Tutte le squadre accreditate ad un posto in Europa si guardano le spalle e giocano per la seconda piazza mentre la Juve si gioca il suo personalissimo campionato da sola. Dopo la vittoria sul Sassuolo, la Juventus si è scrollata ormai le spalle da inquilini indesiderati incapaci di insediarle il primo posto e, messo in cassaforte il campionato, ora si getta anima e cuore a capofitto sulla Champions League, ben più ambizioso trofeo oltre allo scudetto. Esente da turnover massacranti e da minacce primaverili, la Juventus può archiviare la pratica campionato e dedicarsi con passione e con ogni mezzo disponibile all'assalto della roccaforte teutonica di Dortmund forte di un risultato positivo all'andata; ma la vittoria potrebbe rivelarsi un arma a doppio taglio che potrebbe mascherare cali di tensione o peggio potrebbe farti accontentare del pareggio. Il Borussia nel catino dell'Induna Park si trasforma, gioca per fare male e mercoledì 18 marzo ci vorrà tutta la Juve possibile per riuscire a strappare il biglietto per il passaggio ai quarti di finale. Inzaghi si affida ai santi del Rosario per proteggere la sua squadra, ma evidentemente lassù qualcuno non lo ama abbastanza perché il Milan non va oltre il pareggio. La Roma ormai preda della pareggite cronica convocherà per la prossima gara i detective della X Files per poterci capire qualcosa. Intanto in conferenza stampa Rudi Garcia dice di non riconoscere più la sua squadra e di fatto prende le distanze dai giocatori. La “pazza Inter” stavolta cede volentieri il suo epiteto al Napoli: in vantaggio di due reti la squadra di Benitez si è fatta raggiungere dai nerazzurri che nel finale con il rigore di Icardi ha servito anche un dessert “al Cucchiaio” al pubblico partenopeo. Al “Tardini” di Parma dopo due mesi si torna a parlare di calcio giocato, ma la cronaca sportiva è scarna di contenuti, la gara contro l'Atalanta è finita con il classico risultato ad occhiali che ha deluso i molti tifosi che assiepavano le gradinate dello stadio e magari si aspettavano qualcosa in più di un semplice rinfresco all'aperto sul campo erboso. La Lazio strapazza la Fiorentina con quattro schiaffi sonori prendendosi il terzo posto in compagnia del Napoli e portandosi a soli quattro punti dalla Roma.
Milan – Verona 2-2
Così proprio non va. La statistica dei freddi numeri dice 10 punti in 10 partite e l'assonanza ci ricorda un famoso film comico del duo Pozzetto – Verdone, 7 chili in 7 giorni, in cui in una clinica romana si millantava la perdita di chili di troppo a poveri astanti sprovveduti. Inzaghi forse ha millantato una armata brancaleone per una squadra di calcio, incapace di mettere in mostra qualcosa che solo si avvicini al nobile gioco della pelota. La fede e i crocifissi non bastano al Mister rossonero che ormai ricorre al Rosario come ultima ricetta per benedire i suoi giocatori ed ora ci aspettiamo solo la trasferta in massa a Lourdes per chiudere il cerchio mistico-religioso. Ma poi cosa resterà del Milan? Ha paura, gioca solo e quando ha la palla l'avversario, non costruisce gioco, ma attende e riparte con i singoli che vagano per il campo senza meta evidenziando le lacune ormai croniche che avevamo segnalato già a novembre sulle colonne di questa rubrica, a conferma che magari alcuni episodi possono risaltare in maniera nitida se visti dall'esterno. Passa il Verona al 18' su rigore di Toni che segna la sua 11ma rete in campionato. Pareggia Menez sempre su rigore (il settimo) che porta il francese a quota 13 reti. Un autogol di Tachsidis complica la vita agli scaligeri, ma il Milan non sa come approfittarne, sostituisce per paura un attaccante, Pazzini, per un difensore, Bocchetti, spostando il baricentro della squadra verso il basso prendendosi la responsabilità del gesto ed anche ventimila fischi dagli spalti e si fa raggiungere in “Zona Cesarini” dal gol di Nico Lopez che nello stesso stadio e nella stessa porta aveva già purgato l'Inter. Su un pallone a centrocampo la difesa stringe male, Bocchetti e Mexes si avventano su Gomez che spizza di testa per Lopez lasciato libero di infilarsi tra i varchi spalancati della difesa rossonera; l'attaccante avanza di qualche metro e con un destro fulmineo insacca il pallone del pareggio. Il calendario dei prossimi incontri non è troppo spaventoso per il Milan, ma potrebbe diventarlo se non si usano accorgimenti tattici notevoli e se non si applicano schemi di gioco degni di una partita di calcio. Fede a parte.
Milan: la fede come ultimo baluardo, magari Inzaghi senza il rosario avrebbe addirittura perso, voto 3
Verona: solido ed equilibrato reagisce e pareggia, voto 6
Napoli – Inter 2-2
Gli aggettivi sono importanti, ma ne sprechiamo volentieri qualcuno per definire questa partita: Grande Napoli nel primo tempo e gran gol di Higuain di destro a giro. Grande lavoro di Mancini nella ripresa e grande rigore di Icardi col cucchiaio. Partita che comincia con il brivido che ti sale quando il meraviglioso pubblico napoletano intona in coro Napulè di Pino Daniele e la Pazza Inter diventa il Pazzo Napoli che in vantaggio di due gol si fa raggiungere e poi irretire dall'Internazionale che mette in campo tutto il lavoro svolto da Mancini dall'inizio della sua avventura milanese. Certo, manca ancora tanto, ma le squadre si modellano con il tempo e non con la bacchetta magica. Il Napoli fa la sua partita e nel primo tempo attacca mettendo l'Inter alle corde, ma le occasioni sono per entrambe le squadre per un possesso palla in favore del Napoli Nella ripresa uno-due partenopeo che stende i nerazzurri al tappeto; Hamsik, migliore in campo ed Higuain assestano un colpo mortale alla retroguardia dell'Inter con due bei gol; bellissimo quello del Pipita che di destro a giro sigla un gol capolavoro e si pettina per i fotografi dietro la porta. A quel punto però l'Inter, che pur stava giocando bene, sfodera una reazione che magari non ti aspetti, si rialza dal tappeto sul countdown, e prende in mano il pallino del gioco, avanza con geometrie collaudate e pur sotto di due reti non si lascia prendere dalla foga di pareggiare. Dopo un batti e ribatti in area napoletana è Rodrigo Palacio il più lesto a battere in rete e ridurre lo svantaggio per i suoi. A quattro minuti dallo scadere u'azione velocissima lancia a rete Palacio che trova Henrique a sbarrargli il passo con una trattenuta in piena area; il difensore napoletano sapeva che sarebbe stato espulso, ma doveva fermare Palacio ormai proiettato verso la rete. Rigore di Icardi che con grande personalità sfodera il cucchiaio e sigla il pareggio, ma non sigla ancora il rinnovo con l'Inter. Rafa Benitez diserta la conferenza stampa e concede solo qualche monosillabica risposta. Che abbia dimenticato l'Italiano?
Napoli: ottimo primo tempo, un po' in calo nella ripresa, voto 6
Inter: caparbia reazione e possesso palla del 63 % che non lascia dubbi, voto 7
Chievo – Roma 0-0
Come si fa a commentare una prestazione del genere? Nemmeno Rudi Garcia ormai trova la forza per difendere l'indifendibile e parla di squadra che ormai non riconosce più come la sua creatura. Una presa di posizione netta e decisa che drammaticamente mette la AS Roma dinanzi ai propri limiti, quelli di una nave senza più timoniere e senza rotta che dovrà guardarsi dagli assalti delle navi pirata che cercheranno con ogni mezzo di soffiarle la seconda piazza da sotto la chiglia. “Di tutti i pareggi questo è il peggiore” ha commentato l'allenatore giallorosso. Garcia sente ormai il peso delle proprie scelte, che grava come un macigno sopra le sue spalle e che diventa ogni giorno sempre più pesante e difficile da sopportare anche perché le sirene madridiste diventano più squillanti giorno dopo giorno tanto che alla prossima partita il francese farebbe meglio a legarsi alla panchina per resistere alla tentazione spagnola. Alla Roma non è mancato Gervinho, ma è mancato un leader anzi due, Totti e De Rossi. Il Capitano è stato sostituito per la seconda volta consecutiva e sembra aver perso quella marcia in più che prima gli consentiva di velocizzare il gioco. De Rossi appare abulico ed estraneo agli schemi anche se mette sempre molto cuore. “In campo dobbiamo creare più movimento” dice Garcia: forse si riferiva al suo capitano? Il Chievo, stupito da tanto lassismo da parte degli avversari non ci crede fino in fondo e quindi non gioca. L'avesse fatto forse ora avremmo commentato un'altra partita. Unica nota assai dolente, l'infortunio che ha spezzato sul nascere le precoci ambizioni del giovane Mattiello. Il 19enne giocatore in forza al Chievo ed alla sua seconda partita in campionato dovrà restare sette mesi lontano dai campi di gioco per un'entrata rude, ma non cattiva di Nainggolan.
Chievo: compitino tattico di contenimento, voto 6
Roma: sparita troppo presto, anzi nemmeno entrata in campo, NG
Cesena – Palermo 0-0
Tra le due squadre vince la difesa. Pochi tiri indirizzati verso la porta, poche emozioni per una partita statica in cui gli attacchi si infrangono sulla linea della trequarti avversaria come fossero frangiflutti insormontabili. La gara si è svolta come una partita a scacchi prevalentemente a centrocampo. Il Cesena ha provato timidamente a fare breccia, al 9' Vitiello “fa un gol” togliendo letteralmente il pallone dai piedi di Defrel, che a botta sicura aspettava solo i flash dei fotografi. Il Palermo ha effettuato il primo tiro in porta con Dybala al 40', troppo poco per la coppia argentina. Ripresa a ritmi serrati e gioco a tratti, ne fa le spese lo spettacolo. Al fischio finale al “Manuzzi” si è visto qualche sbadiglio…
Cesena e Palermo: da rivedere alla prossima uscita, voto 5.
Voto alla partita: 4
Parma – Atalanta 0-0
Dopo due mesi il “Tardini” ospita di nuovo una partita di calcio. Il Presidente Manenti ha preferito non incontrare la squadra; è arrivato allo stadio al 7' per poi andarsene al 70' contestato dai tifosi che contestano anche la Lega e la Federazione. Il pomeriggio si riassume tutto qui, senza ulteriori scosse per un melodramma che potrebbe trasformarsi in farsa oppure, come previsto, in tragedia. In questo pomeriggio assolato chi ha vinto sono stati i tifosi, encomiabili con la loro presenza. Il Parma è ultimo in Serie A, si avvicina l'ombra del fallimento e andava in scena una partita che non contava assolutamente nulla ai fini della classifica, eppure domenica erano sugli spalti numerosi, almeno in curva, per sostenere con il loro affetto i gialloblù Ducali, ormai prossimi al fallimento. In Inghilterra la federazione ha il compito di controllare la solvibilità di chi acquista una società di calcio. In Italia, nel calcio come in quasi tutte le situazioni, nessuno controlla nulla e questo lassismo consente di acquistare Società di calcio al costo di un solo euro, trasformando appunto la farsa in tragedia. Sul piatto restano i 170 milioni di euro di debiti che ormai nessuno avrà voglia di onorare spalancando le porte della bancarotta ai crociati. La cronaca della partita non ha alcun significato, non appunta alcuna nota degna di rilievo se non l'espulsione repentina di Edy Reja appena insediato sulla panchina nerazzurra e subito espulso.
Parma ed Atalanta: non giudicabili sul piano tecnico.
Voto ai tifosi Ducali: 10
Lazio – Fiorentina 4-0
Quattro squilli e la Lazio si prende il terzo posto in compagnia del Napoli e a soli quattro punti dalla Roma. All'Olimpico stasera è stato un monologo biancoceleste dal primo al 90'. I quattro gol parlano chiaro: andamento unilaterale di azioni ed occasioni che solo i pali o la sfortuna non hanno reso il bottino ancora più cospicuo. L'argentino Biglia nel primo tempo, Candreva su rigore e doppietta di Klose nella ripresa scandiscono i tempi della marcia trionfale della Lazio che aggira il 4-3-3 viola e lo penetra da ogni lato possibile con azioni ficcanti in velocità e con veemente voglia di vincere. Perché dietro ogni partita, ogni schema ed ogni modulo c'è sempre la componente del cuore che ti fa accendere la scintilla per dare sempre il massimo ad ogni prestazione. Gli schemi sono validi se misurati con una certa fisicità e velocità, altrimenti sono buoni solo per il gesso sulla lavagna. Montella ai microfoni recita il mea culpa con lo stile che lo contraddistingue da sempre ed archivia la serataccia con molto fair-play. Miroslav Klove a fine partita si è detto amareggiato per non aver chiuso la partita nel primo tempo. Quando si dice il perfezionismo teutonico…
Lazio: perfetta in ogni reparto, voto 9
Fiorentina: serata da dimenticare in fretta, voto 5
Juventus – Sassuolo 1-0
Match Ball. I bianconeri con questa vittoria si portano ad 11 punti di vantaggio sulla seconda ed archiviano la pratica campionato con due mesi di anticipo. La formazione di Allegri stasera ha dimostrato quello che noi addetti ai lavori sapevamo già da tempo, cioè che la Juventus quest'anno ha qualcosa in più degli avversari in termini di motivazione, individualità, decisione, forma atletica, organizzazione di squadra e guida tecnica. Questo insieme di eventi formano una catena formata da anelli intercambiabili. Difatti, in una gara bloccata come quella allo Stadium, i bianconeri hanno gettato il cuore oltre l'ostacolo e dove non sono arrivati i moduli si è fatto strada l'estro tecnico, la giocata illuminante che ha fatto la differenza. Nel momento in cui i singoli latitano si afferma il gioco di squadra che aiuta nel momento di difficoltà e quando la gara si fa difficile interviene l'umiltà, la corsa, la tenacia capace di livellare il momento difficile. Un mix di qualità che hanno reso questa squadra leader in campionato da diversi anni. Ora l'attendiamo in Champions alla resa dei conti con la rinnovata mentalità del suo tecnico e forte di un risultato positivo all'andata. Il Sassuolo ha reso il compito difficile alla Juventus, Mister Di Francesco ha imposto il suo modulo 4-3-3 e lo presenterà ad oltranza dovesse incontrare anche i marziani venuti dallo spazio. O forse li ha incontrati proprio stasera?
Juventus: senza parole, voto 8
Sassuolo: squadra organizzata, ha retto fino alla fine senza affanni, voto 7
Altre partite:
Sampdoria – Cagliari 2-0
Empoli – Genoa 1-1
Classifica della Serie A – 7° di ritorno
Juventus 61
Roma 50
Lazio 46
Napoli 46
Fiorentina 42
Sampdoria 42
Genoa 37
Inter 36
Torino 36
Milan 35
Palermo 35
Udinese 31
Empoli 29
Sassuolo 29
Verona 29
Chievo 26
Atalanta 24
Cagliari 20
Cesena 20
Parma 11
Prossimo Turno, 8° di ritorno:
Palermo – Juventus
Cagliari – Empoli
Atalanta – Udinese
Genoa – Chievo
Sassuolo – Parma
Verona – Napoli
Inter – Cesena
Fiorentina – Milan
Torino – Lazio
Roma – Sampdoria