I newyorkesi non sono di certo sorpresi dal caldo torrido di queste giornate, ma anche i più esperti e abituati alle alte temperature, dopo un po’, hanno bisogno di una pausa.
È per questo che spopolano le piscine in affitto. I privati che ne hanno una, così come i condomini, decidono una tariffa oraria e mettono sul mercato la loro attrezzatura, puntando sul fatto che molti, in città, non desiderino altro che qualche momento di fresco e relax.
Non tutti, però, sono d’accordo con questa iniziativa, specialmente nei “building” più costosi. Le spese di condominio sono altissime e trovarsi gruppi di estranei che nuotano e scorrazzano nella propria piscina fa storcere il naso a molti.
Non è solo l’affollamento il problema. L’area comune sul tetto di One North Fourth, un lussuoso edificio a Williamsburg, qualche giorno fa si è ad esempio trasformata nella location di una festa senza regole. Musica altissima, folla scalmanata e un enorme galleggiante a forma di cigno pronto per i canonici shooting da caricare su Instagram.

Kevin, un residente di 29 anni del palazzo, aveva soltanto intenzione di trascorrere una serena giornata in piscina, ma è riuscito a malapena a trovare una sedia. Nemmeno un dito nell’acqua è riuscito a immergere. La terrazza era stracolma di corpi sudati che ballavano a ritmo di musica.
“È un’area privata”, ha commentato scocciato Kevin, che per quella piscina paga 65 dollari al mese, da aggiungere ai $4.750 di affitto che sborsa ogni mese per una camera da letto. “L’edificio non è economico – ha continuato – si paga per un certo livello di pace e tranquillità”.
Al vicino 420 Kent, un altro edificio di prestigio a Williamsburg, la terrazza esterna del settimo piano è stata invasa in un pomeriggio da ragazzi e bottiglie di alcolici. Il comportamento degli ospiti è diventato un problema talmente grande che la direzione dell’edificio ha dovuto inviare un promemoria per scoraggiare a tenere un “atteggiamento da confraternita”. Si parla di vetri rotti, vomito e sporcizia in ogni dove. I classici rimasugli di una festa da college.

“Quando la gente si diverte in modo irresponsabile – ha detto un condomino – si ubriaca troppo e vomita. Così si intralcia il benessere di tutti gli altri. Sono favorevole al fatto che le persone possano fare festa: la piscina è lì per questo ed è estate. Ma non così, non in questo modo”.
Il problema delle piscine affollate non coinvolge però soltanto i fortunati residenti di palazzi che ne possiedono una. Joseph Bonvouloir, 26 anni, fondatore e amministratore delegato di una società di gestione patrimoniale, paga circa 300 dollari al mese per accedere alla vasta area della piscina di Equinox Hudson Yards. Eppure, nonostante la quota, “nei fine settimana, se non sono lì alle prime luci dell’alba, l’attesa è di circa quattro ore solo per avere una sedia”.
Lamentele continue che non si spiegano solo con il caldo che attanaglia la città. Le piscine sono diventate così attraenti dopo che le spiagge hanno iniziato ad essere pericolose, o ritenute tali, per via di ripetuti attacchi degli squali.
Il clima non è dei migliori: i continui ingressi in piscina stanno scatenando conflitti in tutta la città. Inizia una nuova faida: residenti contro estranei. Tutti schierati per accaparrarsi l’ultimo lettino all’ombra disponibile.
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