La prima volta che vai al centro Nasa John Kennedy di Cape Canaveral, quello che vedi ti sembra di conoscerlo da sempre. L’hai visto tante volte, nei film che hanno raccontato i lanci e le tragedie che sono seguite ai lanci spaziali. Eppure, hai ancora l’impressione di entrare in un luogo misterioso in cui natura e tecnologie si fondono mirabilmente.
Il pullman che collega l’entrata con i vari padiglioni in cui ci sono gli operatori del controllo dei lanci e la piazzola di osservazione di questi, attraversa una palude. Ogni tanto il pullman si ferma perché un caimano sta attraversando la stradspazioa. Allora una voce ti avverte di non uscire dal pullman per evitare di incorrere in guai seri. Poi il caimano si ferma e tu pensi che sei entrato in un grande luna park in cui tutto si mescola e rimescola. Attendi e, in quell’attesa, guardi il mondo che ti circonda, ma il tuo sguardo va sempre verso la base di lancio dove un lanciatore è pronto a portare per l’ennesima volta un equipaggio umano nello spazio. Questa però è la prima volta, dopo 11 anni di attesa che un lanciatore di una ditta privata come SpaceX, il Falcon 9 con la capsula Crew Dragon solcherà i cieli, con un carico umano per raggiungere la Stazione Spaziale internazionale ISS.
Poi il pullman si muove e ti trovi al centro di controllo. È uno stanzone dove ci sono le postazioni dei computer che controllano le varie fasi del lancio. Uno steward ti fa entrare e ti racconta come è stato il primo lancio. All’improvviso lo stanzone si riempie di un rumore assordante: viene simulato il primo lancio con quello spaventoso rumore che i motori dei primi razzi producevano. È una sensazione uditiva piuttosto che visiva, ma talmente efficace che ti senti partecipe dell’evento. Poi sei libero di andare a vedere i primi lanciatori e il famoso shuttle che sembra un camion vuoto. L’abitacolo degli astronauti è grande come la cabina di un camion, il resto, il vano cargo sembra il rimorchio del camion stesso.

Dopo il primo tentativo effettuato giovedì 27 maggio 2020 alle ore 22:33, ora italiana, finalmente, sabato 30 Maggio 2020 alle 21:22, ora italiana, Falcon 9 si stacca dalla base di lancio, la piattaforma 39/A. La voce femminile, che conta alla rovescia, dichiara il lift off quando già i motori emettono lingue di fuoco e i nove ugelli di cui è dotato Falcon 9 creano una cupola visiva fiammeggiante che si può vedere dalla postazione sulla piazzola. Dopo 12 minuti, il primo stadio si sgancia e si accende il secondo stadio permettendo a Crew Dragon di raggiungere la velocità di 27. 000 km all’ora, mentre il primo stadio docilmente viene ricondotto sulla piattaforma galleggiante ‘Of Course I Still Love You’ al largo di Cape Canaveral, per poter essere di nuovo usato. Centra il bersaglio con precisone e lì si ferma sbuffando.

Nel frattempo, la navicella che era stata portata ad una quota di 200 km, inizia a ruotare attorno alla Terra, per raggiungere la ISS e potersi congiungere felicemente. Per far questo ci vorranno circa 19 ore. Alle 16:29 ora italiana Crew Dragon attracca, pochi minuti in anticipo, rispetto a quello che erano previsti. Bob Behnken e Doug Hurley entrano nella capsula con un tuffo e così inizia la loro vera missione. Ancora non sanno quando torneranno a Terra, dipendono da Crew Dragon e dalle scelte che la NASA farà. Comunque, buon lavoro. Loro come gli altri che li hanno preceduti, attraverso i loro esperimenti, aiuteranno l’umanità a progredire nella conoscenza e nella tecnologia.