Dopo la morte di Michelle Alyssa Go, spinta sulle rotaie di Times Square, il pubblico newyorkese ed alcuni funzionari eletti hanno ricominciato ad esigere un aumento nelle misure di sicurezza. Il rinnovamento più richiesto sono le barriere sui binari per proteggere i passeggeri che aspettano i treni sulle banchine. Questo eviterebbe suicidi, omicidi ed incidenti di vario genere, che ogni anno causano decine di vittime in città.
Queste porte sono già comuni nei servizi metropolitani di molte località, come Torino, Tokyo, Copenhagen e molte altre. Ci sono, però, diverse ragioni per le quali l’MTA è contraria al loro inserimento nelle stazioni newyorkesi.

Le ragioni sono state descritte in un rapporto del 2019, pubblicato oggi, e lungo più di 3000 pagine, che spiega come queste barriere protettive potrebbero essere costruite solo in 128 stazioni su 472, ed arriverebbero a costare 7 miliardi di dollari. Questa cifra costituirebbe il 14% del budget totale dell’Autorità dei Trasporti Metropolitani (MTA), che ha già promesso di utilizzare i fondi per rendere alcune stazioni più accessibili ed acquistare 2000 pullman e 2000 vagoni della metropolitana nuovi.
Il motivo per cui in molte stazioni le porte renderebbero i passaggi impraticabili, è principalmente la mancanza di spazio, in un sistema metropolitano costruito ad inizio 900. Non vi sarebbe, quindi, l’area sufficiente per le colonne della struttura portante, mantenendo il passaggio per le carrozzine.
In alcuni casi, invece, la forma di banchine e treni lascerebbe irrimediabilmente vuoti tra le porte ed i vagoni, creando un passaggio ugualmente pericoloso.

Il rapporto è estremamente preciso: mostra le misure esatte e la resa tridimensionale che avrebbero le porte nel contesto metropolitano cittadino.
“Stiamo studiando nuovamente la questione. Siamo interessati nel vedere se ci sono le opportunità per installare queste porte, soprattutto in alcune delle stazioni più usate, che si affollano spesso,” ha annunciato il presidente dell’MTA Janno Lieber, assicurando il pubblico che l’idea verrà riesaminata.
Nonostante le complicazioni, molti politici chiedono che il cambiamento ci sia, almeno nelle stazioni in cui è possibile, e che avvenga in fretta. Tra questi, il presidente di distretto di Manhattan Mark Levine, è uno dei sostenitori più convinti dell’idea.
“La densità e l’affollamento delle metropolitane rende le nostre stazioni particolarmente vulnerabili,” ha dichiarato Levine in un’intervista recente. “È vero che abbiamo un numero enorme di bisogni, e risorse limitate, ma questa modifica ammonterebbe ad una frazione minuscola del budget.”