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December 17, 2018
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Vademecum semiserio sul Natale in casa di italoamericani

In un Natale italoamericano, tutto ruota intorno al cibo, all'ospitalità e alla famiglia. Curiosità e tradizioni delle feste degli italiani d'America

Maria Elisa AltesebyMaria Elisa Altese
What Does Christmas Look Like in an Italian American Family?
Time: 4 mins read

Quando si tratta di Natale in una famiglia italo-americana, c’è solo una parola da tenere a mente: CIBO! Tutto ruota intorno a cosa mangiare. Solitamente le famiglie americane pensano a cosa preparare da mangiare qualche giorno prima oppure fanno direttamente delle prenotazioni in un bel ristorante. Questo, in una famiglia italoamericana, è impensabile.

Il menù di Natale inizia a essere discusso all’incirca nello stesso periodo in cui viene discusso quello del Ringraziamento, il che significa verso la metà di settembre. In realtà, la domanda esatta che ci si pone è: Socco amu accucinari pi crismisi?, che significa (in un mix tra dialetto siciliano e un inglese improvvisato) “Cosa dovremmo cucinare per Natale?”. Ed è qui che tutto ha inizio!

Si comincia quindi con il chiedere a tutti i ragazzi: “Cosa vuoi mangiare?”. Peccato che nessuno sappia, a metà settembre, cosa vuole mangiare il 25 di dicembre.

Di solito il Natale a casa di una famiglia italoamericana coinvolge almeno 20 persone, e solo considerando i parenti più immediati. Quindi, è molto importante che per questo giorno speciale tutto sia studiato fin nei minimi dettagli. Prima di tutto, è importante contare le sedie, perché non solo devi averne il giusto numero, ma ne hai anche bisogno di qualcuna extra. Perché mai?, uno potrebbe chiedersi. Perché non si sa mai chi potrebbe passare! Bisogna essere sempre preparati.

Torniamo al cibo. La preparazione di solito inizia il giorno prima, diciamo intorno alle 7 del mattino, e tutti i ragazzi in casa lo sanno perché arriva un profumo di aglio nelle loro stanze. Chi non vorrebbe svegliarsi in questo modo?

La cucina è piena di padelle, pentole, sugo fatta in casa e, ovviamente, la cosa che non può mai mancare in una dimora italoamericana: pasta fresca fatta in casa. Tutti si svegliano sapendo che probabilmente verranno mandati al supermercato perché qualcosa è stato dimenticato durante la super spesa natalizia. I più intelligenti cercano di nascondersi o si impegnano a fare qualcos’altro, così da non essere loro a dover andare. Inoltre, la casa deve essere perfettamente pulita, ed è per questo che è stata spolverata, lavata e lucidata ovunque ogni singolo giorno per le ultime due settimane. Anche i bicchieri all’interno delle famose “credenze” vengono lavati, asciugati e rimessi al loro posto, non perché saranno usati, ma perché “cosa diranno le persone se vedono anche solo un po’ di polvere su di loro?”.

Tutti gli invitati di solito portano delle insalate, magari una torta fatta in casa, circa cinque confezioni di “Panettone” e ovviamente i famosi biscotti che vengono sfornati in continuazione fin dall’inizio di dicembre. C’è del vino, tanto vino; e non dimentichiamo le scatole di cibo inviate dai parenti che vivono in Italia. Non è tutto: c’è carne e pesce, così si hanno delle alternative. E non bisogna mai azzardarsi a rifiutare un piatto perché la casa diventerà improvvisamente silenziosa e la nonna italo-americana ti guarderà con un’espressione facciale che è un misto tra l’offeso e il preoccupato e dirà: “Che c’è? Un ti piace? (Cosa c’è? Non ti piace?). Per il tuo bene e per quello degli altri, annuisci sempre e dì che è buonissimo e lo mangerai! Dopodiché, daglielo a Vito, lo mangerà lui!

Sì, tra l’altro, c’è sempre un Vito, un Giuseppe o un Salvatore al tavolo. Probabilmente anche più di uno. Ecco perché quando qualcuno chiede “Ehi Vito mi passi l’acqua?”, almeno 5 persone si girano perché praticamente tutti hanno lo stesso nome, che corrisponde sempre a quello dei nonni.

Regola numero 1 in una casa italo-americana: hai un bambino, lo chiami come tua madre o tuo padre. Questo non è uno scherzo! Rischiate una “degenero” in stile Hunger Games se non si rispetta questa regola.

La famiglia di solito inizia a mangiare intorno alle 19:00 della Vigilia di Natale e si alza da quello stesso tavolo verso le 21:00 del giorno successivo: quindi in sostanza, sono 24 ore di cibo continuativo; si ha il permesso di alzarsi per andare in bagno, se suona il campanello o per scattare foto quando Babbo fa il suo ingresso. Ad interpretare “Babbo Natale” è solitamente lo zio con lo stomaco più grande, in questo modo non bisogna imbottire il costume con dei cuscini.

Poi arriva il momento di giocare a carte e gli italo-americani giocano solo in un modo: per soldi… abbiamo briscola, scopa, scala quaranta. In bocca al lupo!

Scherzi a parte, il Natale è davvero importante per gli italoamericani, perché li aiuta a mantenere vive le loro tradizioni. In passato le famiglie immigrate dall’Italia negli Stati Uniti speravano di costruire una vita migliore, e allora il cibo non era qualcosa che tutti avevano facilmente, ed è per questo che è considerato molto prezioso, qualcosa di grande valore.

Le vacanze sono un momento in cui tutti si riuniscono, ridono, litigano, mangiano e si godono la reciproca compagnia. E a pensarci bene, è proprio questo il Natale.

Dunque, dalla mia pazza famiglia italoamericana a tutte le vostre famiglie, chiunque voi siate e ovunque viviate, auguro buon Natale e buone feste!

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Maria Elisa Altese

Maria Elisa Altese

Mi chiamo Maria Elisa o Mariaelisa, dipende in che parte del mondo mi trovo. Soprannomi? Mary o Elisa. 
Sono italiana ma anche americana. Tutta la mia famiglia – nonni, genitori, fratello, zii, cugini – è a sua volta italoamericana. Sono nata a New York cresciuta un po’ negli USA e un po’ in Italia. Non chiedetemi di scegliere quale luogo preferisco, non ne sarei capace: il mio cuore appartiene ad entrambi i Paesi. Amo scrivere e mi piace pensare che ho qualcosa da raccontare per farvi ridere, riflettere e magari emozionare. Ah… sono bilingue, nessun accento. My name is Maria Elisa or Mariaelisa, it depends what part of the world I’m in. Some people call me Mary others call me Elisa. I’m Italian but I’m also American. My hole family: grandparents, parents, brother, uncles, aunts and cousins are all Italian American. I was born in New York and raised between USA and Italy. Don’t ask me to choose which one I prefer, I am not able to: my heart belongs to both of them. I love to write and I like to think I have something to say to make you laugh, reflect and maybe move you a little. Oh… I’m bilingual no accent.

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