Ho avuto l’occasione di rivedere il documentario “L’ora d’amore” dei registi Andrea Appetito e Christian Carmosino e ancora mi ha dato lo spunto per riflettere e parlare di quel sentimento che tutto muove. “L'amor che move il sole e l'altre stelle” (“Paradiso”, XXXIII,145) affermava Dante Alighieri in conclusione della sua «Divina Commedia», ma l’amore risulta essere anche il sentimento più difficile da esprimere per barriere personali, difficoltà esterne, ostacoli imposti…
Fiumi di inchiostro sono stati scritti e poeti e romanzieri hanno dato il meglio di sé sull’argomento sempre al fine di dare una risposta al perché lo bramiamo tanto e al perché sia così difficile vivere questo sentimento.
La natura umana si muove alla ricerca dell’amore. Ciò che l’uomo dimostra seppure in maniera involuta, è quanto non ne possa fare a meno, nonostante i suoi sforzi per sopprimerlo o per impedirlo. Anche la persona più malvagia e che cerca di negarlo agli altri in tutti i modi, lo fa in fondo perché è lo stesso amore l’oggetto dei suoi pensieri.
L’amore, cercato, rifuggito, perduto, bramato, negato. Quante volte avremmo voluto dire parole d’amore a una persona ma abbiamo taciuto per timidezza, orgoglio, vergogna, tabù, paura o chissà cos’altro. Quante volte ci siamo detti che se fossimo stati in un’altra condizione forse le cose sarebbero andate diversamente, che se ci fossimo comportati in un altro modo allora la relazione amorosa avrebbe avuto un esito migliore, che se potessimo tornare indietro non lesineremmo parole dolci come abbiamo fatto e che faremmo scelte diverse e così mille e mille congetture per tentare di darci pace, per cercare di non soffrire, per tentare di placare la nostra ansia o trovare finalmente il bramato amore perché pensiamo che ciò ci renderebbe finalmente felici.
La nostra vita è segnata da una continua ricerca e anche quando abbiamo una relazione che ci appaga, vorremmo che persino quei piccoli momenti di screzio che a volte capitano, si dissipassero. Vorremmo che tutto fosse perfetto per poter vivere l’amore totale ed essere proprio, proprio felici. Di questa ansia d’amore è uno specchio “L’ora d’amore” che i due registi hanno deciso di girare all’interno di un carcere (Rebibbia). E in questo luogo è stato possibile come non mai, constatare quanto questo sentimento sia necessario per l’essere umano, quanto le barriere architettoniche, legali, disciplinari non riescano a sopprimerlo, ma anzi lo potenzino.
Tre storie emblematiche sono state scelte per il documentario, tre situazioni diverse per mostrare la stessa tensione verso l’altro che ogni essere umano prova. Il bisogno dello scambio, dell’incontro, del dare gratuitamente, dell’esprimere sentimenti..
Dalla voce diretta dei protagonisti possiamo comprendere come, quando in carcere è una persona sposata e con figli, il problema della difficoltà di esprimere l’amore non si limiti solo o soprattutto al detenuto, ma sia l’intero nucleo familiare a subire una paralisi nella libera espressione dei sentimenti e una forzata ibernazione del corpo fino a quando l’amato, il padre, la madre non faranno ritorno a casa. La coppia extracomunitaria finita dentro, che si vede dividere ancora più dal trasferimento di uno dei due in un altro carcere. Non solo qui quindi glaciazione dei corpi ma “quell’ora” di scambi e di parole che potevano avere durante l’ora d’aria, si trasforma in pochi minuti concessi al telefono. E infine la storia di due ragazzi omosessuali, che dimostra come alla base dell’espressione del bisogno d’amore di coppia non ci sia solo il desiderio di perpetuare la specie ma qualcosa che va oltre ciò, che è insito nella natura umana e sembra esserne il motore.
Eppure anche in queste situazioni estreme e in così poco tempo per vedersi ed esprimersi, queste persone hanno trovato infiniti stratagemmi per incontrarsi, scambiare sguardi, dirsi parole d’amore, trovare un contatto.
La felicità piena e completa nella condizione umana non è possibile e allora e a maggior ragione, esprimiamo i nostri sentimenti d’amore sinceri ogni volta che ne abbiamo l’opportunità senza perdere occasioni. Sono già tanti gli ostacoli che incontriamo in questo che non vi è bisogno di aggiungerne altri volontariamente.
Non sarà l’amore perfetto, perché imperfetto è l’essere umano, non sarà la relazione perfetta perché i fattori da combinare sono troppi, ma avremo attinto all’amore perfetto indicato da Dante, ci saremo abbeverati a quella fonte inesauribile che dà un senso a tutte le cose la cui ricerca e infine appartenenza è scopo ultimo dell’uomo.
Illuminanti sono le parole di Sant’Agostino, uomo che aveva vissuto molto prima di dedicarsi alle cose dello spirito: “L’anima come per una legge di gravità, dall’amore è attratta, ovunque essa sia tratta” e ancora: “ Ci hai fatti per Te Signore, il nostro cuore non ha pace finché non riposa in Te”.
Nel frattempo quindi, riflettiamo come uno specchio le scintille di questa grande promessa d’amore alla quale aspiriamo
e siamo chiamati, nell’amore reciproco.