Gli Stati Uniti aumenteranno la loro presenza militare nelle Filippine, espandendo così le loro capacità operative nel Sud-est asiatico in funzione anti-cinese.
Lo hanno annunciato giovedì i Governi di Washington e Manila in una dichiarazione congiunta, nelle stesse ore in cui il segretario alla Difesa USA Lloyd Austin è in visita ufficiale a Manila.
“Questa è solo una parte dei nostri sforzi per modernizzare la nostra alleanza. E questi sforzi sono particolarmente importanti dal momento che la Repubblica Popolare Cinese continua ad avanzare le sue pretese illegittime nel Mar delle Filippine Occidentali”, ha dichiarato Austin durante una conferenza stampa giovedì pomeriggio nella capitale filippina – riferendosi alle mire territoriali di Pechino nelle acque vicine alle Filippine.
Oltre all’aspetto militare, però, il Pentagono è interessato inoltre a contenere le crescenti mire politico-commerciali cinesi sull’Asia – come testimoniano i maxi-investimenti compiuti dal Dragone nell’ambito della cosiddetta “Via della seta”.
Non si è fatta attendere la secca risposta delle autorità cinesi, che hanno avvertito che la mossa di Washington potrebbe provocare “un’escalation di tensioni” nella regione. La decisione del Governo filippino di permettere agli Stati Uniti di accedere a quattro siti di difesa sul proprio territorio “acuisce la tensione nella regione e mette in pericolo la pace e la stabilità regionale”, ha dichiarato giovedì il portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning. “Per una questione di egoismo, gli Stati Uniti stanno mantenendo una Guerra Fredda. I Paesi della regione dovrebbero rimanere vigili su questo aspetto ed evitare di essere usati dagli Stati Uniti”, ha aggiunto.
Martedì sera Austin ha incontrato il neo-presidente Ferdinand “Bongbong” Marcos e altre massime autorità della repubblica insulare, che è da decenni uno dei principali alleati di Washington nel Sud-est asiatico – prima che al potere salisse Rodrigo Duterte.
Il controverso leader populista, rimasto in carica dal 2016 al 2022, aveva infatti cercato di stravolgere la politica estera di Manila, avvicinandosi a Pechino a scapito dell’alleanza con lo zio Sam. Con la salita al potere di Ferdinand Jr. – figlio del semi-omonimo ex dittatore -, invece, si è deciso di tornare alle origini e di rinsaldare i legami con l’amministrazione Biden in funzione anti-cinese.
L’accordo USA-Filippine prevede non solo l’aumento delle truppe statunitensi di stanza nel Paese ma anche una cooperazione rafforzata in materia di difesa comune, addestramento ed esercitazioni congiunte. La precedente intesa era stata siglata ufficialmente nel 2014, subendo però un rallentamento nei 6 anni di governo Duterte.
Nel frattempo, appena una settimana fa, il Dipartimento di Difesa USA ha concluso i lavori di una nuova base militare a Guam – circa 2.500 km ad est delle Filippine – in grado di ospitare circa 5.000 Marines. L’incremento delle truppe USA nei pressi di Taiwan, secondo gli esperti, serve da ammonimento nei confronti delle autorità di Pechino, che rivendicano la sovranità sull’isola “ribelle” e ne hanno promesso l’annessione.
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