La tanto attesa riapertura della città, introdotta dal governatore Andrew Cuomo e dal sindaco Bill De Blasio, potrebbe essere stata prematura. Nelle ultime settimane, infatti, sono aumentati i casi di coronavirus a New York, raggiungendo quasi il 70% di tutti i test effettuati la settimana scorsa. Tra questi, la più infettiva variante Delta è già diventata la più diffusa, come nel resto degli Stati Uniti, rappresentando i due terzi di tutte le diagnosi.
Questa variante, originata in India a partire dal dicembre scorso, si diffonde più velocemente del 225% rispetto alla versione originale del virus. Secondo gli esperti, quindi, la variante Delta non sarebbe più pericolosa, ma semplicemente più contagiosa. I sintomi, però, potrebbero variare leggermente rispetto a quelli a cui ci siamo abituati nell’ultimo anno e mezzo. Sembrerebbe, infatti, che siano meno comuni tosse e perdita del gusto, mentre i sintomi del raffreddore come il naso che cola aumentano.
Le autorità cittadine, e mondiali, continuano a spingere per i vaccini: risulta infatti che le persone vaccinate rispondano bene anche alla variante Delta, e che la maggior parte dei contagiati e dei malati ricoverati per via di questa forma di coronavirus siano, infatti, non-vaccinati.
La velocità di diffusione preoccupa i newyorkesi, che potrebbero dover mettere da parte alcuni dei loro piani estivi e riprendere alcune delle misure di sicurezza messe da parte nei mesi passati. Oltre agli adulti che decidono di non vaccinarsi, o che non possono farlo per motivi di salute, anche i bambini sotto ai 12 anni rimangono a rischio di essere contagiati dalla variante delta, essendo a loro volta impossibilitati a vaccinarsi.
Essendo solo il 53% dei cittadini newyorkesi, includendo adulti e bambini, completamente vaccinati, l’aumento dei casi nelle prossime settimane potrebbe comportare nuove restrizioni, incluse la cancellazione di eventi tanto attesi come il concertone a Central Park.