Lorenzo Bini Smaghi, rinomato economista italiano a capo della Société Générale, sesta maggiore Banca europea, ha partecipato al webinar del Gruppo Esponenti Italiani (GEI) di New York.
Il presidente Mario Calvo-Platero, che ha dato inizio all’incontro definendo questo periodo “un momento epocale”, ha intervistato Bini Smaghi sulla crisi russo-ucraina, cercando di estrapolare non solo la percezione generale dell’economista, ma anche il modo in cui l’invasione sta toccando la sua, ed altre, banche europee.
“Prima dell’invasione, l’Europa si stava riprendendo [dal Covid], anche se leggermente più lentamente rispetto agli Stati Uniti. Ci aspettavamo un ritorno al PIL pre-pandemico entro la fine di quest’anno”, ha spiegato il Presidente della Société Générale. “Ma il nuovo shock porterà un’inflazione più alta e una crescita più lenta. Sarà un aggiustamento dei prezzi e sarà il primo effetto economico della crisi”.
Bini Smaghi ha messo a confronto le economie americana ed europea, spiegando ai partecipanti alla conferenza che gli Stati Uniti hanno aumentato la spesa per contrastare la crisi dovuta alla pandemia, e che l’Europa stava quindi vedendo un aumento minore dell’inflazione. Dopo l’invasione della Russia in Ucraina, però, l’Europa soffrirà maggiormente per quanto riguarda la catena di fornitura, in particolare per via della dipendenza energetica dall’ex Unione Sovietica. “La Russia, come anche l’Ucraina, non ha un ruolo molto importante nel mercato di esportazione” ha evidenziato Bini Smaghi, “se non per quanto riguarda l’energia. Soprattutto per Italia e Germania. Per questo motivo mi aspetto una riduzione della crescita dell’1%”.

Quando uno degli spettatori ha domandato se vede un ritorno al nucleare probabile, il Presidente della Société Générale ha commentato che gli sembra molto difficile. In generale, infatti, i cittadini spingono spesso per un passaggio alle fonti d’energia rinnovabili, ma non vogliono gli stabilimenti vicino a casa. Questo varrà probabilmente anche per gli impianti nucleari.
Oltre a quello che chiama “supply shock”, l’aumento dei prezzi dovuto alla diminuzione dei beni e del petrolio provenienti dalla Russia, Bini Smaghi prevede una diminuzione drastica della propensione al consumo, che potrebbe essere ancora più preoccupante.
“Quando ci si ritrova ad affrontare una guerra della quale si ha paura, non si consuma e non si viaggia né per lavoro né per turismo”, ha dichiarato l’economista riferendosi alle sensazioni attuali dei consumatori europei. “Questo potrebbe avere un effetto depressivo [sull’economia], ma dipende da quanto durerà l’aspetto militare della crisi”.
Calvo-Platero ha citato due opinioni contrastanti a riguardo: c’è chi dice che l’invasione russa punti solo a cambiare il sistema politico ucraino, per poi abbandonare la zona, e che dice che la guerra durerà fino a buona parte del 2023. Per Bini Smaghi è difficile saperlo, ed è una constatazione più geopolitica che economica.
Commentando il funzionamento delle banche europee che hanno una loro presenza in Russia, l’economista ha consigliato di aspettare i rapporti che verranno pubblicati dalle stesse nelle prossime ore. Crede che dipenderà da come evolve l’economia russa. In generale, però, ha definito il sistema bancario europeo “ben capitalizzato”, e quindi uno che può resistere alla crisi dei prossimi mesi.
Rispondendo ad una domanda del pubblico sull’operato di Draghi, poi, Bini Smaghi ha predetto le difficoltà future del premier nel realizzare le riforme necessarie prima delle elezioni del 2023.
“Sappiamo cosa c’è da fare, il problema è che non si sa se verrà fatto abbastanza a fondo da cambiare la situazione in Italia”, ha commentato l’economista. “Draghi non è incentivato a rimanere senza fare qualcosa di concreto e duraturo, ma i suoi interessi personali vanno contro quelli dei partiti. Sarà complesso. Comunque la crisi straniera aiuterà, probabilmente, Draghi, come anche Macron ed il nuovo governo tedesco”.
Al concludersi del Webinar, Calvo-Platero ha citato il rumour pubblicato su alcuni quotidiani nazionali che vedrebbe Bini Smaghi come prossimo presidente della Lega Serie A di calcio. L’economista si è rifiutato di commentare, dicendosi già “troppo occupato” con il suo lavoro alla banca francese.