Il Chick-fil-A di Flatbush Avenue, proprio di fronte al palazzetto sportivo “Barclays Center”, è l’unico in tutta Brooklyn.È sempre pienissimo, più che altro di fattorini per le consegne a domicilio, che pare siano responsabili del 70% delle vendite dei suoi panini di pollo.

A partire dalle 5 del pomeriggio c’è talmente tanta confusione – di motorini soprattutto, allineati lungo tutto il marciapiede mentre i loro autisti attendono che sul monitor appaia il loro nome – che i residenti si sono lamentati. Da quando ha aperto nel 2019 – hanno scritto in una lettera alle autorità – la strada è diventata di fatto “il drive-thru” del fast food.
Il New York Magazine ha scritto che questo è uno dei Chick-fil-A che fa più soldi in assoluto in tutti gli Stati Uniti. E nella progressista Brooklyn mi aveva un po’ stupito.
L’azienda, fondata da S. Truett Cathy, un uomo religioso che ha voluto che il fast food resti chiuso di domenica in modo che i dipendenti possano andare a pregare, si è notoriamente allineata in passato con cause conservatrici, per esempio dando finanziamenti a organizzazioni anti-Lgbtq (ha smesso nel 2019).
Nel 2012 l’ex presidente di Chick-fil-A, Dan Cathy, si espresse contro la legalizzazione dei matrimoni gay, il che portò ad un boicottaggio da parte dei consumatori di sinistra.
Ma di recente tutto si è ribaltato. Chick-fil-A è diventato un bersaglio della destra, con richieste di boicottaggio, stavolta, da parte di personaggi come Charlie Kirk di Turning Point USA. L’azienda è stata definita “woke” quando gli attivisti conservatori hanno scoperto che c’è un manager che si occupa di garantire il rispetto di politiche di diversità, equità e inclusione (DEI).
La svolta sarebbe iniziata dopo l’omicidio di George Floyd. C’è un video in cui Dan Cathy parla di come i bianchi dovrebbero denunciare le ingiustizie subite dai neri: è stato anch’esso criticato da destra. Non so quali effetti abbiano avuto i boicottaggi sugli affari dell’azienda altrove, ma qui a Brooklyn al momento vanno fin troppo bene.
