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February 13, 2014
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L’incubo shutdown non è finito

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Time: 4 mins read

Shutdown. Sign-off. Restart. La tripletta divampava, fino a pochi mesi fa, come un graffito salvifico, nel tentativo di ripescare gli Stati Uniti da quello che il Tesoro Usa aveva definito "un default senza precedenti, potenzialmente catastrofico". A spalmare il financial mantra in rete ci ha pensato Chris Hall, blogger esperto in birre alla spina, che in uno dei suoi più recenti tweet, fuori tema, ha ipotizzato: "L'America non è stata spenta correttamente. Vorreste riavviare l'America in modalità sicura, con assicurazione sanitaria libera e senza armi? (Altamente consigliato)"; il tweet, al tempo, è stato ripreso da 20.494 accout, diventando una sorta di piano strategico per affrontare lo shutdown americano, la serrata del bilancio federale delle amministrazioni pubbliche che ha "esasperato" il presidente Barack Obama. 

Il messaggio di Hall ci porta dritti alla situazione flou dei mercati finanziari, specchio (sempre più) deformato delle mosse degli investitori; lo shutdown – passato, presente, futuro – potrebbe (ancora) dar vita a una recessione in grado di far eco agli eventi del 2008. Stando a un recente sondaggio condotto da CBS, il 72% degli americani, tra una tormenta di neve e l'altra, si dice contrario al fatto che si sia arrivati alla chiusura del governo per il braccio di ferro sull’Obamacare. Di rimando, il 44% degli intervistati punta il dito sui repubblicani, veri autori dello stallo, mentre il 35% se la prende con Barack Obama. Solo una piccola fetta (17%) addossa le colpe ad entrambe le parti. "Dio mi è testimone: quello che fate è nocivo, fa del male alla gente comune" ha sbottato la conduttrice Whoopi Goldberg durante The View in onda su ABC, consapevole che con il blocco dei fondi, circa 800.000 lavoratori statali non riceveranno più stipendio. "Che cosa accadrà quando chi ha bisogno d'aiuto si presenterà agli sportelli ministeriali e li troverà chiusi?". La ripresa economica mondiale arranca; i giornali, soprattutto quelli economici, ricordano gli effetti e le conseguenze disumane di 17 anni fa, quando lo shutdown costò 2 miliardi di dollari. L'ipotesi è che l'impatto immediato su tutta l'economia sia "il peggiore dalla seconda guerra mondiale". 

Il mancato accordo fra repubblicani e democratici sul bilancio provvisorio, in autunno, ha intaccato i mercati come un veleno, eppure i gestori, nel 2014, proseguono la loro caccia agli affari senza troppi tarli. Gli stessi investitori che, fino a poco tempo fa, avevano perso appetito per il rischio, oggi non sembrano preoccupati dalle oscillazioni e dalla mancata stabilità del momento, ma di quello che potrebbe accadere con le decisioni prese a D.C.. Le tensioni più autentiche sono dovute, semmai, alle difficoltà politiche che inceneriscono paesi come Italia, Grecia e Germania. 

Come si legge dalla nota ufficiale dell'analista Tom McIntyre, "la confusione che si è creata sul mercato in questi ultimi tempi è una scusa che gli investitori usano per spingere ai margini i loro soldi. Per ciò che riguarda i fondamentali, gli indicatori dimostrano che l'economia americana ha ancora prestazioni migliori rispetto a quella europea od emergente. Certo, questo dato non ci dice nulla di nuovo. Tuttavia, stando all'Economic Cycle Research Institute, non ci sarebbero presupposti per l'economia Usa di andare a pezzi". Se il caos si propaga dal settore governativo, la Federal Reserve tiene duro e non cambia strategia, in particolare, la politica monetaria resta aggressiva nonostante la disoccupazione permanente.

Secondo Richard Lewis, head of Global Equities di Fidelity Worldwide Investment, i pagamenti delle obbligazioni governative statunitensi non sarebbero sull'orlo del precipizio. "Il Congresso ha approvato misure atte a garantire e a salvaguardare la grande maggioranza degli impiegati pubblici – ha reso noto – inoltre, non vi saranno conseguenze rilevanti su settori come servizi sociali e sanità, e i militari continueranno a ricevere i loro stipendi regolarmente". Secondo Lewis, superata la deadline del debito governativo – la facoltà del governo statunitense di contrarre debito sarebbe scaduta il 17 ottobre – ora “dobbiamo stare attenti al mancato aumento del limite al debito, un fatto che interromperebbe il pagamento delle cedole obbligazionarie, generando un default tecnico di vasta portata". Si tratterebbe di "una situazione a cui nessun legislatore assennato vorrebbe mai assistere. Al tempo stesso, è auspicabile che lo stallo tra la Camera, a maggioranza repubblicana, e il democratico presidente Obama, trovi un accordo decisivo".

Gross

Bill Gross, fondatore di PIMCO

Stando a Bill Gross, fondatore e co-chief investment officer di PIMCO, "le economie oberate dal debito con tassi d’interesse prossimi allo zero sono diventate vittime dei propri eccessi, una condizione che mal si presta alla stabilizzazione ciclica perché il governo e la banca centrale hanno raggiunto i propri limiti e gli investitori privati con significativi portafogli hanno iniziato a lasciare il campo prima del tempo". "Perché, allora – si domanda Gross – restare a guardare se la propria squadra è sotto di sette run con solo pochi inning da giocare? Perché investire in attività finanziarie o reali se i prezzi delle obbligazioni possono solo diminuire e/o i corsi azionari non possono più essere sostenuti dagli steroidi artificiali del Quantitative Easing?".

A proposito dello shutdown in giacenza, Gross ritiene che "i grandi investitori" siano attualmente influenzati "non solo dagli organismi pubblici e sovrani, ma anche da un mercato privato di enormi dimensioni con diverse scelte e alternative in fatto di liquidità. Sono i fondi, ormai, a gestire il risparmio pensionistico o le indennità di buonuscita istituzionali, gli investitori retail, le piccole imprese familiari con i loro piani 401(k), i quali godono tutti di un ampio menu di scelte al bar dello stadio". Obbligazioni, azioni, liquidità – di paesi emergenti/sviluppati – euro, dollari, pesos. Sembra proprio una bella partita da giocare, non è vero? "Bisogna ripensare le politiche di stabilizzazione di un’economia instabile propugnate da Hyman Minsky, a causa dei sopraggiunti limiti del governo e della banca centrale” conclude il guru finanziario. "Non scommettete sulle partite di baseball. I bookmaker hanno commissioni troppo alte, e poi è noioso". Buono shutdown a tutti, in particolare a chi credeva che l'incubo fosse finito. E ve ne sono in circolazione. 

 

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