Una grande scoperta in Sicilia. C’è qualcosa sotto il mare di Levanzo, qualcosa di molto importante: i resti della storica Battaglia delle Egadi tra Romani e Cartaginesi che vide la conclusione della Prima Guerra Punica nel 241 a.C., reperti straordinari che si aggiungono ad altri recuperati qualche tempo fa.
Appuntamento con la storia dunque, all’incontro con la stampa qualche giorno fa alla Soprintendenza del Mare di Palermo, dove è stata presentata questa grande scoperta di interesse scientifico e di assoluta novità nella campo dell’archeologica subacquea.
L’eccezionale rinvenimento, è avvenuto nella campagna di ricerche “Egadi Project 2017” condotte dalla Soprintendenza del Mare e dalla GUE (Global Underwater Explorer), in collaborazione con l’ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica, il Comune di Favignana, l’AMP Isole Egadi e la RPM Nautical Foundation.
Ad immergersi nelle acque di Levanzo, in Sicilia, sono stati i subacquei alto-fondalisti della GUE (Global Underwater Explorers) che hanno perlustrato il fondale marino dalla forte presenza rocciosa tra i 75 e i 95 metri di profondità. Parliamo quindi di immersione umana diretta piuttosto che con apparecchiature elettroniche più versatili nelle aree a fondo piatto e sabbioso. In particolare le nuove scoperte comprendono due rostri in bronzo che si aggiungono agli 11 già recuperati nel passato, e dieci elmi in bronzo del tipo Montefortino.
Il rostro dal latino rostrum è un pesante oggetto da sfondamento che veniva montato sula prua delle navi antiche per affondare le navi dei nemici. Secondo Plinio Il Vecchio, il rostro sarebbe stato inventato dall’etrusco Piseo figlio di Tirreno.
Alla presentazione alla stampa, hanno partecipato il Sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto, il Direttore del Polo Museale di Trapani, Luigi Biondo, Francesco Spaggiari, tecnico subacqueo della GUE “Egadi Project 2017” e il Soprintendente del Mare, Sebastiano Tusa.
“E’ un risultato eccezionale – ha commentato Sebastiano Tusa – sia sotto il profilo scientifico poiché aggiunge altri reperti con caratteristiche assolutamente inedite a quelli già noti e recuperati che certamente potranno apportare nuovi dati tipologici, tecnici, epigrafici e storici. Si sottolinea anche la correttezza del percorso metodologico adottato che vede un eccellente esempio di giusto equilibrio fra ricerca strumentale e intervento diretto dell’uomo.
Queste ultime scoperte si aggiungono alle tante effettuate nel passato in questo tratto di mare tra Levanzo e Marettimo e che hanno permesso di localizzare esattamente il sito in cui si combatté una delle più grandi battaglie navali dell’antichità per numero di partecipanti, circa 200 mila, tra i Romani, guidati da Gaio Lutazio Catulo, e i Cartaginesi, capeggiati da Annone, e che, oltre a chiudere a favore dei primi la lunga e lacerante Prima Guerra Punica, sancì la supremazia di Roma su Cartagine. Sono tornati alla luce autentici frammenti di storia antica in forma di tredici rostri bronzei di antiche navi da guerra, diciotto elmi bronzei, centinaia di anfore e reperti di uso comune”.