Marck Art è uno dei giovani artisti italiani più noti e conosciuti anche in ambito internazionale (e il nome d’arte sembra appunto creato per intercettare un pubblico globale). Le sue opere compaiono in prestigiose collezioni come quella dei Marchesi Berlingieri e vengono spesso esposte in sedi istituzionali, come la Camera dei Deputati. La sua storia è raccontata in un bel libro di Carmelo Sardo, L’arte della salvezza. Storia favolosa di Marck Art, presentato due anni fa alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
In questi giorni Marck Art è a New York per l’inaugurazione di un’installazione permanente donata e consegnata all’Istituto Italiano di Cultura di New York, alla presenza del vicepresidente della Camera dei Deputati, on. Giorgio Mulé. La cerimonia si è svolta martedì 15 ottobre.
A differenza di tanta arte contemporanea, persa in una dimensione astratta e qualche volta piuttosto algida (molti quadri sembrano prodotti per servire da complementi di arredo più che per genuina ispirazione), Marck Art lavora seguendo una linea figurativa. Ma le immagini non sono una replica del mondo che vediamo attorno a noi. Nell’ultima fase della sua pittura sono angeli che sembrano venire da un’altra dimensione, non si sa bene se vicinissima o lontanissima.
Solo un artista può immaginare gli angeli che Marck Art dipinge nelle sue tele. Non hanno aureola e neppure ali o braccia. Arrivano dal profondo dell’immaginazione infantile, dentro di noi, o dagli infiniti abissi dello spazio extraterrestre.
Così è l’angelo donato all’Istituto di Cultura. Un angelo monumentale di quasi quattro metri collocato nel bellissimo vano scale curvilineo dell’edificio, dalla forma stranamente simile ad un’abside. Ma nessuno potrebbe dire che si tratta di un’angelo cristiano. Manca ogni connotazione legata a una religione specifica. Gli angeli sono presenti in moltissime civiltà. Sono messaggeri tra cielo e terra, come suggerisce la radice etimologica della parola che deriva dal greco antico “ἄγγελος” (da “ἀγγέλλω”, cioè “annunzio”). Hermes/Mercurio è, in questo senso, un angelo. Angeli sono presenti nell’Islam, così come nello zoroastrismo e ovviamente nell’ebraismo.
Marck Art ha deciso di rinunciare ai “segni” tipici dell’angelo cristiano, ovvero le ali e l’aureola. Per questo motivo i suoi angeli sono inclusivi, non solo ci portano il bellissimo messaggio che esiste un “altrove”, ma sembrano dirci che si tratta di un orizzonte inclusivo, dove tutti potranno essere accolti, indipendentemente dalle loro credenze in tema di fede.
Dell’iconografia angelica resta comunque qualcosa. In primo luogo la bidimensionalità, che rimanda quasi all’arte bizantina (ben conosciuta da Marck Art, di origine siciliana). In secondo luogo, la posa ieratica, che però non si rivolge all’interno ma all’esterno del quadro.
Siamo abituati ad angeli che parlano a Maria – nelle innumerevoli annunciazioni – o ad altri personaggi (per esempio, a Isaia, purificato dal tizzone ardente che l’angelo gli accosta alla bocca per dargli il dono della profezia).
Gli angeli di Marck Art, invece, mantengono una sorta di sacrale staticità, ma guardano fuori della tela, interpellano proprio noi, ci invitano a interpretare il loro sguardo, le parole silenziose (se sono parole) pronunciate dalle loro bocche, e a rispondere con messaggi che saranno raccolti dalle loro enormi orecchie: sono infatti esseri favolosi fatti non solo per annunciare ma per ascoltare i loro spettatori.
Secondo Dante, il linguaggio appartiene solo agli uomini perché gli animali non ne hanno bisogno e gli angeli comunicano con la mente, in modo che oggi diremmo telepatico. Non sappiamo se sia vero, ma certo all’Istituto di Cultura si è aperto uno spazio nuovo di espressione e di narrazione nella quale non è solo Marck Art a rappresentare le immagini che lo abitano, ma siamo noi a dover investire noi stessi, diventando creatori dell’opera insieme all’artista. L’angelo ci raggiunge e ci aspetta, pronto a svelare a ciascuno il suo particolare annuncio. L’annunciazione, finalmente, è per tutti.