Dal 18 dicembre le biblioteche pubbliche sono chiuse di domenica a New York. Mi rendo conto che non è solo un problema di Brooklyn, ma la Brooklyn Central Library, il maestoso edificio vicino casa mia che fa da sentinella alla Grand Army Plaza, è una di queste.
In una ventosa domenica di febbraio, esattamente un anno fa, incontrai davanti alla Central Library i ragazzi del Luddite Club, il club dei luddisti, un gruppo di adolescenti nato alla Murrow High School di Brooklyn. «Passiamo semplicemente il tempo», mi disse Jameson Butler, capelli castani con ciocche tinte di biondo, seduta con gli amici diciassettenni sui gradini della biblioteca. Qualcuno aveva con sé un libro, nessuno aveva lo smartphone.
«D’estate, portiamo pure le amache», mi disse la sua amica Logan Lane, spiegando che le legavano agli alberi di Prospect Park, il grande parco davanti alla biblioteca. Logan, Jameson, Odile Zexter-Kaiser e l’unico maschio, Max Frackman, avevano rinunciato agli smartphone scegliendo di usare telefonini «a conchiglia» popolari vent’anni fa e che oggi sembrano reperti archeologici. Anche col freddo, la pioggia, la neve, si incontravano qui ogni domenica e, dopo aver cercato inutilmente una loro presenza online, li avevamo trovati imbattendoci in loro, come si faceva una volta, per poi scriverne sul Corriere della Sera.
Tuttora, di domenica, incontri gente davanti al monumentale portone di bronzo della biblioteca: alto più di 15 metri, ha 15 pannelli che rappresentano protagonisti della letteratura americana, da Moby Dick a Tom Sawyer fino al nostro Walt Whitman di Brooklyn. La gente arriva e per un attimo è confusa: la Central Library è chiusa. “Ringraziate il vostro sindaco”, dice un papà che deposita nella scatola di metallo all’esterno dell’edificio un libro del Dr Seuss e poi spinge via la figlia di cinque anni in un “wagon” rosso (qui a Brooklyn trovi tanti “wagon” quanto passeggini: sono carrelli dove insieme ai bambini metti la spesa e tutto quanto ti è possibile immaginare).
Il sindaco Eric Adams ha annunciato lo scorso novembre che, dato l’impatto sul bilancio causato dall’influsso di oltre centomila migranti in un anno (in tre anni secondo il New York Times, Adams ha previsto che costeranno oltre 12 miliardi di dollari), la città ha dovuto fare dei tagli. Adams ha dichiarato che chiudere le biblioteche di domenica consente di risparmiare 23 milioni di dollari: nel budget di New York di 110 miliardi di dollari è una goccia nell’oceano. Si era temuto che le chiusure a gennaio sarebbero state estese anche al sabato, ma Adams ha detto lo scorso gennaio che non sarà così, almeno nel 2025.
Un nuovo rapporto appena uscito misura la frequentazione delle biblioteche di New York dal luglio all’ottobre 2023, rivelando che nei quattro mesi precedenti al “taglio” della domenica c’era stato un aumento di visitatori, da circa 2,4 milioni (negli stessi 4 mesi di un anno fa) a 2.6 milioni. Le otto sedi legate alla biblioteca di Brooklyn sono quelle che hanno visto l’aumento più consistente di nuovi tesserati: quasi raddoppiati da 105.876 rispetto ai 59.967 dello stesso periodo nell’anno prima. Il rapporto non spiega il motivo dell’aumento della domanda, ma c’è chi crede che sia legato anche alle decine di migliaia di migranti provenienti soprattutto dall’America Latina, che frequentano le biblioteche.
Lauren Comito, bibliotecaria da vent’anni e direttrice di Urban Librarians Unite, ha detto in tv che molti pensano che questi siano “soltanto posti dove puoi prendere libri e fare domande. Ma le biblioteche sono spazi per la comunità, uno degli ultimi spazi gratuiti nei quartieri, dove le persone possono ritrovarsi magari anche con gente diversa da loro per età e posizione socioeconomica. E costruire una comunità. Sono posti dove i bambini imparano a leggere e dove gli anziani sfogliano il giornale, sfuggono alla solitudine e trovano qualcuno che ricordi il loro nome, e sono posti dove i richiedenti asilo possono stampare i documenti”.
Alla sede della biblioteca pubblica di Greenpoint, una delle otto a Brooklyn, l’ultima domenica di apertura a dicembre è stata salutata con una veglia con le candele, per piangere la perdita. Il sindaco ha suggerito che le biblioteche dovrebbero attingere alle sovvenzioni che ricevono da donatori privati per colmare i tagli dei finanziamenti pubblici.