Come avevamo rappresentato in un nostro precedente articolo dello scorso 10 aprile, le batterie al litio sono dispositivi ricaricabili, impiegati particolarmente nel campo dell’elettronica, dell’informatica e dell’automobile. Rispetto alle tradizionali batterie al piombo, sono molto più compatte e leggere, ed inoltre possono essere ricaricate diverse volte senza diminuire la loro efficienza energetica.
Oltre alla guerra armata in Ucraina che, giustamente, tanto interessa e spaventa il mondo, ve ne sono diverse altre che si combattono di cui in pochi al mondo parlano ed è quella sul trovare alternative all’ormai costosissimo litio. Per questo motivo, da quando il costo del litio è schizzato alle stelle, molti si sono messi alla ricerca di alternative e, in particolar modo, lo ha messo in atto Elon Musk con la sua Tesla.
Il miliardario si è convinto sempre di più del bisogno di entrare direttamente nella fittissima giungla dell’ignorato e quasi sconosciuto mondo delle miniere. L’anticipazione interessata è venuta da lui stesso allorché ad aprile scorso in un tweet ha dichiarato che “Il prezzo del litio è salito a livelli folli! Tesla potrebbe effettivamente dover entrare nel mining e nella raffinazione direttamente su larga scala, a meno che i costi non migliorino. Non c’è carenza dell’elemento stesso, poiché il litio è quasi ovunque sulla Terra, ma il ritmo di estrazione/affinamento è lento”.

Nel frattempo altri gruppi di ricerca stanno cercando alternative al litio e, date le condizioni globali a causa del Covid (prima) e dell’invasione dell’Ucraina (dopo), una iniziale alternativa potrebbe essere il nitruro di gallio (GaN), che è già un buon semiconduttore ed è usato nei Led, ad esempio. Secondo alcuni centri di ricerca sparsi nel mondo, si ritiene che grazie a questo materiale le batterie dei veicoli elettrici potrebbero perdere peso critico e caricarsi molto più velocemente, tutto per la diversa composizione chimica e fisica del GaN.
In altri centri si sta invece lavorando molto su un nuovo orizzonte: “Aumentando l’energia specifica e la densità di energia di certe batterie, si può aumentare il chilometraggio del veicolo elettrico”. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature e porta la firma di Seung Woo Lee, professore associato presso la famosa George W. Woodruff School of Mechanical Engineering. Va ricordato che Lee fa parte del team di ricercatori che ha scoperto le potenzialità degli elastomeri o gomme sintetiche nelle batterie al litio metallico. I ricercatori del Georgia Institute of Technology potrebbero aver trovato una soluzione a questi problemi grazie ad un “nuovo” materiale elettrolitico: la gomma, appunto, cioè l’elettrolita gommoso che allungherà sensibilmente la vita delle batterie delle auto.
La corsa è partita sia perché la ricerca, di per sé, va sempre avanti ma ad essa si è aggiunta la spinta dovute alle forti variazioni climatiche e, allo stesso tempo, alla consolidata volontà degli Stati Uniti e dell’Unione europea di svincolarsi dalle fonti energetiche non rinnovabili mettendo in campo grandi risorse finanziarie.
Sarà una partita lunga e faticosa di cui arrivano alcuni riflessi, segnali e richiami anche dall’agguerritissima Cina che, sicuramente, starà portando avanti queste due ricerche prima citate e, allo stesso tempo, qualche ricerca ancor più innovativa e segreta. Insomma un’altra guerra è già iniziata e chi la vincerà sarà come aver scoperto giacimenti enormi di petrolio verde.