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June 4, 2021
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Andrew Yang difende Colombo: la statua a New York non si tocca

Il candidato tra i favoriti alla carica di sindaco di New York City, in esclusiva a VNY: "Colombo faro di orgoglio nel patrimonio dell’immigrazione condivisa"

Alessandro CasiraghibyAlessandro Casiraghi
Andrew Yang annuncia con un video la candidatura a sindaco di New York City

Andrew Yang in the video that announces his candidacy for mayor of New York City, as he eats a typical NY pizza slice

Time: 5 mins read
La statua di Cristoforo Colombo presso il Columbus Circle, a Manhattan (Flickr / Tomas Kicera)

È ormai da alcuni anni che la discussione intorno a Cristoforo Colombo è piuttosto accesa.

Da una parte ci sono coloro che sostengono che l’esploratore italiano sia un personaggio da celebrare per il suo coraggio e la sua intraprendenza, quasi come una figura messianica. Ma anche per aver esteso l’ampiezza del mondo allora conosciuto, ponendo le basi del sogno americano di libertà e nuove opportunità.

Dall’altra ci sono coloro che, invece, sostengono che Colombo sia stato l’inizio della fine. La fine delle comunità indigene, decimate dalle malattie portate dal navigatore e dalle razzie che commise. La fine delle loro libertà, perché costretti a convertirsi al Cristianesimo, forzati dalla pratica del requerimiento. La fine della  possibilità per i nativi di avere un voce in capitolo nel racconto della storia.

Busto di Cristoforo Colombo nella Little Italy del Bronx, NYC (flickr)

Il confronto tra le due fazioni si è fatto ancora più teso a partire dall’anno scorso. L’assassinio di George Floyd il 25 maggio 2020, e i colpi di coda della presidenza Trump, hanno radicalizzato le posizioni dell’elettorato.

I simboli in onore del navigatore sono diventati terreno di scontro, sollevando un polverone di interrogativi. Abbattere statue e cancellare cerimonie secolari può aiutare a ridare voce alle comunità marginalizzate dai vincitori della storia? Oppure è questa una forma di revisionismo storico che rischia di farci dimenticare – nel bene e nel male – da dove arriviamo?

In vista delle elezioni di novembre che eleggeranno il nuovo sindaco della città, abbiamo chiesto ai candidati che cosa pensano di Colombo e cosa hanno intenzione di fare con le sue statue e le sue celebrazioni.

L’abbiamo chiesto a tutti i candidati. Democratici, repubblicani, indipendenti, liberali. In totale sono 22 candidati. Ma il tema non sembra aver suscitato l’interesse di molti dei concorrenti in carica. Hanno risposto alle nostre domande soltanto in due: Andrew Yang, Democratico, e Bill Pepitone, Conservatore. Al contrario, la comunità italo-americana – che, costituisce la terza comunità etnica in assoluto di NYC – sembra essere particolarmente infervorita su Colombo.

Dibattito tra i candidati alle primarie del partito democratico per la carica di Sindaco di New York City, 2 giugno 2021

Una prima questione riguarda la possibile rimozione delle statue. Ce ne ne sono 8 di Colombo in tutta NYC: 5 a Manhattan, 1 nel Bronx, 1 nel Queens e 1 a Brooklyn. A gennaio del 2018, il rapporto finale della “Commissione consultiva del sindaco per l’arte, i monumenti e i marcatori della città” ha stabilito di “mantenere le statue di Colombo” e di “commissionare nuovi monumenti per quei gruppi che sono stati marginalizzati, allontanati o cancellati dalla memoria storica e dagli spazi pubblici”. Nell’estate del 2020, proteste e petizioni hanno rinnovato le richieste di rimozione delle statue di Colombo.

Italo americani celebrano la Columbus Day Parade

L’altra questione riguarda la celebrazione del Columbus Day. Il 4 maggio 2021, il Dipartimento dell’Istruzione di NYC ha cancellato il Columbus Day dal calendario scolastico 2021-2022, sostituendolo con l’”Italian Heritage Day/Indigenous People’s Day”. La comunità italo-americana non ha fatto passare liscia la questione. Anche per il modo in cui è stata gestita. Sembra che il cambiamento nella denominazione della festa, non sia stato oggetto di alcuna concertazione, ma semplicemente apparso sul sito del dipartimento il giorno della pubblicazione del calendario scolastico. Sembra addirittura che, in una primissima versione del calendario, la festa fosse stata semplicemente cancellata, senza prevedere nessuna celebrazione sostituiva per la comunità italo-americana. È anche per queste ragioni che un nutrito gruppo di associazioni di italo-americani – per lo più repubblicani – hanno manifestato al Columbus Circle.

Riportiamo qui integralmente le risposte dei candidati, nella speranza che nei prossimi giorni si aggiungeranno anche le voci degli altri che non hanno risposto. È importante per assicurare trasparenza agli elettori sul tema in vista delle primarie, e per arricchire un dibattito che necessita di un confronto politico.

 

ANDREW YANG

Andrew Yang candidato sindaco di New York City (pagina FB)

Classe 1975, nato in una famiglia di origini taiwanesi di New York. Ha creato alcune start-ups, per poi fondare Venure for America (VFA), un’organizzazione no-profit con l’obiettivo di creare posti di lavoro a seguito della recessione del 2008. Nel 2020 ha partecipato alle primarie democratiche per le elezioni presidenziali. Il suo cavallo di battaglia è stata la proposta di un reddito universale di base di $1,000 al mese per tutti i maggiorenni per combattere la disoccupazione creata dall’automazione dei processi produttivi. Si candida per il partito democratico.

Cosa rappresenta per te Cristoforo Colombo?

“Vedo Cristoforo Colombo come una figura con una legame culturale di lunga data con New York City, e specialmente con la nostra comunità italo-americana, nella quale serve come un faro di orgoglio nel patrimonio dell’immigrazione condivisa”.

Ordinerà al rimozione delle statue di Colombo?

“Come sindaco, non ordinerò la rimozione delle statue di Colombo della città. Dovremmo identificare più luoghi per monumenti che onorano gruppi storicamente trascurati o emarginati, mi impegno a concentrare il mio tempo limitato nell’amministrazione per unire i newyorkesi e migliorare le loro vite. Cercherò il loro input, ma non ho intenzione di rinominare statue o strade”.

Ordinerà la celebrazione del Columbus Day e parteciperai alla parata?

“Non penso che dovremmo ingaggiarci in grandi lotte su quale giorno ha il nome di chi, o mettere le comunità una contro l’altra. Penso che possiamo mantenere sia il Columbus Day sia celebrare il giorno dei popoli indigeni onorandoli in una data separata. In definitiva, il mio obiettivo è quello di unire i newyorkesi e stimolare la ripresa, e mi concentrerò sulle soluzioni per fare proprio questo.

 

BILL PEPITONE

Poliziotto in pensione. Nato a Brooklyn da una famiglia di italo-americani, si arruola nella polizia nel 1989. È stato coordinatore del servizio di sicurezza della polizia di New York. Ha deciso di candidarsi l’estate scorsa. “Guardavo la televisione e guardavo i disordini in città – la violenza e gli incendi dolosi, i saccheggi e gli agenti di polizia che venivano attaccati”, ha detto. “E non c’era proprio nessuna risposta da parte dei nostri funzionari eletti. E questo mi ha fatto davvero arrabbiare”. Si candida per il partito conservatore e non ha nessun avversario nelle primarie del suo partito.

Cosa rappresenta per te Cristoforo Colombo?

Bill Pepitone

“Cristoforo Colombo è la rappresentazione dello sforzo che gli italoamericani hanno affrontato quando sono arrivati in America. Personalmente, il suo ricordo mi fa venire in mente mio nonno, che venne in questo paese dall’Italia nel 1924. La sua famiglia ha lottato per sopravvivere, non sapendo se avrebbero avuto cibo in tavola da un giorno all’altro. Eppure ha lavorato duramente, ha costruito la sua attività e ha combattuto per gli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale a bordo della USS Savannah. Il suo amore per il suo luogo di nascita era pari solo all’amore per il suo nuovo paese. Come orgoglioso italo-americano, apprezzo molto i sacrifici fatti da Cristoforo Colombo, da mio nonno e da tanti altri che hanno resistito affinché noi potessimo godere delle libertà che il nostro paese ci offre”.

Ordinerà la rimozione delle statue di Colombo?

“Quando sarò eletto sindaco di New York City, non rimuoverò assolutamente nessuna delle statue di Colombo in tutta New York City, né sostengo la rimozione di nessuna delle nostre statue e monumenti esistenti. Fanno parte della storia dell’America e della città di New York e dovrebbero servire come strumento di apprendimento e di insegnamento per genitori ed educatori invece di essere rimossi e cancellati storicamente”.

Ordinerà la celebrazione del Columbus Day e parteciperai alla parata?

“Mi oppongo fermamente alla decisione di sostituire il Columbus Day con qualsiasi rinominazione artificiosa e politicamente corretta, poiché è un affronto agli italoamericani e un altro tentativo di dividere ed emarginare i newyorkesi. È la nostra storia e non dovrebbe essere cancellata da amministratori con programmi radicali. Ordinerò assolutamente la celebrazione del Columbus Day, e sarei onorato di partecipare alla parata del Columbus Day”.

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Alessandro Casiraghi

Alessandro Casiraghi

Sono affascinato dalle storie del mondo. Dalla Valle d'Aosta sono sbarcato nelle strade del Bronx, come un alieno. New York mi ha regalato l'amore. Ma continuo ad avere nel cuore le mie montagne, così come chi le viveva con me. Genitori, parenti, amici. Quando scrivo penso soprattutto anche a loro. Italiano? Credo di sì, l'Italia è il luogo in cui sono nato. Americano? Sicuramente quando accetto di mangiare nelle catene di fast food. Italo-Americano? Devo ancora capire davvero quello che significa. Non mi accontenterò delle risposte banali.

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