Continuano le novità tra le mura del Vaticano. Dopo l’apertura alle unioni civili di qualche settimana fa, ora Papa Francesco fa un altro passo avanti. Nomina cardinale Gregory Wilton e lascia un segno indelebile nella storia della Chiesa: Wilton è il primo porporato afroamericano della storia di Washington DC.

Una cerimonia che non ha precedenti. Il coronavirus costringe a cambiare abitudini e quindi, durante le nomine, tutto è stato nuovo. Mascherine, distanziamento sociale e poche persone presenti all’appello. “Poche ma buone”, sosterebbe qualcuno. Non potendo esprimere giudizi sul merito, direi piuttosto “poche e diverse”. Sì, diverse dal solito. D’altronde, l’ambizione di Francesco è nota: vuole rinnovare la Chiesa Cattolica e, per farlo, parte dall’alto. Un dato è eloquente per spiegare il mutamento imposto dal Santo Padre. Ad oggi, i cardinali totali sono 229. Di questi, in un ipotetico nuovo conclave, possono votare soltanto 128. Perché? Perché il regolamento vuole che Il Papa venga eletto da un Collegio di Cardinali elettori composto da coloro che non hanno compiuto 80 anni il giorno in cui inizia la vacanza della Sede Apostolica. Dei 128 che potrebbero esprimersi, 73 sono stati nominati da Francesco. La maggioranza assoluta.

Si comprende bene il peso specifico del Pontefice in questo cambiamento di prospettive. La Chiesa si sta piano piano allontanando dall’Europa, avvicinandosi sempre più all’America del Nord e del Sud. Sembrerebbe anche logico visto che, secondo i dati, Stati Uniti, Brasile e Messico sono i tre paesi con la più grande popolazione cattolica al mondo. Così, tra i 13 nuovi cardinali nominati, spicca Gregory Wilton, che, in un’intervista rilasciata in videoconferenza, ha dichiarato di voler essere una “voce per la comunità afroamericana nell’orecchio del Papa”. Da gennaio si troverà faccia a faccia con Biden e collaborare con lui sarà la sua prima grande sfida. Biden, primo Presidente cattolico dall’epoca di J.F. Kennedy, certamente saprà tenere con il clero rapporti migliori rispetto a Donald Trump. Le sue posizioni progressiste sul tema dell’aborto, però, fanno storcere al naso alla parte più conservatrice della Chiesa. A Biden è già capitato, per questo motivo, di non ricevere la comunione a messa. Il vescovo di Wilmington, città natale del presidente eletto, ha invece deciso di concedergli l’eucarestia e Wilton, interrogato sulla questione, ha affermato di essere d’accordo con lui.
“Non credo di imporre alcuna restrizione alla sua partecipazione in chiesa – ha ammesso – Devo confrontarmi con lui. Devo ricordargli ciò che la Chiesa crede e insegna. Ma devo rispettarlo e trattarlo con la dignità che merita, non solo come presidente, ma come essere umano”.
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