Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Politica
March 27, 2015
in
Politica
March 27, 2015
0

Perché le primarie in Italia (e soprattutto in Sicilia) inquinano la politica e la democrazia

Giulio AmbrosettibyGiulio Ambrosetti
Time: 7 mins read

In queste ore si discute sui risultati delle primarie del centrosinistra andate in scena domenica scorsa ad Agrigento. Sono le elezioni che hanno individuato il candidato sindaco di questo schieramento politico. Nel centrosinistra agrigentino, com’è noto, è finito un ‘pezzo’ di Forza Italia. Il tutto grazie a un accordo politico siglato dal Pd siciliano (e non solo il Pd di Agrigento) con il parlamentare nazionale di Forza Italia, Riccardo Gallo, e con il deputato regionale Michele Cimino (quest'ultimo, nei mesi scorsi, ha lasciato i berlusconiani per aderire al centrosinistra). Le elezioni le ha vinte Silvio Alessi, vicino a Gallo e a Cimino, con ampio margine di vantaggio sul candidato del Pd. Pur essendo elezioni con un esito scontato, le polemiche sono roventi.

Questa vicenda ci offre l’occasione per una riflessione sulle elezioni primarie nel nostro Paese. O meglio, su come, in Italia, nel giro di qualche anno, uno strumento considerato di democrazia sia già degenerato, creando confusione e offrendo spazio di azione a camarille politiche di ogni genere e specie. Con il dubbio che la situazione che si sta creando possa finire con il favorire la mafia. Ma andiamo per ordine.

Partiamo dalla confusione che ormai caratterizza queste consultazioni elettorali. In Liguria, alle primarie del Pd, c’è il dubbio, tutt’altro che infondato, che ci siano stati brogli. Ma questo non ha invalidato la consultazione. Ad Agrigento, invece, dove non ci sono stati brogli, paradossalmente, c’è chi chiede di invalidare le primarie. Perché? Perché dopo la consultazione a tanti dirigenti e simpatizzanti del Pd non va proprio giù l’idea di votare come sindaco un personaggio di centrodestra (cosa, questa, che avrebbero fatto bene a sottolineare prima delle primarie e non dopo!).

Così assistiamo a uno spettacolo tragicomico. Da una parte c’è Silvio Alessi che nega di essere vicino a Forza Italia. Tutto questo mentre la rete è invasa da centinaia di foto che ritraggono lo stesso Alessi sorridente accanto a Berlusconi e ad Angelino Alfano. Tutto questo mentre il suo vero mentore – e cioè il parlamentare nazionale Riccardo Gallo – rimane in Forza Italia, ricoprendo, proprio in Sicilia, ruoli di vertice. Insomma, tutti fanno finta di ignorare che Gallo, eletto al Parlamento nazionale nella lista di Forza Italia con il Porcellum grazie a Marcello Dell’Utri (oggi in galera per mafia), è rimasto nel suo partito dopo aver siglato l’accordo con il Pd, con l’avallo del segretario regionale di questo partito, Fausto Raciti.

Su Agrigento, di fatto, si è consumato un accordo politico tra Pd e Forza Italia. Con un obiettivo preciso: provare a tagliare le gambe al candidato sindaco Lillo Firetto – che piaccia o no, ma ad Agrigento e dintorni gode di consenso popolare – sol perché lo stesso Partito democratico non è riuscito a mettere il ‘cappello’ sulla sua candidatura. Raciti, i vertici del Pd agrigentino e, soprattutto, Gallo e Cimino sapevano benissimo che avrebbe vinto Alessi. Ma non si aspettavano la reazione furente della base del Pd. Persino i renziani siciliani – gente che si sta ‘inghiottendo’ le ‘indigeste’ riforme di Renzi, dal lavoro alla scuola – sono in rivolta.

Così, dopo aver siglato l’accordo con un ‘pezzo’ di Forza Italia (che rimane tale, lo ribadiamo, perché Gallo, che è uno dei principali artefici di tale operazione politica, non ha lasciato il partito di Berlusconi), nel Pd c’è chi, addirittura,  vorrebbe annullare le primarie solo perché a vincerle non è stato il candidato del Pd. Cosa, questa, che, se dovesse verificarsi, comporterebbe le dimissioni del segretario regionale Raciti e del segretario del Pd di Agrigento, Peppe Zambito, che hanno gestito l’operazione per conto del Partito democratico.

Confusione, disorientamento degli elettori, malcontento. Ma quello di Agrigento è solo uno degli effetti visibili delle primarie in salsa italiana. Ce ne sono altri che, invece, passano inosservati, ma che sono più gravi. Ora citeremo un paio di esempi accaduti in Sicilia in occasione delle primarie.

Ci sono stati casi in cui, alle primarie, un partito ha raddoppiato i voti. Una cosa simile è successa a Palermo nella primavera del 2012, in occasione delle primarie del centrosinistra. Per bloccare la candidatura a sindaco di Rita Borsellino (candidatura che, detto per inciso, non piaceva alla mafia), i gazebo sono stati presi d’assalto da personaggi che, in tanti casi, non avevano nulla a che spartire con il Pd e con il centrosinistra di Palermo. Di fatto, le primarie del centrosinistra andate in scena nel capoluogo siciliano nel 2012, oltre che per ‘impiombare’ Rita Borsellino, sono servite per puntellare l’alleanza di una parte del Pd di allora (Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia) con l’allora presidente della Regione, Raffaele Lombardo, poi condannato per mafia. Basta mettere assieme i tasselli di questa storia – l’eliminazione dalla ‘corsa’ a sindaco di Rita Borsellino e il sostegno al governo regionale di Raffaele Lombardo – per capire a chi e a quali ‘ambienti’ sono servite le primarie del centrosinistra di Palermo nel 2012.

Palermo non è un caso isolato. Ormai i casi di primarie dove nel centrosinistra, ai gazebo, si presentano il 40, il 50 e, talvolta, il 100 per 100 di elettori in più rispetto ai voti che poi spunteranno ad aperture delle urne non si contano più. Insomma, il Pd, per essere chiari, in certi centri dove, di solito, non supera i mille voti, raccoglie alle primarie il doppio degli elettori; per poi riconfermare i circa mille voti alle successive elezioni! 

Ma ancora più sofisticato è il metodo che i ‘professionisti’ delle primarie (che, per lo più, sono gli ex democristiani, praticamente irraggiungibili in questo genere di ‘operazioni’) definiscono “accerchiamento”. Seguiteci perché è sociologicamente interessante capire la tecnica, per certi versi anche psicologica, con la quale viene, di fatto, alterato il consenso popolare.

Supponiamo che in una provincia un candidato sia particolarmente forte e radicato. Intanto si parte da una dettagliata analisi delle consultazioni elettorali precedenti. Per studiare, numeri alla mano, quanti voti il candidato da ‘fregare’ prende in ogni centro della provincia. Fatto questo studio, il gruppo di pressione che deve eliminare il candidato forte piazza un proprio candidato in ogni centro della provincia dove il candidato forte prende di solito i voti.

Qui entra in scena la psicologia. E’ noto che nelle elezioni comunali – soprattutto nelle elezioni per i Consigli comunali – a orientare gli elettori non sono, spesso, le considerazioni politiche, ma i gradi di parentela e le amicizie. Piazzando un candidato in ogni piccolo centro, ovviamente facendo ricorso a personaggi conosciuti in ogni centro, e sfruttando le parentele, le amicizie e altri elementi che nulla hanno a che vedere con la politica, il gruppo di pressione indebolisce il candidato forte.

Quando il candidato forte gira per i centri della propria provincia comincia a capire che cosa gli stanno combinando. Perché interpellando quelli che sono i suoi elettori tradizionali si sente rispondere: “Purtroppo questa volta in queste primarie non ti posso votare perché in lista c’è mio fratello”; oppure il cugino, o il cognato, o lo zio, o un amico. Piaccia o no, ma i candidati locali, messi in lista solo per prendere voti nel proprio centro, alla fine, sommandoli tutti, fanno perdere al candidato forte una barca di voti. Con motivazioni non hanno poco o punto di politico. 

Viceversa, il gruppo che deve eliminare il candidato forte deve solo canalizzare sul proprio candidato i consensi che servono a quest’ultimo per battere l’avversario. Un avversario che, in condizioni normali e senza questi sotterfugi, prenderebbe il doppio se non il triplo di voti rispetto a lui. Così si verifica un fatto paradossale: il candidato che in una provincia prenderebbe, in condizioni normali, per esempio 50 mila voti, perché conosciuto e ben voluto dagli elettori, si ferma a 16-18 mila voti. Mentre il candidato più debole, che può contare, per esempio, su circa 20 mila voti deve solo confermare i propri voti per vincere le primarie e diventare matematicamente parlamentare. In pratica, grazie a primarie che non è esagerato definire truffaldine, il candidato che vincerebbe sia con elezioni con sistema proporzionale, sia con il maggioritario perde; mentre il candidato che, matematicamente, perderebbe sia con il proporzionale, sia con il maggioritario invece vince. Di fatto, le primarie utilizzate in un certo modo hanno alterato il risultato delle elezioni.

Ribadiamo: non ci stiamo inventando nulla. I casi che vi abbiamo descritto si sono verificati in Sicilia alle primarie del centrosinistra e del Pd. In un caso di “accerchiamento” sono stati contati fino a 16 candidati. Tutti piazzati come 'soldatini' per fare perdere il candidato forte. Operazione elettorale ‘scientifica’ a tutti gli effetti.

Secondo alcuni osservatori, l’utilizzazione truffaldina delle primarie potrebbe diventare la seconda fase della ‘rottamazione’ di Renzi. In effetti, i ‘professionisti’ di questi raggiri elettorali non si ritrovano tra gli ex Pci, ma tra gli ex democristiani, che in questi giochi di preferenze, raddoppio degli elettori nei gazebo e “accerchiamenti” ci sguazzano da sempre. Il timore di tanti dirigenti e militanti del Pd è che, con questi metodi, nel giro di qualche anno, gli ex democristiani o comunque personaggi che nulla hanno a che spartire con la sinistra si impossessino del partito attraverso il gioco perverso delle candidature alle primarie.

Insomma, Agrigento potrebbe non essere un caso, ma un ‘disegno’ già in parte sperimentato che adesso si manifesta con segni più nitidi. Non è un caso che, proprio in Sicilia, nelle scorse settimane, abbiano aderito al Pd cinque parlamentari regionali. Personaggi che, nel gioco dei voti, sia alle elezioni regionali, sia alle primarie per le nazionali, hanno molti più voti e sono molto più organizzati della parte del Pd di sinistra. Il timore, per dirla in breve, è che i nuovi arrivati, nel giro di qualche anno, soppiantino la deputazione nazionale e regionale del Partito democratico. Sotto questo profilo, la Sicilia starebbe facendo da apripista, o da ‘Laboratorio politico’, come veniva definita nel passato.  

Ma per potere realizzare questo ‘disegno’ deve restare il Porcellum o una legge elettorale che gli somigli. E non è un caso – perché nulla in questa vicenda è casuale – che Renzi e Berlusconi stiano difendendo a spada tratta le liste bloccate, Porcellum o Italicum che siano. Perché senza le liste bloccate cade tutto il castello che è stato costruito fino ad oggi.

Detto questo, non abbiamo parlato del ruolo che sta giocando la mafia e, in generale, la criminalità organizzata con questo sistema elettorale. Vi anticipiamo che i mafiosi hanno tratto grande giovamento da questo sistema elettorale. Argomento, questo, che tratteremo in un prossimo articolo. 

Share on FacebookShare on Twitter
Giulio Ambrosetti

Giulio Ambrosetti

Sono nato a Palermo, ma mi considero agrigentino. Mio nonno paterno, che adoravo, era nato ad Agrigento. Ho vissuto a Sciacca, la cittadina dei miei genitori. Ho cominciato a scrivere nei giornali nel 1978. Faccio il cronista. Scrivo tutto quello che vedo, che capisco, o m’illudo di capire. Sono cresciuto al quotidiano L’Ora di Palermo, dove sono rimasto fino alla chiusura. L’Ora mi ha lasciato nell’anima il gusto per la libertà che mal si concilia con la Sicilia. Ho scritto per anni dalla Sicilia per America Oggi e adesso per La Voce di New York in totale libertà.

DELLO STESSO AUTORE

pino maniaci

Antimafia: sbriciolate pure Pino Maniaci, ma la storia resta

byGiulio Ambrosetti
olio d'oliva tunisino

Olio d’oliva tunisino, esempio degli imbrogli targati UE

byGiulio Ambrosetti

A PROPOSITO DI...

Tags: agrigentoBerlusconiFausto RacitiGiulio AmbrosettiItalicumPDporcellumprimarieRenziSiciliaSilvio Alessi
Previous Post

Explosion Rocks the East Village One Year after Harlem

Next Post

La profezia di Massimo Costa si avvera: Sicilia con il ‘buco’ di 3,2 miliardi verso il fallimento

DELLO STESSO AUTORE

trivelle in sicilia

La Sicilia che dice “No” alle trivelle nel Mediterraneo

byGiulio Ambrosetti
olio d'oliva tunisino

L’UE e l’imbroglio dell’olio d’oliva tunisino

byGiulio Ambrosetti

Latest News

Chinese port / Ansa

China Exports to U.S. Grind to a Halt: No Ships Left Its Ports in Past 12 Hours

byGrazia Abbate
Porto e container in Cina / Ansa

Calo shock nei traffici tra Cina e USA, dazi e tensioni rallentano gli scambi

byGrazia Abbate

New York

Chiara Arrigoni, autrice di Pelle, testo selezionato per il programma di mentorship di In Scena! 2025 a New York – ph. courtesy dell’artista

“Pelle”, il reading di Chiara Arrigoni a New York per In Scena! 2025

byMonica Straniero
While Adams Trusts Lawsuits to Bring Funds Back to NY, Trump Defies Judges

Adams-Trump faccia a faccia alla Casa Bianca per fondi federali

byFederica Farina

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
Il Teatro greco di Taormina

Gestione dei siti culturali: "Crocetta crea danni e produce beffe"

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?