
È in pieno svolgimento a New York la Original Balsamic Week, una settimana dedicata ai sentori e ai gusti dell’Aceto Balsamico di Modena. Essendo questo uno dei prodotti più originali della tradizione culinaria italiana, il Consorzio per la Protezione dell’Aceto Balsamico di Modena ha deciso di dare luogo ad un’iniziativa che mostri la versatilità e il potenziale di questo ricco ingrediente, adattabile anche a stili diversi da quelli della cucina tradizionale del nostro Paese.
In collaborazione con la rivista All About Italy, il Consorzio ha inaugurato il 1° novembre l’evento che durerà fino a domenica 7. Questa settimana, infatti, 22 ristoranti selezionati tra Brooklyn e Manhattan offriranno piatti speciali, volti a celebrare l’Aceto Balsamico di Modena in tutte le sue sfaccettature.
Tra Greenpoint, Midtown e Downtown questi sono i ristoranti che hanno deciso di cogliere l’occasione:
- Bella Blu
- Morso
- Alidoro at The Hugh
- Michael’s
- Pizzarte
- Vice versa
- Etcetera Etcetera
- Il Fiorista
- Pasta By Hudson
- Risotteria Melotti
- Song’ E Napule
- Nonna Beppa
- Pisillo Italian Panini
- Kestè
- Ampia Gnoccheria
- Babbo
- Benno
- Perry Club at Pasta By Hudson
- Fornino Greenpoint & Timeout Market
- Osteria Brooklyn
- Antica Pesa
Per la maggior parte si tratta di esercizi che appartengono a ristoratori e chef italiani, che hanno già l’aceto balsamico nel DNA. Ma alcuni sono anche italo-americani e americani pronti a scoprirlo.

“Morso“, ristorante nel cuore dell’Upper East Side, ha inaugurato l’evento con una degustazione dei piatti, tra cui quello ideato per l’occasione dallo chef Pino Luongo: le scaloppine grigliate avvolte in striscette di pancetta e guarnite con l’ingrediente principe della settimana, l’aceto balsamico di Modena. Per lo chef, questo è un momento speciale, in cui la cultura italiana viene messa in primo piano attraverso un prodotto tanto classico quanto innovativo e sperimentale. Proprio in quest’ottica, Luongo ha parlato della sua idea di cucina: “In America c’è molta creatività. La nuova generazione di chef lavora sul concetto ibrido di usare prodotti e stili culinari italiani reinventandoli con sapori diversi, in un’idea di cultura diversa”.
Pur apprezzando la vena creativa dei ristoratori americani, Luongo non perdona l’uso, a sua detta, “popolare” che ha avuto l’aceto balsamico nei ristoranti statunitensi. “Negli anni Novanta c’era una tendenza a servire l’aceto balsamico al tavolo, diluito in un po’ d’olio, per permettere alla gente di inzupparci il pane. Gli americani hanno un vero e proprio ‘sweet tooth’”, ha spiegato lo chef. “Io prediligo l’uso dell’aceto balsamico applicato ai piatti cotti, che possono essere paste, antipasti, pesce, funghi e anche la carne”.

Secondo Valentina Imbrenda, proprietaria del ristorante emiliano-romagnoli “Nonna Beppa” nel Greenwich Village, è fondamentale che venga rivalutato il suo prestigio. Questo ingrediente, infatti, è fondamentale per la riuscita di decine di piatti esclusivamente emiliano-romagnoli. “Sicuramente la degustazione potrà aiutare ad insegnare alle persone cos’è veramente l’aceto balsamico, perché purtroppo qui negli USA al supermercato si trova una bottiglia a 4$, che ovviamente non può essere genuino a questo prezzo”, ha spiegato Imbrenda. “È importante, soprattutto, raccontare la storia centenaria che c’è dietro al nostro aceto che merita più visibilità”. Valentina, che con “Nonna Beppa” ha aperto due location a Miami e una a New York, continua a puntare sulla semplicità e la qualità dei prodotti italiani.
Anche da “Vice versa”, aperto da oltre vent’anni a Hell’s Kitchen, non può mai mancare l’aceto balsamico. Il proprietario Franco Lazzari e lo Chef Stefano Terzi credono nell’importanza di istruire il consumatore, spiegando non solo la differenza di qualità tra l’aceto da supermercato e quello modenese, ma anche l’uso che si dovrebbe fare del prodotto stesso. “In questi giorni quando le persone scelgono il piatto che abbiamo ideato per questa settimana, un risotto carnaroli con prosciutto, piselli e aceto balsamico, noi specifichiamo la particolarità del prodotto e il fatto che debba essere usato con parsimonia, essendo molto intenso” ha insistito Lazzare. “È necessaria una promozione molto valida e qualificata per far conoscere l’aceto balsamico, e spiegare agli americani che non è un dressing generico. L’aceto – continua Lazzare – rimane un prodotto utilizzato solo dalla ristorazione italiana di nicchia in questo paese e all’estero. Ma iniziamo a vedere un’evoluzione molto graduale grazie ad attività promozionali di questo tipo”.

Lo chef Raffaele Solinas, originario di Alghero e proprietario dell’”Osteria Brooklyn” che in un solo anno di apertura ha ottenuto un posto d’onore nel cuore del quartiere, ha notato che nella Big Apple negli ultimi anni c’è stata una riscoperta di questo prodotto che considera “parte del DNA degli italiani”.
Il suo piatto speciale per la Original Balsamic Week è un abbinamento tipico: speck della valtellina, taleggio, fichi e un balsamico invecchiato. “In questi giorni abbiamo creato dei demo di aceto balsamico attraverso dei piccoli testing, per i nostri clienti. Lo apprezzano molto… Io presto sempre un occhio di riguardo a questi prodotti genuini, particolari, che fanno parte della nostra cultura. Campagne di questo tipo sono fondamentali per far combattere le imitazioni”.
I piatti speciali degli Chef per la Original Balsamic Week:












