La comunità scientifica dell’area metropolitana di Washington c’è ed è intenzionata ad essere sempre più rilevante e incisiva. Anche grazie alla nuova sezione di Washington, Maryland e Virginia dell’ISSNAF, la Fondazione degli scienziati e ricercatori italiani in Nord America, inaugurata ieri.
“Le associazioni di ricercatori italiani all’estero sono attori chiave del nostro “Sistema Paese” per la cooperazione internazionale nei campi della scienza e della tecnologia”, ha sottolineato l’ambasciatrice Mariangela Zappia nel suo intervento introduttivo all’evento “Research from Earth to Space: the Italian contribution”, ospitato presso la sede diplomatica, con il sostegno di Leonardo U.S.
“L’ambasciata d’Italia sostiene con convinzione l’impegno dell’ISSNAF nel rafforzare le relazioni tra ricercatori italiani e USA, a beneficio della collaborazione scientifica ed economica bilaterale” ha aggiunto. Zappia ha anche anticipato che l’accordo quadro Italia-USA sarà aggiornato quest’anno e darà priorità ai settori di punta più strategici per i due Paesi.

L’importanza di fare rete è emersa negli interventi di tutti i relatori del panel: Cinzia Zuffada, Presidente dell’ISSNAF; Antonio De Rosa, docente di matematica all’università del Maryland; Lorenzo Leggio, Vice Direttore scientifico del National Institute of Drug Abuse (NIDA/NIH), Valentina Mantua, Senior Staff Fellow alla Food and Drug Administration; Rita Sambruna, Vice Direttore di Astrofisica al Goddard Space Flight Center della NASA; Loredana Santo, epidemiologa al Centro nazionale per le statistiche sulla salute dei CDC.
A guidare questa nuova sezione, c’è Giuseppe Cataldo, ingegnere aerospaziale alla NASA e neo presidente del chapter dell’ISSNAF. “L’obiettivo principale è quello di creare ponti tra gli Stati Uniti e l’Italia, facilitando programmi bilaterali”, ci spiega. “Si pensi, ai giovani studenti, ai ricercatori e alle ricercatrici italiani che magari puntano a venire qui. Ad esempio per la tesi di laurea, per il dottorato, per un periodo di ricerca. Questo è un punto estremamente importante per me, anche con il fondamentale supporto dell’ambasciata e dei canali istituzionali”, continua.
Classe 1984, Cataldo alla NASA è responsabile della protezione planetaria per una delle missioni di ritorno dei campioni prelevati da Marte. Nei mesi scorsi ha collaborato a uno dei progetti più ambiziosi dell’agenzia spaziale americana, ovvero il James Webb Space Telescope. Cataldo ha conseguito un dottorato di ricerca in Aeronautica e Astronautica presso il Massachusetts Institute of Technology. Prima dell’esperienza americana, la formazione in Europa. Ha studiato, infatti, in contemporanea ai Politecnici di Milano (Ingegneria Aeronautica) e di Torino (Ingegneria Aerospaziale) e in Francia all’Institut Supérieur de l’Aéronautique et de l’Espace di Tolosa (Ingegneria Aerospaziale). Al Goddard Space Flight Center della NASA, a pochi chilometri da Washington, invece, è arrivato a 23 anni quando, ancora studente, vinse un concorso bandito dall’ESA per la NASA Academy.

Cataldo, dunque, è la dimostrazione di quanto sia cruciale il ponte scientifico sull’Atlantico. “La nostra sezione DMV (ovvero quella che copre l’area metropolitana di Washington e include Virginia e Maryland) dell’ISSNAF conta già quasi 300 membri – dice soddisfatto – Si tratta di un chapter molto vario con tantissimi ambiti e discipline diversi a tutti i livelli di carriera e in tutte le discipline, dai giovani post-doc, fino ai professori o direttori di dipartimento. Abbiamo gli scienziati della NASA, dunque astrofisici, ingegneri, ma ci sono poi docenti universitari di matematica, chimica, economisti. E ancora professionisti che lavorano nell’ambito della ricerca medica. Molti sono in forze al NIH, nei CDC, nella FDA. Abbiamo poi legami con la parte umanistica, soprattutto quando si occupa di ricerca”.
Insomma, la comunità scientifica italiana è davvero estesa ed è intenzionata a fare rete. “Siamo nati da poco, quindi obiettivo fondamentale adesso è quello di costruire una base solida di membership. Lavoreremo a consolidare il database e inserendo
anche i nuovi membri. Ovviamente ci affideremo molto ai canali social come Twitter e LinkedIn”.
Fondata nel 2007 da scienziati, studiosi e premi Nobel italiani, con l’intento di promuovere la cooperazione culturale, scientifica, accademica e tecnologica, oggi l’ISSNAF riunisce oltre 3000 ricercatori, scienziati e professionisti italiani in Nord America. Al timone della nuova sezione, oltre a Giuseppe Cataldo, c’è il co-chair Emanuele Francesco Pecora, Technology Manager presso il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti per le attività di ricerca, sviluppo, dimostrazione e commercializzazione delle tecnologie legate all’energia solare. Nel comitato esecutivo, i ricercatori Simone Mastrogiacomo, Daria Piacentino, Gioia Rau, Giulia Riparini e Antonio Ivano Triggiani.
“È importante farci conoscere di più sul territorio senz’altro – evidenzia Cataldo – Poi, puntiamo a creare una serie di eventi scientifici in cui metteremo in primo piano il contributo degli italiani”.