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Economia
May 2, 2015
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May 2, 2015
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L’Italia di Renzi pugnala alle spalle la Grecia. Proprio come fece un certo Mussolini…

Carmelo RaffabyCarmelo Raffa
Time: 3 mins read

Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, è stato attaccato da un gruppo di anarchici qualche sera fa mentre era a cena in un ristorante di Atene insieme a sua moglie. Ma che sta succedendo in Grecia?

La Grecia da anni attraversa una gravissima crisi economica che purtroppo non riesce a superare a causa delle forti rigidità imposte dall'Unione europea che sottostà alla volontà sadica della Signora Angela Merkel. Il tutto è iniziato alla fine del 2009, quando è venuto fuori l'eccessivo debito pubblico che ha scatenato il panico tra gli investitori con vendita in massa dei titoli greci. A causa di ciò i titoli di Stato della Grecia hanno subito, nell'aprile 2010, un  declassamento a junk Bond, ovverosia a titoli spazzatura.

In quell'occasione i Paesi dell'Eurozona e il Fondo monetario internazionale (Fmi) sono andati in aiuto della Grecia con un prestito di salvataggio di 110 miliardi a cui ne è seguito un altro nel 2011 di 130 miliardi di euro. Purtroppo le condizioni imposte alla Grecia dai Paesi creditori sono state pesanti, penalizzanti ed eccessive per la popolazione di questo Paese. Tagli su tagli, sacrifici su sacrifici già messi in atto dai governi di questo Paese che si sono succeduti in questi anni. Sacrifici che sono stati resi esecutivi dall'approvazione forzata e molto discutibile da parte del Parlamento greco ormai a sovranità limitata.

Le recenti elezioni in Grecia sono state vinte dalla coalizione capeggiata dall'attuale primo Ministro, Alexis Tsipiras, che ha promesso al popolo greco meno sacrifici e meno austerità attraverso la rinegoziazione del debito contratto. Ma c'è poca volontà, da parte della Signora Angela Merkel & Soci, a venire incontro al popolo greco. L'Europa unita, non contenta dei danni già provocati alla stessa Grecia, vorrebbe calcare ulteriormente la mano chiedendo l'adozione di altre misure impopolari al fine di risanare i conti.

In questo contesto abbiamo notato un comportamento ondivago e a fasi alterne da parte dei rappresentanti dell'Italia e del nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che aveva fatto una promessa: "Alexis stai sereno". Il voltafaccia del governo italiano, che poi si è schierato con la Signora Merkel, ci ricorda purtroppo ciò che accadde nella seconda guerra mondiale, allorquando Benito Mussolini, dopo aver tranquillizzato la Nazione Greca, decise di dichiararle guerra.

Ancora una volta, quindi, la nostra Italia dimostra profonda scorrettezza verso un popolo confinante e non ostile. Il tutto per soddisfare la volontà di sadismo della Signora Angela Merkel. La linea di austerità che l’Unione europea condizionata dalla Signora Merkel finora ha prodotto l'impoverimento dei greci, che hanno visto lievitare il tasso di disoccupazione alle stelle, con tante e tante aziende dichiarate fallite e tanti padri e tante madri di famiglia che hanno perso l'occupazione. Una linea demenziale del rigore economico che ha creato e continua a creare enormi danni anche al nostro Paese. Ci chiediamo e chiediamo: il capo del governo del nostro Paese, Renzi, si rende conto che, se salta la Grecia, s'indebolirebbe ulteriormente anche l’Italia? Si rende conto che il debito pubblico italiano che non tende per niente a diminuire e ammonta a quasi e mila e 200 miliardi di euro?

Caro Renzi, non stia "sereno" e non dica signorsì ai poteri forti e alla Merkel per ingraziarseli, calpestando i greci sulla falsariga di quello che fece Mussolini. Invece di provare a ingraziarsi i potenti calando la testa provi a pensare al dopo e, in particolare, al fatto che dopo il crollo della Grecia potrebbe toccare all’Italia…

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Carmelo Raffa

Carmelo Raffa

Dopo una vita vissuta nel mondo bancario, nel Sindacato e in attività di carattere sociale, da alcuni anni mi diletto a scrivere note su Economia e Politica, con particolare attenzione per le problematiche che affliggono la Sicilia, dove vivo, e il Mezzogiorno d’Italia. A sessant'anni suonati continuo quasi quotidianamente a chiedermi in che modo posso contribuire per rendere più vivibile la mia terra? E poi… cosa si può fare per un mondo più giusto?

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