Non si placano le voci sul turbolento passato di Pete Hegseth. Stando a quanto rivelato dal New Yorker, infatti, l’ex conduttore di Fox News, scelto da Trump per guidare il Dipartimento della Difesa, venne allontanato dalla guida di due organizzazioni per la difesa dei veterani a causa di accuse interne di cattiva gestione e cattiva condotta personale.
Un rapporto ottenuto dalla rivista sostiene che, durante il periodo in cui era a capo di uno di questi gruppi no-profit, Hegseth era ripetutamente ubriaco durante gli eventi di lavoro e gli incontri con il personale. Sembra, inoltre, che abbia perseguitato sessualmente le collaboratrici e che l’organizzazione abbia ignorato la presunta cattiva condotta sessuale di un altro suo collaboratore.
La notizia arriva a seguito di un’accusa di violenza sessuale risalente al 2017, che l’uomo di fiducia di Trump ha negato di aver commesso e per la quale non è stata sporta alcuna denuncia. “Non abbiamo intenzione di commentare le affermazioni stravaganti, diffuse attraverso il New Yorker, da un ex socio insoddisfatto, meschino e geloso del signor Hegseth”, ha dichiarato un portavoce del 44enne, rigettando le ultime accuse.
Il rapporto di sette pagine è stato redatto da ex dipendenti di Concerned Veterans for America, il gruppo di difesa di cui Hegseth è stato presidente dal 2013 al 2016. Secondo il New Yorker, in passato Hegseth ha dovuto essere trattenuto dal raggiungere le ballerine sul palco di uno strip club della Louisiana dove aveva portato il suo team. Al tempo, inoltre, l’organizzazione avrebbe ignorato le accuse di una dipendente, secondo cui un altro membro dello staff di Hegseth avrebbe tentato di aggredirla sessualmente in quello stesso strip club.
Il New Yorker sostiene che il suo team di gestione “perseguitava sessualmente” le dipendenti e divideva le collaboratrici dell’organizzazione in due gruppi: “ragazze da festa” e “ragazze non da festa”. In una denuncia separata, un membro dello staff ha invece affermato che durante un viaggio di lavoro a Cuyahoga Falls, in Ohio, Hegseth ed altre persone a lui vicine si sono chiuse un bar dell’hotel e hanno urlato più volte “Uccidete tutti i musulmani!”.
Secondo altre fonti, in un’altra occasione, il 44enne è svenuto durante una festa, si presuppone per la massiccia quantità d’alcool assunta, urinando davanti all’hotel in cui alloggiava. Hegseth è stato a capo di Concerned Veterans for America dopo un precedente e controverso incarico alla guida di Vets for Freedom, un’organizzazione no-profit sostenuta da megadonatori repubblicani miliardari.
L’ex conduttore di Fox “gestì malissimo” questa associazione, sperperando migliaia di dollari e perdendo l’appoggio dei donatori. I suoi precedenti, in termini di condotta personale e gestione, non fanno altro che alimentare i dubbi sulla sua capacità di poter guidare il Dipartimento della Difesa, un’agenzia che conta 3 milioni di indipendenti ed un budget da 857 miliardi di dollari.
Le accuse già note nei confronti di Hegseth riguardano molestie sessuali e maltrattamenti anche verso la ex moglie Samantha. Pochi giorni fa, era emersa la notizia che il New York Times è risalito a una e-mail del 2018 scritta dalla madre del candidato alla Difesa, Penelope Hegseth, per denunciare i suoi comportamenti misogini e violenti. La donna ha poi smentito il contenuto della email in un’intervista telefonica con il giornale parlando di una missiva dettata dalla rabbia, ma aveva scritto al momento del divorzio: “A nome di tutte le donne (e so che sono molte) di cui hai abusato in qualche modo ti dico: fatti aiutare e fatti un esame di coscienza. Non ho rispetto per nessun uomo che sminuisce, mente, tradisce, va a letto con altre e usa le donne per il proprio potere ed ego. Tu sei quell’uomo (e lo sei stato per anni) e, come tua madre, mi addolora e mi imbarazza dirlo, ma è la triste, triste verità”.
Il 21 novembre un altro dei candidati di Trump si era ritirato per problemi di accuse sessuali: Matt Gaetz, scelto per il Dipartimento dello Giustizia, poi subito rimpiazzato con l’ex procuratrice della Florida Pam Bondi. La sua designazione aveva provocato critiche per settimane, legate in gran parte al delicato dossier stilato da una Commissione della Camera dei Rappresentanti fra l’altro sulla sua frequentazione di escort minorenni.