La mostra “Gli angeli della pietà” è stata promossa di concerto tra il Comune di Rimini- Musei Comunali e La Fondazione del Meeting per l’amicizia tra i popoli. Curata da Massimo Pulini (anche Assessore alla cultura del Comune di Rimini), e Marco Bona Castellotti, la mostra sarà visitabile fino al 4 novembre prossimo ed è incentrata su un’opera di estrema bellezza di Giovanni Bellini intitolata “Cristo morto con quattro angeli” che i curatori stessi definiscono con ogni probabilità la più importante del Museo della Città di Rimini e un capolavoro della pittura europea del XV secolo. La mostra, allestita all’interno del Museo della Città di Rimini già sede dell’opera principale, conta in tutto sei pezzi, scelti al fine di stimolare un confronto e una riflessione tra il “Cristo” di Bellini e altre opere del Quattrocento fatte arrivare da Musei limitrofi di Pesaro,Faenza, Bologna.Tra queste, tutte di grande importanza e bellezza emerge, per quanto attiene al gioco di attribuzioni, l’opera “Testa di San Giovanni Battista”, tradizionalmente riferita a Marco Zoppo ma che in seguito a nuove scoperte documentali parrebbe da attribuirsi a Giovanni Bellini.
Tale incertezza sulla paternità del dipinto era emersa già in passato ma ora pare confortata maggiormente dalla rilettura di un importante documento conservato nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro da parte di Giacomo Alberto Calogero, dal quale emerge che l’opera fu donata dai Duchi Della Rovere alla chiesa di San Giovanni Battista di Pesaro . Da ciò se ne deduce che il tondo non facesse parte del polittico pesarese di Zoppo. Essendo un quadro autonomo può essere quindi più agevolmente sottoposto ad ipotesi di attribuzione ad altro autore per motivi stilistici, più affine. Una mostra piccola quindi ma di grande interesse e con molti piani di lettura. Il fatto che i curatori abbiano deciso di incentrarla su pochi pezzi, dettato anche dall’opportunità di tenere conto del periodo che vede molti, nondimeno le istituzioni in ristrettezze economiche, nulla toglie alla sua specialità e capacità di suscitare interesse, riflessione, dibattito. Tornando all’opera principale, i quattro angeli non presentano espressioni di disperazione come usualmente venivano rappresentati e manifestano invece malinconia, stupore, compunzione, meditazione, attesa, riflessione… E le loro posture e movimenti, indicano un lavorio attorno al corpo di Gesù, ma anche svagatezza, pensierosità… Uno gli solleva il braccio mentre osserva la piaga lasciata dal chiodo nella mano sinistra, un altro solleva il suo corpo da dietro, gli altri osservano, guardano.
E proprio queste espressioni, movimenti, posture, hanno aperto un varco alle interpretazioni su che cosa sia realmente rappresentato in questo quadro, se una deposizione dalla croce e la fissazione di una singola inquadratura di una intera sequenza di movimenti che va dalla deposizione della croce fino alla esposizione della “Pietà”, del “Cristo Passo”, “mai raccontato dai Vangeli ma nondimeno raffigurato in infinite varianti , seppur per idea simbolica restituisce un ultimo atto di esposizione pubblica del corpo da un nuovo tragico balcone che è il sepolcro “ (Pulini), o se invece come secondo Bona Castellotti “la presenza… dei quattro angeli così compunti nella loro triste curiosità, riesce a mantenere viva la memoria di un Uomo dei dolori, nonché Re della Gloria… che qui assume uno spessore religioso proporzionale alla loro infantile e trepidante umanità.