Sold out per l’Italia che venerdì sera (alle 20.45 italiane) all’Olimpico si gioca con la Svizzera una sorta di spareggio per i prossimi Mondiali del Qatar, i primi in novant’anni di storia programmati in autunno, dal 21 novembre al 18 dicembre del 2022.
Olimpico di Roma stracolmo nei limiti del consentito, cioè al 75% della capienza: la caccia al biglietto per vedere gli Azzurri è il segnale che qualcosa in Italia sta cambiando.
Dopo la chiusura per Covid i club di serie A hanno avuto una brutta sorpresa: gli stadi sono rimasti mezzo vuoti. Non c’è stato nessun effetto-astinenza, non c’è stata, dopo il lockdown, la corsa per tornare ad occupare il posto perduto. Fatte salve le partitissime e le sfide inedite delle neo promosse con le grandi, le immagini del campionato hanno mostrato soprattutto spalti semideserti.
Perché, allora, l’Italia tira e i club perdono il loro appeal?
La Serie A si è impoverita sul piano tecnico ed è meno spettacolare, mentre gli Azzurri di Mancini, vincendo l’Europeo a Wembley, hanno inaugurato la stagione d’oro degli Azzurri, riportando in primo piano i valori basilari dello sport che, al contrario, dai club sono avviliti sempre più da cifre spropositate, da agenti famelici, dal razzismo intollerabile per le persone civili e, non ultimo, dal Var che spesso trasforma il calcio da sport più semplice del mondo in incomprensibile algoritmo.
Conclusione: gli stessi ragazzi risucchiati nell’industria del calcio sempre più lontana dalla realtà degli spettatori, tornano a essere gli eroi della porta accanto quando si esibiscono per un successo che dà gioia e prestigio a un Paese intero.
Servirebbe quindi un bis a quella sera (romana allora come stavolta) dello scorso 16 giugno quando battemmo gli svizzeri per 3-0. Ma quella partita è irreplicabile. Colpa degli infortuni che hanno sfigurato tanto l’Italia quanto la sua avversaria. Mancini sapeva da tempo di non poter contare su Verratti, poi ha perso i romanisti Pellegrini e Zaniolo e, da ultimo, anche Immobile, il più continuo tra i suoi non tanti goleador. Al posto del collaudato Ciro, giocherà Scamacca, giovane promettente quanto inesperto.
Peggio sta la Svizzera che, come noi, conta diversi infortunati e che, come noi, ha visto l’unico centravanti superstite (Gavranovic) lasciare il ritiro all’ultimo, in contemporanea con Immobile, ma che non ha un vasto bacino di calciatori dal quale attingere, come invece può fare Mancini.
E’, in rima, lo spareggio di chi sta meno peggio. Tanti sono gli infortunati quante le incognite. Italia e Svizzera sono al comando del loro girone con 14 punti, ma gli azzurri hanno una miglior differenza reti (+11 rispetto al +9 degli elvetici). La vittoria è indispensabile per arrivare all’ultima giornata (del 15 novembre) che vedrà l’Italia contro l’Irlanda del Nord e la Svizzera in casa con la Bulgaria.
Per evitare una beffa come quella di quattro anni fa contro la Svezia, l’Italia deve vincere venerdì sera per distaccare di tre punti la Svizzera e per incrementare la differenza reti. Se poi perdesse a Belfast, la Svizzera dovrebbe battere la Bulgaria con almeno quattro gol di scarto, per avere una miglior differenza reti, cosa che potrebbe anche succedere (negli anni s’è visto anche di peggio) se l’avversario già tagliato fuori si mostrasse accondiscendente.
Questo è lo sport ai suoi messimi livelli. L’Italia di Mancini ha giocato trentasette partite di fila senza sconfitte, è campione d’Europa, è stata un rullo compressore e non ha mai ‘toppato’ una partita, eppure la Svizzera, la piccola e neutrale Svizzera, è riuscita a reggere questo ritmo indiavolato, fino ad arrivare a questa sorta di spareggio.
In caso di sconfitta, si può rientrare ai Mondiali dalla porta di servizio. Dieci sono i gironi e si qualificano direttamente le prime. Le dieci arrivate al secondo posto, più le due migliori provenienti dalla Nations League saranno divise in tre gruppi da quattro. In ogni gruppo si giocheranno due playoff a eliminazione diretta, poi una finale, sempre in una partita secca. Le tre vincitrici di ciascun girone completeranno il gruppo delle tredici nazionali europee ammesse al Mondiale.
E’ molto meglio sbrigare la pratica in fretta, piuttosto che infilarsi nel labirinto dei ripescaggi. A proposito di infortuni: il calendario intasato da campionato, coppe varie e chiamate delle Nazionali ne procura tanti e il rischio che domani siano più di oggi è altissimo.
Dopodiché è inutile domandarsi perché mai si debbano giocare i prossimi Mondiali del Qatar in inverno, quando tutte le Nazionali faranno i conti con gli infortunati. La risposta è disarmante: il denaro garantito dall’Emiro mette qualunque logica in fuorigioco.
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