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Il Lincoln Center invoca la “Resurrezione” di New York dal cuore di Manhattan

Nell’ambito di “Restart Stages” - il programma di spettacoli con pubblico dal vivo - l’orchestra del MET ha eseguito “Resurrezione”, la Sinfonia n. 2 di Mahler

Alessandro CasiraghibyAlessandro Casiraghi
Il Lincoln Center invoca la “Resurrezione” di New York dal cuore di Manhattan

Damrosch Park , NYC, 5 settembre 2021 - L'orchestra del MET esegue la Sinfonia n. 2 in C minore, “Resurrection” di Gustav Mahler - Alessandro Casiraghi

Time: 4 mins read

A pochi passi da Central Park, il complesso del Lincoln Center ospita le principali istituzioni delle arti dello spettacolo di New York, nonché le più rinomate a livello globale. La Juilliard School, la Metropolitan Opera, la New York Philharmonic – per citarne soltanto alcune – hanno sede negli edifici in questo spazio racchiuso tra la Columbus Avenue e la 62° strada.

Per 17 mesi, le performance sono state sospese a causa della pandemia e gli spazi del Lincoln Center sono rimasti chiusi (al pubblico e agli artisti). Ma con l’inizio dell’estate e la prospettiva di un ritorno alla normalità grazie alle vaccinazioni, il Lincoln Center ha inaugurato “Restart Stages”, un programma di concerti ed eventi all’aperto per celebrare il ritorno delle performance artistiche dal vivo.

La sera del 5 settembre 2021 una lunga coda ha circondato il Lincoln Center. Quasi 3,000 spettatori, muniti di mascherina e di “Excelsior Pass” (la versione newyorchese del green pass), si sono riuniti presso il Damrosch Park – sul lato sinistro della Metropolitan Opera House – per assistere all’esecuzione della Sinfonia n. 2 in C minore, “Resurrection” di Gustav Mahler.

Guidati dal direttore d’orchestra Yannick Nézet-Séguin, i 116 musicisti, i 100 coristi, con i solisti soprano Ying Fang e mezzosoprano Denyce Graves, hanno eseguito la sinfonia del compositore e direttore d’orchestra austriaco, protetti da un’enorme abside che a tratti ricorda una porzione di una gigante margherita. Sullo sfondo, una serie di palazzi, ricoperti da un velo bianco per alcuni cantieri, ricordavano agli spettatori la fase di profonda mutazione che la città sta vivendo.

La scelta della sinfonia “Resurrezione” non è affatto casuale. Il settore dell’intrattenimento e degli spettacoli dal vivo di New York City ha subito una crisi profondissima a seguito della pandemia. Nel 2019 il settore distribuiva 7,4 miliardi di dollari in stipendi, con una crescita del 42% nel periodo 2009-2019. “A dicembre 2020 – spiega un rapporto dello State Comptroller pubblicato a febbraio di quest’anno – l’occupazione nel settore è diminuita del 66% rispetto a un anno prima, il calo maggiore tra i settori economici della città”.

Con la Sinfonia di Mahler, il MET celebra il suo ritorno sulla scena dell’intrattenimento dal vivo. L’evento gratuito è stato l’occasione anche per promuovere la stagione 2021-22 della Metropolitan Opera House, che si aprirà lunedì 27 settembre 2021 con l’opera “Fire shut up in my bones”. Come racconta il direttore generale del Metropolitan Opera, Peter Gelb, “Non solo sarà la prima opera dal vivo dopo 18 mesi, ma sarà anche la prima rappresentazione della compagnia di un’opera di un compositore di colore. Un evento sicuramente epocale, e uno che aspettavamo da tempo”.

Gustav Mahler, compositore e direttore d’orchestra vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo – flickr

Ma la Sinfonia n. 2 di Mahler non serve soltanto a celebrare il ritorno del MET o degli spettacoli dal vivo. Serve anche ad esorcizzare lo spettro della morte in una città che sta facendo i conti con migliaia di vittime.

Sul lato sinistro del palco, la bandiera americana vola a mezz’asta per ricordare i morti dell’alluvione della settimana scorsa. A seguito delle eccezionali precipitazioni (più di 15 centimetri in poche ore) del 2 settembre, provocate dai resti dell’uragano Ida , si sono registrate 12 vittime nella sola città di New York. In tutto 43 vittime se si considerano anche quelle degli stati di New Jersey, Pennsylvania e Connecticut. Alcuni sono morti annegati perché abitavano in appartamenti scantinati, altri nelle loro automobili rimasti intrappolati nelle strade allagate.

Durante la performance dell’orchestra, la sirena di un’ambulanza – che percorre la strada adiacente al parco – costringe il direttore d’orchestra a interrompere la performance. E ricorda agli spettatori che i morti da commemorare sono anche quelli della pandemia (quasi 34 mila nella sola città di New York, 650 mila negli Stati Uniti). Ma anche quelli degli attacchi terroristici dell’ 11 Settembre 2001 (2,977 vittime), il cui ventesimo anniversario sarà celebrato proprio sabato prossimo.

“Rise again, yes, you will rise again, / My heart, in an instant! / What you have fought for, / Will carry you to God!”. “Risorgi di nuovo, sì, risorgerai ancora, / Cuore mio, in un istante! / Ciò per cui hai lottato, / ti porterà a Dio!”. Così recita il canto di chiusura della Sinfonia, che fu suonata a New Orleans dopo l’uragano Katrina ed eseguita dalla New York Philharmonic due giorni dopo l’assassinio di John F. Kennedy. È chiamando a raccolta una comunità di più di 200 artisti sul palco che Mahler e il MET celebrano la morte, la vita, e la resurrezione, che le accoglie entrambe.

Il presidente John F. Kennedy nello Studio Ovale l’11 luglio 1963 – Cecil Stoughton, Casa Bianca / Biblioteca John F. Kennedy

Ai lati della platea, due schermi rivolti verso il palco mostrano i movimenti del direttore d’orchestra. Servono ad aiutare musicisti e coristi a seguire le indicazioni del direttore. Non c’è resurrezione per una comunità senza una guida. E la guida della città di New York cambierà a novembre. Dopo 8 anni, il sindaco Bill de Blasio consegnerà il testimone (con molta probabilità) ad Eric Adams, vincitore delle primarie per il partito democratico.

Sarà Adams in grado di dirigere la comunità di New York verso la sua resurrezione? Per farlo il nuovo sindaco non dovrà soltanto rivitalizzare il settore artistico di New York (che rappresenta circa l’8% del PIL della città), ma anche prevedere un piano per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, risollevare l’economia piegata dalla pandemia e combattere la piaga dilagante del crimine.

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Alessandro Casiraghi

Alessandro Casiraghi

Sono affascinato dalle storie del mondo. Dalla Valle d'Aosta sono sbarcato nelle strade del Bronx, come un alieno. New York mi ha regalato l'amore. Ma continuo ad avere nel cuore le mie montagne, così come chi le viveva con me. Genitori, parenti, amici. Quando scrivo penso soprattutto anche a loro. Italiano? Credo di sì, l'Italia è il luogo in cui sono nato. Americano? Sicuramente quando accetto di mangiare nelle catene di fast food. Italo-Americano? Devo ancora capire davvero quello che significa. Non mi accontenterò delle risposte banali.

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