Che fine farà la ristorazione all’aperto a New York? La città sta decidendo il suo futuro proprio in queste settimane. Si riflette sulle strutture al chiuso costruite durante la pandemia, e se consentire il sevizio solo all’interno oppure in strutture meno permanenti e più areate.
I Dipartimenti dei Trasporti (DOT) e della Pianificazione Urbana stanno lavorando insieme e con vari progettisti urbani per decidere che aspetto avranno i cinque boroughs nei prossimi anni.
L’anno scorso la città ha inoltre raccolto le opinioni dei residenti che, però, non sono sulla stessa lunghezza d’onda: c’è chi è più interessato alla quantità di parcheggi, chi alle piste ciclabili, e chi pensa che le cene all’aperto siano troppo rumorose. Vi è però, anche chi si sente più sicuro nelle strutture “a prova di Covid-19” costruite negli ultimi anni e non riesce ad immaginarsi un ritorno alla ‘normalità’, ossia mangiare in uno spazio ristretto.

La Grande Mela non pensa ai capannoni messi in piedi negli ultimi mesi, spesso chiusi e quindi non utili al contenimento dei contagi, come ad una possibile soluzione permanente. L’obiettivo del DOT è quello di forzare bar e ristoranti a scegliere strutture aperte e facilmente rimovibili, ossia l’opposto di quelle adatte a tutte le stagioni costruite negli ultimi due anni.
D’ora in poi, le opzioni disponibili potrebbero essere due. Da una parte i sidewalk cafes, che continueranno ad occupare parte dei marciapiedi; dall’altra i roadway cafes, che prenderanno il posto di parcheggi o piste ciclabili sulla strada. Non saranno più concesse solide strutture in legno, ma ombrelloni, barriere permanenti e tendoni.

Le agenzie cittadine, inoltre, sceglieranno gli orari d’apertura dei locali, almeno all’esterno: questo limiterà le costanti lamentele per i rumori assordanti di bar o ristoranti.
Ad oggi sono circa 12.100 i ristoranti che hanno ricevuto una licenza per l’outdoor dining, ma tutti dovranno ri-inoltrare la richiesta dopo le nuove misure del governo locale. “Espandendo il programma ai ristoranti in ogni parte della città ed offrendo la nuova possibilità di avere uno spazio sulla strada, un roadway cafè, il programma aiuterebbe in particolare i cittadini dei quartieri con redditi più bassi e le comunità nere,” ha detto il commissario dei trasporti Ydanis Rodriguez, lo stesso politico che ha insistito per consentire il voto ai residenti senza cittadinanza.
Il mese scorso, il DOT ha iniziato un tour dei cinque distretti per ascoltare le opinioni delle varie comunità e, in queste settimane, sta dialogando con il Dipartimento della Salute e dell’Igiene per fissare gli standards necessari per la gestione delle specie nocive, come insetti e ratti. Entro la fine di questo mese dovrebbero venire scelte le specifiche del programma permanente, che verrà implementato da inizio 2023.