Negli ultimi giorni, molti paesi nel mondo hanno reso ufficiale la somministrazione di una terza dose di vaccino, o di un richiamo, per i membri più vulnerabili della società. Ora anche gli Stati Uniti: il presidente Biden in un discorso alla nazione, ha detto che a partire dal 20 settembre, verrà messo a disposizione il terzo richiamo per la popolazione che ha già ricevuto due dosi del vaccino anti covid.
Il primo Stato a fornirli ad anziani e cittadini immunodepressi è stato Israele, che nelle ultime due settimane ha già distribuito oltre un milione di vaccini tra i maggiori di 50 anni. Uno studio ha provato che, per questi ultimi, la terza dose di vaccino ha avuto molto successo nello sviluppare gli anticorpi, il doppio rispetto alle prime due dosi.
La campagna vaccinale è ricominciata dopo che il Paese, dove già più del 70% degli individui era totalmente vaccinato, ha subito un nuovo incremento dei contagi dovuto alla diffusione della variante Delta. Ma secondo le autorità del paese, le infezioni sono diminuite drasticamente grazie all’iniziativa.
La strategia israeliana ha ignorato totalmente la richiesta dell’OMS della scorsa settimana, in cui l’agenzia ONU chiedeva di non somministrare i richiami fino a che anche i Paesi più poveri avessero avuto accesso a una quantità maggiore di vaccini.
Seguono a ruota gli Stati Uniti, in cui il governo prevede di rendere i vaccini di richiamo COVID-19 disponibili a partire dal 20 settembre a tutti gli americani che hanno completato la loro vaccinazione iniziale almeno otto mesi fa. Lo ha affermato mercoledì, prima del discorso poi tenuto da Biden, il Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti.
I richiami inizialmente saranno somministrati agli operatori sanitari, ai residenti in case di cura, seguiti dal resto dei cittadini più anziani. Anche coloro che hanno ricevuto il vaccino monodose di Johnson & Johnson avranno bisogno del richiamo.
I funzionari della Food and Drug Administration e del National Institutes of Health, nonché Anthony Fauci, capo consigliere medico della Casa Bianca e capo del Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, hanno detto che “i dati disponibili rendono molto chiaro che la protezione contro l’infezione da SARS-CoV-2 inizia a diminuire nel tempo… e con la diffusione della variante Delta, stiamo iniziando a vedere prove di una ridotta protezione contro le malattie lievi e moderate“.
Proprio la scorsa settimana, gli Stati Uniti hanno registrato il più alto numero di casi giornalieri di coronavirus dallo scorso febbraio, circa 110.000. Per via di questo clima, causato dalla variante Delta, lo stato di New York ha dato inizio all’obbligo di vaccinazione nei locali al chiuso, aumentando anche gli eventi e i luoghi della campagna vaccinale.
Anche Francia e Germania hanno preferito mettere al primo posto la propria gente, annunciando richiami diffusi alle persone più fragili e anziane a partire da settembre.
Intanto in Italia, dove il 55% circa della popolazione è completamente vaccinato, rimangono i dubbi su necessità e disponibilità di una terza dose. Questa si considera, però, quantomeno probabile per i cittadini immunodepressi.
Esiste una differenza netta tra una terza o seconda dose e il richiamo. La prima viene somministrata ai cittadini immunodepressi, per i quali le dosi precedenti potrebbero non essere bastate ad assicurare una protezione immunitaria sufficiente. I richiami, invece, sono necessari nel momento in cui la protezione fornita dal vaccino si indebolisce dopo un certo periodo di tempo.
Entrambe le pratiche verranno messe in atto nei prossimi mesi nei Paesi più benestanti, mentre nel frattempo i Paesi poveri del mondo hanno avuto accesso solo al 20% dei vaccini totali.