C’è un profondo cambiamento in corso nel mondo delle università americane. Dalla East alla West coast, i college puntano a limitare il ruolo dei test d’ammissione. Gli studenti che non presentano punteggi non saranno più svantaggiati nel processo di candidatura. Anzi, qualsiasi materiale esibiranno a dimostrazione dei loro risultati sarà preso in considerazione.
La nuova politica era stata adottata come misura temporanea durante l’emergenza sanitaria nella primavera del 2020, ma sembra destinata a diventare permanente. Sia la Columbia che la Cornell University hanno sospeso le prove fino all’autunno 2024. E ora, anche l’Università di Harvard è pronta a fare lo stesso, consentendo agli aspiranti studenti di presentare domanda senza punteggi SAT o ACT fino al 2026. Una svolta importante che potrebbe essere imitata da tanti altri atenei.
I test d’ingresso non sono ancora del tutto svaniti e anche se non costituiscono più un requisito automatico nelle application, il dibattito sul loro valore infuria.
Harvard ha lasciato aperta la possibilità che il superamento dell’esame possa riprendere nell’autunno 2027, ma le chance che accada sono poche. Le università hanno capito che eliminando le prove di sbarramento, aumentano le application, mentre precipita il tasso di ammissione: più il tasso si abbassa e più aumenta il prestigio dell’ateneo. Quest’anno la percentuale degli ammessi ad Harvard è stata sotto il 4%.
Molte università hanno già reso la politica definitiva. L’Università di Chicago ha eliminato il requisito nel 2018, e a seguito una catena di istituti, tra cui l’Università dell’Indiana, l’Università dell’Oregon e l’Università di Washington.