Si entra in una stanza grande e linda piena di strumenti. Le finestre permettono al Sole di entrare e illuminare bene la stanza. Addossate al muro ci sono delle sedie impagliate, di quelle che si usavano una volta nelle case di campagna.
Siamo in un paese della Lunigiana, tra la Liguria e la Toscana, e siamo entrati in un laboratorio didattico un po’ atipico. I primi esperimenti ci riempiono di stupore, palloni che salgono invece di scendere da un piano inclinato, oggetti che scompaiono, persone di 80 kg che vengono alzate da un ragazzino di poco più di tredici anni.
Siamo accompagnati dalla professoressa Loredana Capponi, l’artefice di questo laboratorio didattico. Da cosa si distingue questo laboratorio dagli altri? Dalla realizzazione di fenomeni fantastici, ma tutti realizzati con la Fisica, utilizzando le leggi che conosciamo, ma rendendole contro deduttive.
La curiosità sta alla base degli esperimenti e di lì, il passaggio alla natura delle leggi, permette ai ragazzi di imparare come si muove il mondo. Un’altra particolarità è che tutto è realizzato con materiale povero, materiale di ogni giorno, come il cartone, il legno, materiali naturali.
Una volta che i ragazzi hanno imparato a fare gli esperimenti, orgogliosi te li mostrano. Ero stato invitato a fare una conferenza sullo spazio e la ricerca di altri mondi. Sono stato tre ore a parlare con loro e nessuno si era mosso: erano cinquecento ragazzi della scuola Leonardo da Vinci di Villafranca Lunigiana. C’era stato un intervallo di mezz’ora in cui mi avevano fatto vedere gli esperimenti di cui vi ho parlato. Mi domando di che pasta sono questi ragazzi, disponibili a sorbirsi una conferenza di tre ore e inoltre di intrattenermi con i loro esperimenti?
Non era difficile capire che c’era chi li aveva ben motivati: le professoresse che avevano organizzato la conferenza.
Qui ci vuole una digressione per parlare della scuola, del grande spirito dei professori. In un paese che è alla ricerca della sua identità, l’unica certezza è la scuola. Eppure non solo non si fa abbastanza, ma si mortificano ogni giorno i professori che sono la vera ricchezza che può costruire un futuro diverso da quello attuale. Senza di loro, che motivano e danno strumenti critici ai ragazzi, una società non va lontano. La cesura che c’è tra la scuola dell’obbligo, la scuola superiore e l’Università rappresenta un vulnus alla società. Mettere mano a una riforma complessiva dovrebbe essere il primo passo per la creazione di una società moderna. Gli insegnanti non dovrebbero essere mortificati con bassi stipendi: le loro motivazioni vengono trasferite ai ragazzi a cui insegnano. Buoni insegnanti allevano buoni studenti, cattivi insegnanti perdono gli studenti. Nella mia carriera ho incontrato tanti buoni insegnanti, come la professoressa Capponi che ha voluto creare un laboratorio di Fisica basato sulla curiosità innata dei ragazzi. Chi fa ricerca sa che buona parte del suo lavoro è stato preparato da buoni insegnanti che gli hanno insegnati i rudimenti della Scienza, ma gli hanno anche dato gli strumenti critici per padroneggiare le sue curiosità.
Paesi come l’India e la Cina sanno che il loro futuro dipende dalla preparazione delle nuove generazioni. Per questo investono in istruzione e ricerca. L’Italia in controtendenza non solo non investe, ma mortifica gli insegnanti bloccando il loro stipendio, se non addirittura richiedendone indietro una parte.
I prossimi anni sono cruciali per uscire dalla crisi. Bisogna investire in istruzione e ricerca per formare una nuova generazione di studenti capaci di rispondere alle nuove sfide. Un ulteriore sforzo, poi, dovrebbe essere fatto per le scuole italiane all’estero. Non solo per gli italiani che vivono all’estero, ma anche e soprattutto per far conoscere profondamente la nostra cultura, accogliendo studenti di madre lingua diversa dalla nostra, ma desiderosi di imparare la cultura italiana.
sito http://lunigianese.org/20092010/atticonv09/10esploranda.pdf