C’è il famoso inventore della batteria ricaricabile al litio, quella che si usa nei circa cinque miliardi di telefoni cellulari e computer portatili circolanti oggi nel mondo, il giapponese Akira Yoshino, ma anche tanti volti meno noti che forse un giorno diventeranno altrettanto celebri, tra questi gli statunitensi Eben Bayer and Gavin Mcintyre che hanno creato dei nuovi materiali coltivando funghi, completamente biodegradabili e adatti a prendere qualsiasi forma; c’è l’italiana, ma che lavora in Francia, Patrizia Paterlin-Bréchot che ha messo a punto un filtro per isolare le cellule tumorali nel sangue e rendere quindi possibile diagnosi precosissime come sinora era impossibile; ed anche, solo per citarne alcuni, una coppia di simpatici inventori olandesi, Alexander van der Lely e Karel van den Berg, che ha messo a punto un sistema per far decidere alle mucche stesse quando vogliono essere munte.
L’European Inventor Award è un premio dell’Ufficio europeo dei brevetti (EPO, European Patent Office) che ogni anno, attraverso una giuria di esperti ma anche il voto popolare sul sito dello stesso EPO, seleziona le migliori invenzioni brevettate in diverse categorie. Si tratta di un momento importante per fare il punto su dove si stanno indirizzando insieme la ricerca ed il mercato, ed il rapporto che intercorre tra questi ultimi nei diversi paesi del mondo, ma anche per far comprendere l’importanza di brevettare il risultato dei propri sforzi creativi e di studio per potere avere un ritorno economico che gratifichi il gruppo di studio, perché per la maggior parte di volte si tratta di team di ricerca, riuscendo a guadagnarsi in tal modo i fondi necessari per preseguire il lavoro e mettere a punto altre applicazioni o scoperte. La consegna degli Awards consente infine al grande pubblico di conoscere persone straordinarie che troppo spesso lavorano duro chiusi nei loro laboratori, e per evidenziare l’impatto dele loro realizzazione nel nostro quotidiano, nonché fare conoscere il sistema dei brevetti e il loro impatto sull’economia europea e mondiale.
L’EPO ha il suo quartiere generale in Germania, a Monaco, ed offre la protezione economica del brevetto in 39 paesi europei. Il sistema dei brevetti è complicato: è possibile chiedere l’esclusività dello sfruttamente del proprio prodotti globalmente in quasi tutto il mondo, ma più usualmente si chiede per dei paesi specifici. Il brevetto europeo EPO nel 2018 è stato chiesto per il 47% da membri degli stessi paesi EPO (con una netta predominanza di tedeschi, il 15%), ma per il 25% dagli Stati Uniti, il 13% dal Giappone, il 5% dalla Cina, il 4% dalla Corea e cosi via, paesi extra Europa evidentemente molto interessanti allo sfruttamento economico della loro invenzione nel grande e popoloso mercato del Vecchio Continente. Il 71% dei prodotti per cui si chiede il brevetto è realizzato da grandi imprese (prime fra tutte Siemens, Huawey e Samsung), il 20% da piccole e medie imprese o inventori individuali, il 9% da università e altre organizzazioni pubbliche di ricerca. Tra queste ultime, le università statunitensi la fanno da padrona, seguite da quelle asiatiche, purtroppo ancora nemmeno un’università europea tra le prime 50 per numero di brevetti chiesto (classifica 2017 della World Intellectual Property Organization).
Per capire il ruolo enorme che possono giocare i brevetti, basti pensare alla spagnola Margarita Salas Falgueras, quest’anno vincitrice sia de premio popolare che di quello “alla carriera” (lifetime achievement), genetista molecolare che ha trovato il modo di “amplificare” il Dna a partire da tracce minuscole per poterne fare uno studio completo e la sua invenzione è oggi utilizzata in oncologia, medicina legale e archeologia. Dopo avere iniziato le sue ricerche con il premio Nobel Severo Ochoa alla New York University, è rientrata in Spagna, nel 1967 ha fondato il primo gruppo di ricerca spagnolo sulla genetica molecolare ed oggi il 50% dei fondi spagnoli per la ricerca in questo campo provengono dai suoi brevetti.
La consegna degli Award si tiene ogni anno in una località diversa, quest’anno a Vienna – oltre alla spagnola Margarita Salas Falguera e al giapponese già citato Akira Yoshino, premiato nella categoria Paesi non appartenenti all’UE per le sue realizzazioni nell’evoluzione della batteria agli ioni di litio, oggi in particolare sta perfezionando le batterie ricaricabili per auto elettriche – sono stati premiati quest’anno pure, nella categoria Piccole e medie imprese, l’olandese Rik Breur per l’invenzione, ispirata al riccio di mare, di un rivestimento antivegetativo per scafi e infrastrutture marine che riducendo l’attrito consente grossi risparmi di carburante ed evita di dovere ricorrere alle vernici e solventi tossici che si usano oggi; nella categoria Industria, Award invece agli austriaci Klaus Feichtinger e Manfred Hackl che hanno messo a punto un rivoluzionario sistema di riclicaggio della plastica ad alte prestazioni, e già oggi seimila delle loro apparecchiature in funzione in tutto il mondo producono oltre 14,5 milioni di tonnellate di granuli di plastica di alta qualità riutilizzabili all’anno; infine, nel settore ricerca, Award all’immunologo francese Jérôme Galon per il suo Immunoscore, un test che valuta la forza della risposta immunitaria di ogni individuo nei confronti del cancro consentendo cure più accurate e già in uso presso le cliniche di tutto il mondo per migliorare la prognosi per i pazienti con tumore del colon-retto.
Nel settore della Ricerca medica, tra i finalisti anche il ricercatore tedesco Matthias Mann per il suo lavoro pioneristico nell’identificazione e quantificazione delle proteine nel corpo umano che consente ai medici di diagnosticare e trattare in modo accurato e rapido un gran numero di patologie come tumori e malattie del fegato; ma anche l’unica italiana ad essere candidata all’ambizioso riconoscimento, la ricercatrice Patrizia Paterlini-Bréchot che ha sviluppato una tecnologia di filtrazione che consente l’individuazione delle cellule tumorali nei campioni di sangue prima che il tumore venga rilevato dalla diagnostica per immagini e prima che il paziente sviluppi quelle metastasi che rappresenta il motivo principale per cui il 90% dei pazienti esce sconfitto dalla lotta contro la malattia.
Patrizia Paterlini-Bréchot ha studiato medicina all’Università di Modena dove si è specializzata in ematologia e oncologia, dopo ha iniziato a lavorare a Bologna, ma nel 1988 si è trasferita a Parigi. Oggi Paterlini-Bréchot è professore di Biologia e Oncologia cellulare/molecolare presso l’Università Parigi Descartes, ma anche un medico che presta servizio presso il Sistema ospedaliero parigino, leader della ricerca all’interno di un team di un’organizzazione pubblica francese (INSERM) e consulente scientifico della società da lei stessa fondata. “Spesso le persone pensano che il cancro ti colpisca improvvisamente e che si diffonda molto rapidamente – spiega Patrizia Paterlini-Bréchot- ma quello che abbiamo scoperto negli ultimi decenni è che invece il processo di formazione delle metastasi è molto lento e può andare avanti per anni.” Per questo la ricercatrice ha deciso di concentrare la sua ricerca sulla possibilità di rilevare le cellule tumorali che, derivanti dal tumore primario, attraversano il corpo tramite la circolazione sanguigna e la cui presenza può essere datata anche diversi anni prima che le metastasi si sviluppino. “Il problema era che il sangue coagula molto velocemente e contiene un numero incredibile di cellule” spiega la ricercatrice che è infine riuscita a mettere a punto un filtro che, in circa quindici minuti, è in grado di individuare una singola cellula tumorale vagante in un campione di sangue da 10 millilitri, quindi anche una sola cellula tumorale tra 50 miliardi di cellule.
Per poter utilizzare la sua invenzione, Patrizia Paterlini-Bréchot ha fondato nel 2009 la società Rarecells Diagnostics che rappresenta uno spin-off dell’Università Paris Descartes, dell’INSERM e dell’ Assistance Publique – Hôpitaux de Paris (AP-HP) e che possiede la licenza esclusiva per sfruttare i brevetti collegati al processo. L’accordo sulla licenza assicura che le royalties ritornino in grand parte alle istituzioni pubbliche per continuare la ricerca. La sfida adesso di Patrizia Paterlini-Bréchot è quella di identificare in quale parte del corpo si origina la celllula tumorale identificata.
“L’intelligenza, la competenza e la creatività che emergono all’European Inventor Award sono veramente d’ispirazione – ha affermato il presidente dell’EPO António Campinos a conclusione la cerimonia di consegna degli Award – Le storie di questi inventori mostrano come i diritti di proprietà intellettuale alimentano la ricerca ma anache tutta l’economia poiché le industrie che fanno ampio uso di brevetti, marchi e diritti di design contribuiscono in modo significativo al PIL, al commercio e alla creazione di posti di lavoro”.