Sarebbe anche potuta finire male, dopo l’espulsione di Leao ed il pareggio della Sampdoria. Ma con il Milan di oggi il modo condizionale non regge. Oggi abbiamo vinto con il cervello e con il cuore.
La partita si era messa subito bene. L’Italia non è l’Europa e La Sampdoria non sarà Il Salisburgo, però chiudere il primo tempo in sicurezza senza subire gol o tiri in porta (eccezione fatta per quella traversa sbucciata da Juricic) ci aveva dato tranquillità.
Un primo tempo iniziato da entrambe le squadre a viso aperto senza troppi tatticismi ci ha permesso di giocare distesi con Leao, già in odore di gol al 2’, che al 6’ galoppa sulla sinistra seminando difensori e lanciando la bellissima azione del gol di Junior, cui partecipano anche Olivier e CDK. De Katelaere è ancora un po’ timido ed impreciso ma sta crescendo, magari sarà pronto domenica prossima, quando ne avremo bisogno.
Poi il secondo tempo, in cui succede di tutto, ma sembra che la cosa non ci sfiori, almeno fino all’86’. Esce Leao, rimaniamo in 10, pareggia la Sampdoria, ma il gioco lo facciamo ancora noi, il campo è ancora nostro. 4-2-3-1 o 3-5-1, cambia la somma degli addendi, ma non il risultato. La vinciamo noi! Meritatamente passiamo in vantaggio con il grande vecchio, Giroud, cecchino dal dischetto.
Se nel primo tempo ci era bastato il cervello, adesso ci mettiamo anche il cuore. Si, perché dall’86’ al 98’ ce n’è stato bisogno. Dodici minuti di apprensione, 3 palle gol in 10 secondi per la Sampdoria, con Maignan sempre eroico, ed il palo, sempre li a sostenere la traversa e respingere il tiro di Verre. Sampdoria più arrembante, ammonizioni, proteste, espulsione di Giampaolo. Ma i nostri ragazzi sono ormai uomini, hanno cuore caldo nervi saldi e sangue freddo.
Mi sono piaciuti tutti, ma una menzione particolare per i nuovi. Pobega mi è sembrato solido, lucido e preciso, così come Vranck che gli è subentrato esordendo in un momento non facile per noi.
Guardiamo avanti. Il campionato è in “full swing”, scontro al vertice con il Napoli Domenica, ma prima la Dinamo. Non fermiamoci adesso,
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