clamorosamente sbagliato e fuori luogo”.
I vecchi tra i popoli civili sono considerati fonte di saggezza. Un tesoro da preservare. Nel nostro tempo – soprattutto in un’Unione europea che, appena qualche anno fa, ha provato dotarsi di una Costituzione europea eliminando le radici cristiane (per metterci quelle pagane?) – sembra che gli anziani non godano di grande considerazione. Anche se in Inghilterra non tutti sembrano concordare con quella che, in fondo, sembrerebbe un metodo molto sbrigativo per ‘ringiovanire’ la popolazione, eliminando gli anziani malati (o quasi) e ‘risparmiando’ risorse.
La polemica arriva a pochi giorni dal voto del 7 maggio. Anche se non è facile decifrare i possibili schieramenti rispetto a un tema molto sentito in questo Paese. Il Mail, infatti, non è un giornale di sinistra, ma semmai di stampo conservatore. Insomma, dovrebbe sostenere il governo uscente di David Cameron, non certo i laburisti di Ed Miliband.
Che dire? Che questa storia, vista dalla Sicilia, fa un po’ sorridere amaro. Perché a Londra un argomento così spinoso è comunque oggetto di discussione. E ci si indigna sia per quello che viene visto come un tradimento del servizio sanitario pubblico, sia per il mancato rispetto verso gli anziani. Nell’Isola, invece, la sanità pubblica, dal 2009 ad oggi, è in netto peggioramento. Mancano i posti letto e i governi – nazionale e regionale – li stanno riducendo ulteriormente. Anche se nessuno lo dice, il contestato trattamento paventato dal Daily Mail per gli ultra settantacinquenni in Sicilia è già in atto da qualche anno. Ovviamente in modo silenzioso.
Ormai, quando un settantenne o un ottantenne mette piede in un ospedale pubblico dell’Isola, la prima cosa che si fa è appurare se ha le raccomandazioni ‘giuste’. Se l’anziano è ‘referenziato’ da politici e, in generale, da gente importante, beh, non si può fare a meno di curarlo. Ma se arriva in ospedale senza Santi in Paradiso scatta il codice “Pf”: “Può fetere”, che in siciliano significa può aspettare… Ormai quando un medico, negli ospedali siciliani, ricovera un ottantenne senza ‘raccomandazioni’, magari perché lavora in scienza e coscienza, si deve aspettare un rimbrotto del tipo: “Ma che mi ricoveri a fare un ottantenne?”. Insomma, in Sicilia non hanno bisogno di raccogliere le firme…
Ribadiamo: nessuno lo dice, ma la sensazione è che le cose vadano proprio così. Ovviamente, non è facile ‘sgamare’ quello che vi stiamo raccontando. Anche perché gli anziani non raccomandati, quando arrivano alla ‘fine’, vengono riportati di corsa a casa. Muoiono nelle proprie abitazioni. Ed è difficile, se non impossibile, capire se a loro sono state prodigate tutte le cure possibili. Del resto, i posti letto, negli ospedali siciliani sono sempre più pochi e i calcoli che vengono fatti sono spesso truccati: è abitudine, nella sanità pubblica siciliana, da qualche anno a questa parte, aumentare i posti letto negli ospedali pubblici sulla carta. Ufficialmente – per esempio – in un ospedale ce ne dovrebbero essere 20. Invece ce ne sono 15. Una truffa ai danni dei cittadini siciliani, che pagano le tasse per avere x posti letto negli ospedali e, invece, ne hanno x meno dieci, meno venti e via continuando.
Per scoprire quello che succede negli ospedali pubblici siciliani nel nome del ‘risparmio’, i metodi potrebbero essere, per esempio, due. Primo: verificare, a partire dal 2010, se i posti letto previsti nella sanità pubblica siciliana sono stati effettivamente attivati (cosa, questa, che sarebbe piuttosto semplice da fare, anche perché il tentativo di imbrogliare le carte coinvolgerebbe tanti ospedali e tanti soggetti: e qualcuno disposto a denunciare eventuali imbrogli si troverebbe di certo). Secondo: verificare se la mortalità in generale degli anziani in Sicilia è cresciuta rispetto alla media negli ultimi tre anni (non gli anziani morti negli ospedali, ribadiamo, ma gli anziani morti in generale). L’esame di questi due dati potrebbe riservare sorprese.