Oltre alla guerra armata in Ucraina che, giustamente, tanto interessa e spaventa il mondo ce ne sono diverse altre che si combattono di cui nessuno parla. Ce n’è una in particolare che è in corso da molto prima del Covid ed è quella del minerale litio in particolare.
Le batterie al litio sono dispositivi ricaricabili, impiegati particolarmente nel campo dell’elettronica, dell’informatica e dell’automobile. Rispetto alle tradizionali batterie al piombo, sono molto più compatte e leggere, ed inoltre possono essere ricaricate diverse volte senza diminuire la loro efficienza energetica.
Le batterie al litio sono capaci di accumulare molto e di rilasciare energia elettrica. I principali Paesi produttori di litio nel mondo con le loro miniere sono, in ordine di quantità estratte: l’Australia, il Cile, la Cina, l’Argentina, lo Zimbabwe, il Portogallo ed il Brasile. L’Europa, per poter continuare a crescere ed a produrre, dovrà assicurarsi di non essere tagliata fuori dalla produzione mondiale di litio, che già da oggi non riesce a soddisfare la sua grande domanda interna. Il prezzo ha toccato, recentemente, i 36.780 dollari a tonnellata, contro gli appena 9.000 valore su cui si attestava prima della pandemia. Se, nel mercato dell’auto, continuerà la forte espansione dell’auto elettrica come è da tutti auspicabile per evitare maggiori danni ambientali, ne servirà una quantità sempre maggiore. In Europa se ne trova solo in Finlandia, in Spagna, nella solita Germania che in una vasta area vicino Francoforte stima di poterne estrarre 3,2 milioni di tonnellate l’anno, pari alla metà di quanto prodotto da tutto l’intero vecchio continente.
L’Europa non ha, ancora oggi, una visione chiara verso l’intera America Latina. Per quanto riguarda l’importarne litio l’Unione europea si è, da tempo, dimostrata pronta a siglare un patto commerciale con il Cile ma, sfortunatamente, ancora non si è raggiunta un’intesa non solo per il noto problema legato alla pandemia da Covid, bensì per questioni molto più ampie e significative.
Il Cile oltre ad essere al momento il secondo produttore al mondo, punta a realizzare ovviamente il massimo dei profitti da questi enormi giacimenti. Santiago ha grandi ambizioni strategiche in quanto detentore delle più grandi riserve mondiali e non vuole assolutamente essere solo un fornitore per le industrie di tutto il mondo. Il Cile sta spingendo per costruire il proprio ecosistema produttivo intorno all’estrazione del litio, in parte vendendolo a prezzi preferenziali alle imprese con sede in Cile e questo ha aperto una forte crepa con l’Ue, che insiste affinché i partner commerciali non facciano discriminazioni di residenza territoriale.
Il precedente presidente cileno, José Piñera, in chiusura del suo mandato pochi mesi or sono ha lanciato ad ottobre 2021 una gara d’appalto per la concessione ai privati di licenze relative alla produzione del litio, divisa in cinque lotti per 400.000 tonnellate di litio. Ha, inoltre, disposto l’assegnazione in concessione di altri due lotti per 80.000 tonnellate l’uno per i prossimi 30 anni.
Gli assegnatari dei lotti sono stati la cinese Byd Chile Spa e la cilena Operaciones mineras del Norte Sa (proprietà del gruppo che fa capo alla potentissima famiglia Errázuriz), le quali hanno avuto la meglio sulle due imprese leader nella produzione mondiale di litio: la cilena Sqm (Sociedad Química y Minera de Chile) e la pari statunitense Albermarle.

Gabriel Boric, neo presidente eletto ad inizio anno, ne ha annunciato una revisione e ribadendo l’obiettivo di voler creare un’impresa nazionale del litio che operi in accordo con le comunità e contribuisca allo sviluppo produttivo dell’intero Paese.
Il suo nuovo governo dovrà “rispettare in conformità ad una decisione adottata nei canali istituzionali” l’assegnazione delle gare d’appalto, ha dichiarato il collaboratore di Boric Diego Pardow. “Le basi della gara d’appalto, così come sono state redatte, non lasciano margine per una sospensione o un rinvio”, ha confermato a sua volta il coordinatore del gruppo sull’attività mineraria Willy Kracht.
Come spesso è capitato nella sua storia si addensano sul Cile le mire di grandi gruppi che, prima col rame, ed oggi col litio hanno messo sotto osservazione la nazione sud americana. Auguriamoci che le diverse sfere d’influenza geopolitiche non facciano degenerare il conflitto “minerale”.