Era da più di un mese che non mettevo piede a Brooklyn. Ero appena tornata dal Summit della NATO a Washington e piuttosto felice all’idea di passare un weekend tranquillo nel mio quartiere; così, dopo aver scritto un paio di articoli, ero appena uscita di casa alle 18 di sabato, quando il telefono ha squillato: “Hanno sparato a Trump”.
Ora, mentre sono in volo per Milwaukee per la Convention Repubblicana, non ho perso la speranza di godermi finalmente un weekend tranquillo al mio ritorno a Brooklyn tra cinque giorni, prima di dirigermi a Washington DC per la visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu.
So già cosa voglio fare. Ieri, per la prima volta in sette mesi, la biblioteca centrale di Brooklyn ha riaperto di domenica. Forse conoscete già questa storia perché ne avevamo parlato proprio in questa rubrica: a novembre i tagli di City Hall al budget avevano costretto gli amministratori a chiudere la biblioteca di domenica (ed era a rischio pure il sabato). Il sindaco Eric Adams aveva annunciato infatti che, dato l’impatto sul bilancio causato dall’influsso di oltre centomila migranti in un anno, la città non poteva permettersi di versare tanti soldi alle biblioteche.
Ma da allora i residenti del quartiere si sono battuti per cercare di ripristinare il servizio. Linda Johnson, presidente della Brooklyn Public Library, dice che sono state spedite 30.000 lettere a politici locali, “per far capire quanto fosse importante”. Ci sono state manifestazioni cui hanno partecipato celebrità come Hillary Clinton e Whoopy Goldberg. Il mese scorso City Hall ha annunciato il ripristino dei 58,3 milioni di dollari di fondi alle biblioteche pubbliche.
Si tratta di istituzioni che hanno programmi per tutti: bambini, adulti, immigrati, senzatetto che possono così trovare riparo dal freddo o dal caldo, e magari riposarsi, ha detto qualche giorno fa in una intervista al mio collega Andrea Marinelli il vicepresidente della Brooklyn Public Library Jakab Orsos. “Li facciamo anche dormire, ma non tutto il giorno, dopo un po’ dobbiamo svegliarli”, spiega Orsos. “Ma vogliamo che vengano: li aiutiamo anche a trovare posti dove dormire, mangiare o lavarsi. Diamo loro degli spazzolini”. Ecco dove progetto di fare tappa se riesco ad avere una domenica tranquilla.