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L’ONU, De Mistura, la Siria e il gelo del veto della Russia

Al Consiglio di Sicurezza dell'ONU gli appelli dell'inviato speciale per la Siria contro il muro del veto russo

Viola BrancatellabyViola Brancatella
L’ONU, De Mistura, la Siria e il gelo del veto della Russia

Il momento del voto sulla risoluzione per la Siria presentata da Usa-GB-Francia, con l'Italia che vota a favore e la Russia che invece pone il veto (UN Photo/Manuel Elias)

Time: 5 mins read

“Ci può essere soltanto una soluzione politica per questo conflitto sanguinoso” ha dichiarato con fermezza Staffan De Mistura, l’inviato speciale dell’ONU in Siria, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza del 12 aprile che ha visto la Russia porre il veto su una risoluzione sulla Siria.

La Russia alzando il braccio del “niet” (insieme alla sola Bolivia, mentre la Cina si asteneva) rispetto alla risoluzione proposta da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti che condannava l’uso delle armi chimiche in Siria da parte del governo di Bashar al-Assad, ha bloccato col veto e per l’ottava volta dall’inizio del conflitto in Siria, la votazione di una risoluzione. Nel testo della risoluzione, si condannava l’uso delle armi chimiche nell’attacco del 4 aprile a Idlib, nella provincia di Khan Shaykhun, e si chiedeva al governo siriano di collaborare alle indagini, condotte dalle Nazioni Unite, fornendo i dati sui voli aerei del giorno dell’attacco.

Il provvedimento, inoltre, invitava il governo di Assad a rispettare le leggi internazionali contro l’uso delle armi chimiche dell’Organization for the Prohibition of Chemical Weapons (OPCW) e le indicazioni della Fact Finding Mission (FFM) e della OPCW-UN Joint Investigative Mechanism (JIM). Su 15 membri del Consiglio di Sicurezza, di cui cinque permanenti, la risoluzione ha ottenuto 10 voti a favore (incluso quello dell’Italia): contrarie la Russia (che ha posto il veto) e la Bolivia, che non è membro permanente, mentre Cina (membro permanente), Etiopia e Kazakistan si sono astenuti.

Prima della votazione nel pomeriggio, nella seduta della mattina scintille da guerra fredda, se non peggio, con il vice ambasciatore della Russia, Vladimir Safronkov, che ha attaccato con astio l’ambasciatore britannico Matthew Rycroft, accusando la Gran Bretagna di voler sabotare “un accordo tra Russia e Stati Uniti per la pace in Siria” e, puntando il dito contro il suo collega, gridando: “Guardami in faccia quando ti parlo”. Quando poi è intervenuta la presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, l’ambasciatrice americana Nikki Haley, l’inviata di Trump non ha mai accennato alle accuse di Mosca nei confronti di Londra, ma si è limitata a dire che era giunto il momento che la Russia abbandoni il criminale Assad per stare dalla parte del mondo civile. Poi dopo l’acceso scambio, nel pomeriggio è arrivato il prevedibile veto russo, un no condiviso solo dalla Bolivia che, nei discorsi, era stata la più accesa nella condanna dell’attacco missilistico americano contro una base siriana senza prima aver ricevuto l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza.

La guerra in Siria è entrata nel suo settimo anno e, secondo le stime dell’organismo di monitoraggio delle Nazioni Unite Coordination Saves Lives (OCHA), 13,5 milioni di persone hanno bisogno di assistenza sanitaria, 6,3 milioni sono sfollati interni a causa degli assedi e 4,9 milioni sono profughi fuori dal Paese. Alla luce di questa emergenza e dell’esigenza di stabilire un negoziato di pace in Siria, Staffan De Mistura ha facilitato i colloqui sulla Siria (intra-Syrian Talks) tra il governo di Assad e l’opposizione, che si sono tenuti a marzo a Ginevra, ricordando i principi della risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2254 (2015), volti al perseguimento della via politica e diplomatica in Siria.

L’ambasciatore d’Italia Sebastiano Cardi si consulta con il vice ambasciatore Inigo Lambertini al Consiglio di Sicurezza dell’ONU poco prima del voto della risoluzione sulla Siria che sarà bloccata dal veto russo (Foto ONU/Rick Bajornas)

Il 12 aprile, in seguito alla votazione della risoluzione bloccata dalla Russia e agli ultimi episodi di conflitto in Siria, Staffan De Mistura ha ribadito la necessità di trovare un accordo tra Russia e Stati Uniti, al fine di collaborare per stabilizzare la situazione siriana e favorire i processi politici. L’inviato dell’ONU inoltre ha chiesto ai due Paesi di tenere fede alla missione dell’International Syria Support Group (ISSG), che entrambi presiedono, creato alla fine del 2015 durante i Vienna Talks per trovare soluzioni diplomatiche alla crisi siriana.

“L’uso della armi chimiche in Siria e il conseguente attacco statunitense contro le basi governative di Assad – ha detto l’inviato dell’ONU – hanno creato ingenti danni al Paese e hanno messo in grave pericolo il processo di pace”. “Questo è il momento per rinsaldare le idee, la strategia, l’immaginazione e la cooperazione” ha detto De Mistura, che inoltre, ha informato i membri del Consiglio di Sicurezza del suo appello a Russia, Turchia e Iran – gli attuali garanti del cessate-il fuoco ad Astana – per ristabilire la credibilità della politica e per attualizzare la tregua. Il cessate-il fuoco è anche la premessa necessaria per permettere alle Nazioni Unite di mettere in salvo milioni di persone intrappolate in zone di conflitto e di assedio. “Usiamo questo momento di crisi – perché è un momento di crisi – come spartiacque e opportunità per un nuovo livello di serietà nella ricerca di una soluzione politica” ha affermato De Mistura a conclusione del suo intervento in Consiglio di Sicurezza, cui ha fatto seguito uno stake out con i giornalisti.

I punti salienti del suo messaggio alla comunità internazionale sintetizzati durante l’incontro di De Mistura con i giornalisti sono: restaurare il cessate-il fuoco, ristabilire l’accesso agli aiuti umanitari, riaprire i colloqui di Ginevra e cercare soluzioni diplomatiche e politiche. “Le premesse per i negoziati di pace, ha detto De Mistura, ci sono e sono supportati dalla risoluzione 2254 del 2015”. “I colloqui sulla Siria si stanno muovendo al di là delle discussione preparatorie, è tempo che si passi all’azione”. De Mistura ha, inoltre, lanciato la possibilità di intavolare gli intra-Syrian Talks a maggio (da confermare) e alla domanda sulla divisione in aree di influenza della Siria ha risposto: “Mantenere la Siria unita è cruciale, dividere il paese sembra la soluzione più semplice”, ma l’obiettivo principale è mantenere una sola Siria, per evitare che succeda quello che è successo in Iraq a causa di Daesh.

Staffan De Mistura
Staffan de Mistura, UN Special Envoy for Syria, parla ai giornalisti dopo la riunione del Consiglio di Sicurezza del 12 aprile 2017. (Foto: Luiz Rampelotto/EuropaNewswire)

Sull’incontro di De Mistura a Washington con i membri del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti e con il segretario della Difesa, James Mattis, l’inviato dell’ONU ha detto: ”Il mio contributo principale è stato quello di mostrare e spiegare agli Stati Uniti, come ho già fatto con i russi e con gli altri, che vi è una via d’uscita politica. C’è un processo politico credibile sulla cui base si può costruire la pace”. Poi infine c’è stato tempo anche per svelare il futuro di De Mistura, continuerà la sua missione oppure si ritirerà per stare vicino alla sua famiglia dopo quasi tre anni di assoluto impegno con la crisi in Siria? De Mistura ha detto: “Sono anche io un essere umano. Avevo deciso che la mia famiglia (moglie e due figli, ndr) meritasse più la mia presenza, ma quando la mia famiglia ha visto le drammatiche immagini dei bambini colpiti dalle armi chimiche in Siria, ecco è stata la mia famiglia a incoraggiarmi a continuare. Mi hanno detto, Staffan in questo caso la famiglia viene dopo, hai un lavoro importante da ultimare. E questo mi ha influenzato a prendere la decisione finale che ho comunicato al Segretario Generale”. Poi dopo, a microfoni spenti, avvicinandosi ai giornalisti, Staffan De Mistura ci ha ribadito: “I can’t give up”.

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Viola Brancatella

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