Il più gigantesco frammento di ametista esistente al mondo, una colonna naturale della semi-preziosa roccia alta circa tre metri e larga mezzo, scintillante di un incredibile formicolio di luce violetta è stato presentato lunedì 16 ottobre alla stampa, dalla presidentessa dell’American Museum of Natural History, Helen Futter. Lo spettacoloso reperto sarà al centro delle rinnovate gallerie gemmologiche e mineralogiche del museo, interamente illuminate a luce LED, che si apriranno agli inizi del 2019 per costituire la più grande esibizione di reperti minerali esistente al mondo, dedicata all’istruzione delle nuove generazioni in questo ramo di studio della storia naturale.
Le nuove gallerie prenderanno il nome di Allison and Roberto Mignone Halls of Gems and Minerals, nome che è poi quello della giovane famiglia italo-americana che ha donato al museo i mezzi per la creazione delle due nuove sale, destinate a costituire una delle maggiori e anche delle più preziose attrazioni del grande istituto che ogni anno è attualmente visitato da oltre cinque milioni di persone. Roberto e Allison, che da anni fanno anche parte del Board del Museo, erano presenti all’annuncio e Allison ha preso la parola sottolineando come lo AMNH sia forse il solo museo di storia naturale al mondo che persegue contemporaneamente tre missioni, lo studio diretto delle scienze naturali in ogni parte del pianeta, l’esibizione di una impareggiabile collezione di reperti scientifici (quella gemmologica e mineralogica comprende oltre 100.000 oggetti) e la formazione delle nuove generazioni destinate a tenere alto il nome della scienza.

Roberto e Allison mi hanno raccontato come suo padre, giunto in America da Benevento nella prima parte del secolo scorso, abbia fondato nello stato di New York una famiglia che ha incluso medici illustri e insegnanti di scienze nella Università statale newyorkese. I Mignone vivono a Bronxville insieme alle loro quattro figlie. Sia Helen Futter, presidentessa del museo, che George Harlow, curatore del dipartimento di studi della Terra e delle Scienze Planetarie, a cui fanno capo le nuove gallerie, hanno parlato ai giornalisti dei piani scientifici del museo e in risposta a una mia domanda hanno detto che il museo sta già partecipando agli studi su quella che viene chiamata la scoperta del secolo, la scoperta recentissima delle onde gravitazionali – di cui, proprio oggi, hanno annunciato nuove, emozionanti catture il centro di osservazione americano sui raggi Gamma intitolato a Enrico Fermi e altri centri di studio in Australia, Asia e Europa -, che apre alla scienza un intero nuovo campo di studio e conferma in pieno, ancora una volta, la visione dell’universo di Albert Einstein.