Quando si parla di elezioni, difficilmente si pensa agli italiani all’estero. In realtà, questa categoria di elettori, che comprende circa 6 milioni di persone, ha la possibilità di scegliere i propri rappresentanti all’interno delle camere per quella che è denominata la Circoscrizione Estero.
“Noi italiani all’estero abbiamo, negli ultimi decenni, siamo stati protagonisti di due grandi passi in avanti. Il primo è stato quello di poter avere la doppia cittadinanza: prima di allora, qualunque italiano che per qualunque motivo lasciava l’Italia, perdeva la cittadinanza dovendo per forza diventare cittadino nel Paese in cui svolgeva l’attività lavorativa. Il secondo passo avanti è stato quello di avere il diritto di votare. Ciò ha comportato l’acquisizione di un diritto fondamentale per la nostra Costituzione, che in qualche modo ci ha definitivamente incluso nella società del nostro Paese”, racconta Angelo Viro, candidato alla Camera per il MAIE nella ripartizione America Settentrionale e Centrale.
“Ora è arrivato il momento di compiere un terzo passo in avanti destinato a fare la differenza e a cambiare le sorti dei cittadini italiani all’estero: creare il Ministero per gli italiani nel mondo”, termina Viro.
Come dimostra anche il programma del MAIE, quello del Ministero per gli italiani nel mondo rappresenta un’assoluta priorità dal momento che sarebbe un organo deputato ad occuparsi, nella sua totalità, alle necessità degli italiani all’estero.
“Il MIM potrebbe occuparsi non solo dei circa 6 milioni di italiani iscritti all’AIRE, ma dei 50 milioni che in totale vivono fuori dai confini nazionali. Stiamo perdendo le tracce di questi connazionali, che si spostano all’estero ma poi per varie ragioni decidono di non dichiararsi all’anagrafe. Allo stesso modo perdiamo traccia di quanti, per ragioni burocratiche, non rinnovano il passaporto o non possono chiedere la cittadinanza italiana, Il MAIE si rivolge a tutti loro e a loro dedica i suoi sforzi in Parlamento”, dichiara Viro.
È innegabile che la forza di un Ministero non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella raggiungibile da pochi rappresentanti tra Parlamento e Senato. D’altra parte, è altrettanto innegabile che un Ministero sarebbe in grado di dare visibilità ai milioni di italiani che risiedono all’estero ma che non per questo smettono di essere italiani.
“Bisogna dimostrare agli italiani all’estero che non sono un peso ma una risorsa e un valore importantissimo per poter promuovere la cultura e le radici italiane in tutto il mondo. Già soffriamo di essere rappresentati da soli 12 membri, tra Camera e Senato, 12 membri per circa 6 milioni di persone, si tratta di una rappresentanza minima. A questo va sommato che le comunità hanno esigenze molto diverse tra loro a seconda delle zone”, prosegue il candidato alla Camera Angelo Viro.
La sensazione, ancora una volta, è che la politica di Palazzo si dimentichi di rappresentare davvero i cittadini.
“Si parla molto di astensionismo, di disinteresse nei confronti della cosa pubblica, ma in realtà tutto deve partire da chi ci rappresenta. Nel momento in cui la politica inizia a mostrare interesse per gli italiani all’estero, anche gli italiani all’estero si sentiranno automaticamente più coinvolti e sentiranno il piacere di appartenere a questa comunità. Bisogna far capire agli italiani all’estero che, anche se vivono all’estero, non sono staccati dalla vita del Paese”, conclude Viro.
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