Ottobre, due mesi fa. Mi chiama Emanuela, una mia cara amica di Milano che non sento da un po’: “Ciao Emilio, sì tutto bene… c’è una studentessa di Palermo che dovrebbe fare uno stage di 3 mesi, ma con la pandemia è tornata giù e qui gli stage sono bloccati. Ti va di fare da tutor?”.
Emanuela De Marchi è direttrice didattica del Master in Ideazione e produzione audiovisiva, cinematografica e per i media digitali, dell’Università Cattolica di Milano, mi racconta le difficoltà che hanno avuto nel bel mezzo del corso, le aspettative degli studenti, la complessità dell’emergenza, che ha colpito tutto il mondo della formazione.
“Fammi incontrare la giovane, se c’è feeling la seguo volentieri”. Conosco così Alessia e mi piace subito, per i suoi occhioni curiosi del mondo e per la sua educazione mite che non nasconde testardaggine, passione, voglia di farcela e l’amore per la sua – nostra – terra.
Dico di sì perché è giovane, impaurita, ma ci crede: crede che sia possibile fare qui in Sicilia il mestiere che ancora sta inseguendo ed esplorando e che ha a che fare col video. Crede sia possibile scrivere, sceneggiare, fare reportage, documentari, forse anche cortometraggi, oppure pubblicità, insomma cominciare a sperimentarsi e a lavorare in quel campo oggi amato da tanti come lei, i millennial figli del digital e dei social. Mi piace Alessia perché, come tanti suoi coetanei, lega il suo futuro e le sue sfide a ideali concreti. Non vuole semplicemente guadagnare o rendersi autonoma, vuole esprimersi, dare un senso ai suoi studi e alle sue radici. Vuole dire basta al sopruso, che oggi in Sicilia significa ancora andare via, o smettere di provare a fare quello che desideri fortemente, anche se ancora non lo conosci.
La questione mi tocca nel profondo, nel 2006 io ho scelto di tornare in Sicilia dopo più di vent’anni ben vissuti a Milano fra studio e lavoro, proprio in ambito comunicazione e media. È sempre difficile ma finora è andata bene e sono molto felice per quel poco e molto che vedo crescere in Sicilia intorno ai media, ma più in generale l’aggancio al web come opportunità concreta per nuove imprese di giovani creativi in ambiti vari, dal turismo esperienziale all’arte o alla terra. Non c’è paragone rispetto a 30 o anche solo rispetto a 20 anni fa, non siamo a Milano, Londra o New York ma bisogna anche guardare con fiducia a quanto hanno e abbiamo fatto noi tanti piccoli imprenditori del multimedia.
Decido con Alessia sin da subito un patto: concentriamoci sul video racconto, inteso anche come diario e ascolto personale che diventa dialogo per altri.
“Non faccio il capo e non ho nulla da insegnarti in questo campo così personale, però ho esperienza, mi somigli un po’, ti faccio da allenatore.”
Alessia è curiosa, la cosa la intriga soprattutto quando le dico che fare il coach significa fare domande e aiutare la persona a tirare fuori il meglio di sé. “Cosa stai pensando in questo momento della tua vita, Alessia? Cosa pensi ti farebbe felice? Come ti puoi preparare, nonostante il covid, la crisi e tutte le paure di questo maledetto 2020?”.
La tecnologia della scrittura come dialogo interiore è antica e fertile. Costa fatica ma porta consapevolezza da sempre, sia nella forma di epistola al maestro, come avveniva già nel periodo ellenistico e più ancora romano, sia nella forma privatissima del diario, in cui chi scrive diventa coach di se stesso.
Oggi tutti abbiamo uno smartphone in grado di fotografare e filmare qualsiasi istante della nostra e altrui vita. Molti di questi istanti li bruciamo sui social, anche quando potremmo risparmiarli. Perché non cercarne altri con più fatica, in giro per le strade trafficate, dentro un cortile, in alto sopra le nostre teste, la mattina presto o al tramonto quando tutto tace?
Il patto con Alessia prevedeva di ridurre la tecnica al servizio dell’allenamento e non al contrario. Niente macchine complicate, si gira tutto col telefono. Mostro ad Alessia un’app semplice e professionale, ci mettiamo d’accordo anche per il software di montaggio, e le passo qualche tutorial in rete per integrare le sue conoscenze.
“Fine della parte tecnica, hai fatto un master, hai ascoltato tanto, adesso pensa, scrivi, metti in scena il tuo diario”.
Il lavoro rispetta la scadenza, arriva in tempo per brindare al nuovo anno ed è tutto in questo video. Come coach mi sento onorato e commosso, il finale è d’obbligo, anche se domani sarà duro e necessariamente aperto ad altre esperienze, anche lontane.
Ma vi ringrazio, cari millennials, perché io so che c’è tanto bisogno di voi e che sarete voi a distruggere ogni fantasma; il vostro impegno e i vostri sogni a pulire questo nuovo vostro millennio; la vostra pazienza e resilienza il miglior vaccino contro ogni omologazione e prepotenza.
Auguri Alessia, buon anno cari millennials.