Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Politica
April 27, 2015
in
Politica
April 27, 2015
0

Renzi come Urano: vorrebbe ‘mangiare’ tutti i precari delle pubbliche amministrazioni del Sud creati da Roma…

Giulio AmbrosettibyGiulio Ambrosetti
Time: 6 mins read

Anche se con notevole ritardo il Bilancio della Regione siciliana 2015 è ormai alle battute finali. Dopo l’approvazione del documento finanziario da parte della commissione Finanze la parola passa adesso al Parlamento siciliano per il dibattito e il sì finale. Entro questa settimana, a meno di nuovi colpi di scena, quella che ora si chiama legge di stabilità (che sostituisce Bilancio e Finanziaria, ma che è sostanzialmente la stessa cosa chiamata con un nome diverso) dovrebbe essere approvata. Anche se non mancano le polemiche. Soprattutto da parte dei circa 18 mila dipendenti della Regione siciliana che, tra proteste e scioperi, annunciano una settimana di fuoco.

Con molta probabilità, in questa protesta dei dipendenti regionali c’è di tutto e di più. Ci sono i sindacati che, nelle battute finali dell’iter di una legge piuttosto tormentata, hanno ritrovato i motivi dello scontro sociale e politico. C’è la stessa politica siciliana, divisa sui provvedimenti da adottare per fare ‘cassa’. E ci sono gli stessi dipendenti regionali che, in verità con un po’ di ritardo, hanno capito che a loro verranno chiesti sacrifici non indifferenti in stile Grecia. Ma come stanno le cose? Qual è la verità?

Sul fatto che la Regione siciliana (che, lo ricordiamo sempre a beneficio dei lettori, soprattutto americani, è Autonoma, con un proprio Parlamento e con una propria capacità legislativa), a partire dagli anni ’80 del secolo passato, abbia assunto troppi dipendenti pubblici non ci sono dubbi. Ci sono troppi dipendenti negli uffici della Regione, troppi dipendenti nei Comuni (il solo Comune di Palermo, fino a qualche anno fa, tra personale di ruolo e personale precario, contava più dipendenti pubblici della stessa Regione siciliana: circa 20 mila addetti!). E ci sono troppi dipendenti negli enti delle società regionali e comunali.

Per la politica siciliana – e il discorso, a dir la verità, riguarda quasi tutto il Sud Italia – la pubblica amministrazione non è una scienza, come si studia nelle università, ma un sorta di ‘bordello sociale’ dove far comunque lavorare quanta più gente possibile, da assumere senza concorso, in barba alla Costituzione italiana che, invece, per l’assunzione nella pubblica amministrazione, prevede i concorsi pubblici. Il tutto a detrimento della stessa pubblica amministrazione che, infatti, nel Mezzogiorno funziona poco e male.

Sotto questo profilo, la Regione siciliana, in Italia, ha fatto scuola. Dalla fine degli anni ’80 del secolo passato sono stati creati migliaia e migliaia di precari che sono poi stati ‘stabilizzati’ nelle varie pubbliche amministrazioni (Regione e Comuni in testa), seguendo criteri puramente clientelari: creazione di precari e successive ‘stabilizzazioni’ in cambio di voti. Un disastro sociale, con la creazione di una pubblica amministrazione inefficiente.

In Sicilia si è raggiunto l’incredibile. Fino ai primi anni ’90 del secolo passato, appena un’azienda privata chiudeva i battenti, si apriva una trattativa con la Regione che si concludeva con l’immancabile assunzione di quasi tutto il personale nella pubblica amministrazione. Ricordiamo un negozio di scarpe, molto noto a Palermo e in Sicilia. I cui dipendenti sono finiti tutti nella pubblica amministrazione regionale, con particolare riferimenti all’assessorato ai Beni culturali. Che nesso ci sia tra il vendere scarpe e la gestione dei beni culturali, beh, non è facile capirlo. Bisognerebbe chiederlo ai politici e ai sindacalisti siciliani, che in queste pratiche sono ‘maestri’.

Oggi il governo nazionale di Matteo Renzi – con particolare riferimento ai suoi ‘luogotenenti’ siciliani (il parlamentare nazionale Davide Faraone, ‘capo’ dei renziani siciliani, e l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, imposto al governo regionale di Rosario Crocetta dallo stesso Renzi) – scopre che in Sicilia ci sono troppo dipendenti pubblici. E decide di attuare le ‘riforme’, che altro non sono che riduzione degli stipendi e prepensionamenti.

Per onestà di cronaca – visto che siamo stati testimoni, dalla seconda metà degli anni ’80 fino ai nostri giorni – di tutto quello che è avvenuto nella pubblica amministrazione siciliana, va detto che la tesi del governo nazionale di ridurre forzosamente e unilateralmente la spesa per la pubblica amministrazione dell’Isola sembra un po’ forzata. Proprio perché siamo stati testimoni di tutto quello che è accaduto, non possiamo non ricordare che tutte le assunzioni nella pubblica amministrazione siciliana (con riferimenti a Regione, Comuni, Province, società ed enti regionali, provinciali e comunali) sono avvenute tramite leggi approvate dal Parlamento siciliano e avallate dal Parlamento nazionale.

Ricordiamo che la Regione siciliana autonoma gode di ampia potestà legislativa. Ma che tutte le leggi approvate dal Parlamento dell’Isola sono passate dal vaglio di Roma. Comprese quelle che riguardano le assunzioni a ruota libera nelle pubbliche amministrazioni. Se i governi nazionali che si sono succeduti dagli anni ’80 fino ad oggi si fossero opposti, la Sicilia non avrebbe potuto distruggere la propria pubblica amministrazione assumendo tutto questo personale. Invece Roma ha avallato e, spesso, sollecitato questo ed altro. In alcuni casi è stata essa stessa a creare i precari che sono poi stati ‘stabilizzati’ nella pubblica amministrazione siciliana. L’ha fatto nei primi anni ’80. Ha replicato a fine anni ’80 con l’articolo 23 della Finanziaria nazionale del governo Goria, creando migliaia di precari finiti tutti nelle pubbliche amministrazioni siciliane. E ha triplicato con la legge Treu durante gli anni del governo Prodi, quando ha creato i ‘famigerati’ Lsu, Lavoratori socialmente utili, oggi quasi tutti ‘stabilizzati’ nelle pubbliche amministrazioni del Sud.  

C’è sempre stato un tacito patto tra la politica romana e le classi dirigenti, o presunte tali, del Sud Italia: al Centro Nord andavano gli investimenti produttivi, le infrastrutture e la Cassa integrazione; al Sud la possibilità di creare precari e di ‘stabilizzarli’ nelle pubbliche amministrazioni. Con gli Lsu, nella seconda metà degli anni ’90, il governo Prodi e i successivi governi di centrosinistra hanno sorretto le amministrazioni comunali, sempre di centrosinistra, di Napoli, Palermo e Catania, per citare solo tre esempi. La stessa cosa hanno fatto i governi Berlusconi del 2001-2006 e del 2008-2011: sostegno alla creazione di precari utilizzando i fondi che sarebbero dovuti servire per gli investimenti (ancora oggi i Comuni di Palermo e Catania pagano le follie fatte con il precariato nella seconda metà degli anni ’90 e dal 2001 al 2011: non a caso i bilanci di questi due Comuni sono colabrodo).

Insomma, i governi nazionali hanno sempre patrocinato gli scambi clientelari nel Sud e in particolar modo in Sicilia. Cosa, questa, che ha condannato migliaia di giovani del Sud che hanno fatto bene il Liceo e l’università all’emigrazione. Perché questo modello di sviluppo, anzi di sottosviluppo economico ha fisicamente impedito a migliaia di giovani preparati del Sud, a partire dalla fine degli anni ’80, di accedere nelle pubbliche amministrazioni per concorso. E ha impedito allo stesso Sud di utilizzare le risorse finanziarie, che invece di essere dirottate negli investimenti per le infrastrutture venivano regolarmente dirottate nella spesa clientelare per precari e sprechi nella stessa  pubblica amministrazione.  

Oggi che i soldi pubblici sono finiti Renzi vorrebbe chiudere questo capitolo. Dimenticando che è stata Roma, dai primi anni ’80 fino ai nostri giorni, a sollecitare la gestione clientelare delle pubbliche amministrazioni del Sud. Perché senza i voti del Sud non avrebbero potuto governare né Prodi, né Berlusconi, né gli altri governi che si sono susseguiti fino all’arrivo del governo Monti.

Oggi, dicevamo, Renzi vorrebbe mettere la parola fine a uno scambio clientelare tra i governi nazionali e classe politica del Sud Italia che va avanti da oltre trent’anni. E vorrebbe farlo senza alcuna assunzione di responsabilità da parte di Roma. E vorrebbe farlo a partire dalla Sicilia. Prepensionando migliaia di persone (che prenderebbero il Trattamento di fine rapporto, così si sussurra, a partire dal 2020!). Riducendo l’area dirigenziale. E tagliando le retribuzioni.

Di fatto, Renzi vorrebbe fare in Sicilia quello che è stato fatto qualche anno fa in Grecia, dove i dipendenti della pubblica amministrazione sono stati massacrati. E dove – stando a quello che leggiamo in queste ore – dovrebbero essere ulteriormente massacrati, con stipendi ancora più bassi e con servizi sanitari a pagamento (perché, di fatto, è questo quello che Mario Draghi e i gli altri ‘draghi’ della Troika chiedono al premier greco Tsipras: nuovi sacrifici).

Insomma, da oltre trent’anni lo Stato italiano sguazza nel Sud, patrocinando tutte le operazioni clientelari nella pubblica amministrazione. Adesso si vorrebbe chiamare fuori. ‘Mangiando’ i ‘figli’ che ha creato. Un po’ come il dio Urano. Che però, notoriamente, fece una brutta fine…  

    

Share on FacebookShare on Twitter
Giulio Ambrosetti

Giulio Ambrosetti

Sono nato a Palermo, ma mi considero agrigentino. Mio nonno paterno, che adoravo, era nato ad Agrigento. Ho vissuto a Sciacca, la cittadina dei miei genitori. Ho cominciato a scrivere nei giornali nel 1978. Faccio il cronista. Scrivo tutto quello che vedo, che capisco, o m’illudo di capire. Sono cresciuto al quotidiano L’Ora di Palermo, dove sono rimasto fino alla chiusura. L’Ora mi ha lasciato nell’anima il gusto per la libertà che mal si concilia con la Sicilia. Ho scritto per anni dalla Sicilia per America Oggi e adesso per La Voce di New York in totale libertà.

DELLO STESSO AUTORE

pino maniaci

Antimafia: sbriciolate pure Pino Maniaci, ma la storia resta

byGiulio Ambrosetti
olio d'oliva tunisino

Olio d’oliva tunisino, esempio degli imbrogli targati UE

byGiulio Ambrosetti

A PROPOSITO DI...

Tags: CataniaComuni di PalermoGiulio AmbrosettiGoverno RenziNapoliParlamento sicilianopubbliche amministrazioniSiciliaSindacatiSudUrano
Previous Post

Angelina Jolie all’ONU tira le orecchie al Consiglio di Sicurezza sulla crisi siriana

Next Post

Gaspare Giacalone, dalla City di Londra a Sindaco di Petrosino

DELLO STESSO AUTORE

trivelle in sicilia

La Sicilia che dice “No” alle trivelle nel Mediterraneo

byGiulio Ambrosetti
olio d'oliva tunisino

L’UE e l’imbroglio dell’olio d’oliva tunisino

byGiulio Ambrosetti

Latest News

Tragedia a Roosevelt Island: 15enne scompare nelle acque dell’East River

Tragedia a Roosevelt Island: 15enne scompare nelle acque dell’East River

byMaria Nelli
Paramount valuta di risolvere la causa intentata da Trump contro “60 Minutes”

California, i dem. aprono un’inchiesta sul possibile accordo Trump-Paramount

byDaniele Di Bartolomei

New York

Ritorna il Covid? La curva sale: serve un ultimo sforzo per uscire dal tunnel

New COVID Variant Detected in NYC Amid Concerns Over Vaccine Access

byAmelia Tricante
Travolti nel sonno da un camion dei rifiuti: un morto e un ferito a Long Island

Travolti nel sonno da un camion dei rifiuti: un morto e un ferito a Long Island

byCristiano Palladino

Italiany

Italy on Madison, la facciata della sede dell’Italian Trade Agency trasformata per tre giorni in una casa italiana.

Erica Di Giovancarlo (ITA): “Italian lifestyle è un modo di vivere”

byMonica Straniero
Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Next Post

Il rilancio dell’agricoltura ricordando la strage di Portella della Ginestra

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?