Una donna, State Trooper (ossia agente di polizia) dello stato di New York, che l’estate scorsa aveva accusato l’ex governatore Andrew Cuomo di molestie sessuali, ha deciso di intentargli causa. Identificata come Trooper 1 nei documenti legali per via del desiderio di mantenere segreta la sua identità, ha fatto causa non solo a Cuomo, ma anche alla sua assistente dell’epoca Melissa DeRosa ed al corpo di polizia newyorkese. Le ragioni sono “il profondo tormento psicologico e l’angoscia emotiva” subiti dalla vittima.
L’accusa verso il governatore è quella di aver ripetutamente rivolto commenti inopportuni sull’aspetto fisico dell’agente, averle chiesto aiuto nel trovare una fidanzata che sapesse “sopportare il dolore”, ed aver intavolato diverse conversazioni su tematiche sessuali. Il politico italoamericano avrebbe inoltre toccato la donna in maniera da lei ritenuta inappropriata. “Ha fatto scorrere un dito verso il basso sulla mia spina dorsale, praticamente dal mio collo alla parte centrale della schiena per poi dire ‘hey, tu’,” ha spiegato.
DeRosa, invece, è stata accusata di essere stata consapevole del comportamento di Cuomo, e di aver partecipato attivamente nell’occultamento delle molestie. La risposta del suo avvocato è arrivata velocemente, negando categoricamente il coinvolgimento della donna.
“La loro unica interazione è stata un ‘buongiorno, buonasera’. Questo non è un caso legale valido negli Stati Uniti ed è decisamente frivolo”, ha dichiarato il legale Paul Schectman.
La donna è la prima tra le 11 che, ad agosto, avevano accusato il governatore di molestie sessuali a decidere di fargli causa. Le testimonianze di tutte e undici, però, erano state raccolte nell’investigazione della procuratrice generale Letitia James, che aveva portato il governatore a dimettersi.
“Per via delle minacce e della diffamazione ricevute da Trooper 1 dopo aver testimoniato onestamente sulle molestie sessuali subite, sul posto di lavoro, dall’ex governatore, ha preso la decisione di procedere con la causa in maniera anonima, con la speranza di poter rivendicare i suoi diritti legali e voltare pagina”, ha annunciato Valdi Licul, legale della parte lesa.
Cuomo continua a negare le accuse, bollando le parole delle donne come un tentativo di “guadagnare consenso politico, ottenere notorietà e guadagno personale”. “I fatti sono completamente diversi da come sono stati rappresentati. Non ho mai toccato nessuno in maniera inappropriate, né ho fatto alcuna avance sessuale fuori contesto”, ha dichiarato mesi fa il governatore. “(Queste accuse) screditano le vere vittime di abusi sessuali, che la legge dovrebbe proteggere”.