È rinomata in tutto il mondo per la sua varietà di sapori, ingredienti e tecniche, e ora corre per avere il meritato riconoscimento istituzionale. Dopo la visita del Ministro Francesco Lollobrigida a New York, la cucina italiana si è ufficialmente candidata all’UNESCO come “patrimonio immateriale”.
Un’iniziativa che non mira soltanto a proteggere ricette e pratiche culinarie tricolori, ma anche a celebrare il ruolo unico che la gastronomia italiana ha giocato nella storia, nella cultura e nell’identità del Paese. Gli Stati Uniti, e in particolare New York, sono uno sbocco oltreoceano in cui la cucina italiana ha attecchito e si è evoluta, conservando a volte le solide tradizioni da cui è nata ed evolvendosi persino in declinazioni più italoamericane.
In molti saranno sorpresi dal ritardo con cui l’Italia ha deciso di intraprendere la strada verso l’UNESCO, superata da paesi come Francia, Giappone, Corea e Messico che l’hanno percorsa anni fa.
Le tempistiche sono state lunghe, ma l’Italia ha voluto fare l’annuncio in grande, scegliendo come palcoscenico la prestigiosa fiera del Summer Fancy Food da dove è stata lanciata la campagna di comunicazione indispensabile per far conoscere al mondo le specialità note e meno note che è in grado di offrire.
“L’impegno del governo è promuovere il marchio Italia sui mercati esteri e valorizzare le eccellenze italiane per legittimare la qualità del nostro cibo”, ha detto in un’intervista il Ministro Lollobrigida. Parole riprese anche dal Presidente dell’ICE Matteo Zoppas, che ha messo in evidenza l’unicità della cucina italiana nel suo approccio alla biodiversità e alla sostenibilità, evidenziando il ruolo dell’Istituto di Commercio Estero nel supporto del percorso di candidatura.
Secondo le stime, nel 2023 il valore dell’export globale italiano sarà di circa 667 miliardi, contro i 624 miliardi del 2022: un aumento del 7% da considerarsi molto positivo anche alla luce delle condizioni del mercato globale. Sempre nella convinzione che l’export, sopratutto verso gli Stati Uniti, sia stato e continuerà ad essere una quota rilevante e in continua crescita.
L’Italia ha ora davanti a sé un anno e mezzo di promozione: nel 2025 l’UNESCO darà i risultati.