C’è una storia che alle spalle ha un grande uomo e buona musica. E’ un incredibile intreccio tra scienza e arte che germoglia a Manhattan nel 2016 per sbocciare poco prima della pandemia.
La protagonista è una musicista e cantante che all’epoca aveva già cinque album alle spalle e tour in tutta Europa. Era Naif quando collaborava con il sassofonista Maceo Parker, il chitarrista Marc Ribot, e dottore musicista statunitense Neal Barnard. E poi Arisa e Paola Turci, il Festival di Lucca con Lauryn Hill. Naif è già un’artista con un suo bel seguito quando, trovandosi a Washington proprio con Neal Barnard, dice “quasi quasi vado a vedere New York, non ci sono mai stata”. Lo scrive su Facebook. Il seguito ce lo racconta lei. “Eh, succede che mi scrive un mio fan. Mi dice ‘Se sei a New York passa a trovarmi all’Empire State Building per un caffè’. E’ gentile e accetto. Penso di trovarlo in un bar, e invece no. Mi aspetta al 79° piano, in un ufficio immenso, il piano intero. Resto sbalordita. Questo signore, alto due metri, mi dice che la mia musica lo accompagna da anni” Insomma, che sei la sua colonna sonora “Si. E dice di volermi aiutare, di voler investire su du me”. Ma possiamo sapere chi è? “Si, si chiama Stefano, Stefano Buono”. Andiamo a guardare e scopriamo che è un fisico italiano, Stefano Buono. Uno scienziato diventato imprenditore, amministratore delegato e membro del consiglio di amministrazione di Advanced Accelerator Applications, società da lui fondata per sviluppare un brevetto dell’Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN) nella produzione di radioisotopi campo. “Si, lo so che sembra incredibile, ma è andata proprio così, lui è uno scienziato, un uomo molto importante, ed ha creduto in me” racconta ancora emozionata la musicista.
Da quel momento Naif comincia a cambiare pelle. Il progetto per la sua trasformazione in Dolche prende corpo proprio a Manhattan, dove si trasferisce per un po’ insieme a colei che all’epoca era la sua assistente, Chiara Soldatini, e dove si affaccia su un mondo che le somiglia “Ho scoperto che lì il mio background culturale ed artistico era apprezzato, così come le mie origini. New York accoglie le diversità”.
Quello di Dolche è uno stile che passa attraverso differenti generi musicali, dal folk alla chanson française, ma anche funk e world music. Per lei, che suona dal basso alla chitarra, fino al pianoforte, trovarsi in un appartamento di Chelsea, poter creare, frequentare, studiare, uscire, assimilare, è stata un’iniezione di adrenalina pura. Fiera delle sue origini, Dolche ha lavorato al suo album Exotic Diorama, uscito nel 2020, proprio a New York, dove sono stati girati alcuni dei suoi video. L’artista indossa la sua valdostanità, esibendo una corona di fiori e corna bovine. C’è la sua musica, ma anche una cover, nel suo album, ed è Psycho Killer, brano dei Talking Heads pubblicato nel 1977. “Il video di Psycho Killer è stato parzialmente girato sulla Broadway, e in uno studio di Manhattan frequentato da artisti noti, ma anche da persone ancora sconosciute al pubblico, ma di grande talento”.
Il video di Big Man, è invece stato girato a Union Square. “Si, la piazza in cui mi è capitato di partecipare a manifestazioni ecologiste o per i diritti della donna”. E’ un video antirazzista, il brano è uscito nei giorni delle proteste per la morte di George Floyd “ Vivendo a New York mi sono sentita parte del mondo. Ho percepito la direzione, quanto stava accadendo. La prima frase, Big Man, era in origine dedicata a Stefano Buono, alto un paio di metri. Man mano, però, dopo quello che è successo, il significato antirazzista si è rafforzato”.
A dicembre 2019 sei rientrata a Roma per ultimare l’album, poi avresti dovuto rientrare a New York. “Si, la pandemia ha bloccato la fase successiva. Quando è scoppiata stava per partire il mio tour in America. Abbiamo sperato nell’estate 2020, ma niente, è ancora tutto fermo”. Parliamo comunque solo di un rinvio “Certo, appena sarà possibile tornerò a New York e ripartirò da lì”. Ma c’è anche altro a tenere legata Dolche alla Grande Mela. “E’ la città in cui alla fine è nato il mio amore con Chiara, dove abbiamo deciso di sposarci e di avere un figlio. Non vedo l’ora di far conoscere New York anche ad Arturo, nato durante la pandemia, e di fargli respirare aria di multiculturalità” dice sorridendo. In Exotic Diorama si parla in lingue differenti di amore, di violenza alle donne, di ambiente. Il disco di Dolche, che con la moglie è diventata ambasciatrice della comunità LGBTQ+, è in difesa delle diversità e con la forza della musica, linguaggio universale, lotta contro ogni discriminazione. E in uno dei suoi video, Breathe In, accade anche un miracolo. C’è Stefano Buono, lo scienziato, che balla, trasformato in un cartone animato.