Durante una conferenza “a distanza” organizzata dal Marocco con le Nazioni Unite il 12 maggio con le grandi autorità religiose del pianeta, il Segretario Generale Antonio Guterres ha promosso la solidarietà, basata sui diritti umani e sulla dignità, come fondamento della risposta a questa emergenza globale.
Guterres definisce la pandemia, come un’emergenza sanitaria e “una crisi umana che sta sconvolgendo la vita, distruggendo i mezzi di sussistenza e accrescendo la sfiducia in tutto il mondo”. Allo stesso tempo però, afferma che “mentre il virus provoca caos e distruzione”, le differenze che ci hanno da sempre diviso, stanno progressivamente diminuendo di importanza. “Dopotutto, la pandemia non tiene conto delle distinzioni religiose o spirituali. Non si preoccupa dei confini nazionali. Siamo tutti vulnerabili e quella vulnerabilità condivisa rivela la nostra comune umanità”.
Lavorare insieme è importante affinché vengano messe da parte le differenze. A questo proposito mette in evidenza quattro aree in cui è possibile intervenire attivamente.

Prima di tutto, è essenziale contrastare gli estremisti e i gruppi radicali, che stanno cercando di trarre vantaggio dalla sfiducia nella leadership per “nutrirsi della vulnerabilità delle persone e servire i propri scopi”. L’appello va ai leader della fede, al fine di promuovere la non violenza e rifiutare le forme di intolleranza.
Il secondo pensiero va “allarmante aumento della violenza contro le donne”, che a causa dell’isolamento forzato, molte subiscono. Il capo delle Nazioni Unite pone l’accento sulla condanna di questi comportamenti e il sostegno dei “principi condivisi”, quali “partenariato, uguaglianza, rispetto e comprensione.” “ Partnership significa anche garantire la pari voce”.
Il terzo punto cardine è la disinformazione. I governi devono sfruttare le loro reti per combatterla e promuovere le misure di sanità pubblica: dal distanziamento fisico alla buona igiene; misure che garantiscono anche l’attività delle cerimonie religiose e le pratiche di sepoltura.
L’ultimo appello è il sostegno agli studenti di tutto il mondo. È importante che l’educazione scolastica continui, in modo da non arrestare ‘apprendimento.
Il Segretario Generale, António Guterres, conclude il suo discorso ribadendo che per “sconfiggere questo virus e ricostruire un mondo più sostenibile ed equo, abbiamo bisogno che le comunità si uniscano”.
All’incontro, è intervenuto anche il Presidente dell’Assemblea Generale Tijjani Muhammad-Bande, il quale sottolinea l’importanza di “fornire speranza ai senza speranza”. La fede è importante soprattutto “in tempi di ansia”, poiché diventa una fonte di conforto e resilienza. Anche il rappresentante permanente del Regno del Marocco, l’Ambasciatore Omar Hilale, insieme agli altri leader religiosi hanno condiviso e accolto l’appello del Segretario Generale, sottolineando l’importanza di “preservare la fratellanza umana”.
Questa pandemia ha sradicato le nostre vite. Molte famiglie sono state distrutte a causa della perdita delle vite umane e/o della grave crisi economica che sta colpendo il nostro sistema. Come in tutte le crisi che cambiano la vita, si nasconde un’occasione. L’occasione di costruire una società più sicura, resiliente ed unita. Quando le persone sono disperate, l’odio viene spazzato via dalla solidarietà. La distruzione lascia spazio al restauro, alla ricostruzione di un mondo migliore.
È il momento per tutti noi, attori della comunità internazionale, di lavorare per un domani più luminoso di ieri. È un’altra occasione che la storia ci sta dando affinché la rinascita individuale diventi una rinascita collettiva.