A Staten Island, uno dei cinque distretti di New York, la settimana passata ha comportato un grande aumento nei casi positivi di coronavirus.
Nonostante anche nel resto della città i tamponi positivi siano risaliti, dopo la riapertura generale iniziata il 15 giugno, Staten Island vede la situazione più preoccupante. A New York la percentuale di test positivi, secondo i dati di sabato scorso, è stata dell’1,27%, quindi circa 328 persone al giorno. A Staten Island, invece, il tasso di cittadini infettati è salito al 2,45%, e il distretto comprende i tre codici postali con la più alta percentuale di residenti ospedalizzati.
Staten Island ha, da anni, una reputazione specifica tra gli altri residenti della città per le sue alte percentuali di cittadini repubblicani, e per avere il reddito medio più alto tra i cinque distretti. Il fatto che grande parte della popolazione sia bianca, principalmente di origine italiana o irlandese, ha contribuito al clima contrario alle proteste Black Lives Matter, e alla grande quantità di voti per Donald Trump nelle scorse elezioni. Non sorprende, quindi, che Staten Island abbia una percentuale vaccinale piuttosto bassa rispetto agli altri quartieri, anche per via dei molti bambini presenti in quest’area largamente residenziale.
Le autorità cittadine rimangono convinte che la soluzione sia quella di aumentare lo sforzo vaccinale, tramite la campagna che da mesi cerca di spingere i cittadini a fare la loro parte, e che ha già portato quasi il 70 percento dei cittadini a vaccinarsi completamente. Grazie alla stessa, la città di New York ha mantenuto percentuali di tamponi positivi nettamente inferiori rispetto al resto del paese, la cui media è del 3,4%.
New York continua a prendere molto seriamente la diffusione del COVID-19, essendo stata l’epicentro nazionale della crisi durante il 2020.