È iniziata lunedì 25 luglio a Philadelphia la Convention del Partito Democratico, evento di spicco nella politica americana durante il quale i rappresentanti dei vari Stati nomineranno in maniera definitiva il candidato democratico per le Elezioni Presidenziali del prossimo 8 novembre.
Durante la prima serata di convention la first lady Michelle Obama, Elizabeth Warren e il tanto atteso Bernie Sanders si sono presentati sul palco per offrire il loro totale e incondizionato appoggio alla candidatura di Hillary Clinton, che secondo le ultime stime ha tutti i numeri necessari per poter superare nella corsa alla Casa Bianca il candidato repubblicano Donald Trump.
Il discorso di Michelle Obama è stato da molti definito come il più brillante della serata. La first lady ha infatti promosso una visione estremamente positiva del paese (definito come “la più grande nazione del mondo in questo momento”) e ha invitato all’unità e alla coesione anche durante una tornata elettorale difficile come quella che la politica americana sta sperimentando. La First Lady ha esaltato il lavoro di Hillary Clinton, affermando: “In queste elezioni c’è una sola persona che credo sia perfettamente qualificata per essere Presidente, e questa è Hillary Clinton. Ciò che più ammiro in lei è il fatto che non ha mai ceduto alla pressione, non ha mai preso la strada più semplice e non si è mai sottratta alla difficoltà, anche se in passato avrebbe potuto farlo. Dobbiamo bussare ad ogni porta, prendere ogni voto – ha proseguito la moglie del Presidente – usare ogni goccia della nostra passione e amore per il paese per scegliere Hillary Clinton come prossimo Presidente degli Stati Uniti d’America”. Il pubblico accorso alla Convention è poi esploso in un boato di applausi nel momento in cui Michelle Obama ha punto l’attenzione sui progressi fatti nei confronti delle differenze razziali, ricordando come “La storia di questo paese, la storia che mi ha portato su questo palco stanotte, è la storia di generazioni di persone che hanno conosciuto la frusta della schiavitù, la vergogna della schiavitù, la ferita della segregazione, ma che hanno continuato a lottare e a sperare e fare quello che era giusto fare. Per questo oggi io ogni mattina mi sveglio in una casa costruita da schiavi e guardo le mie figlie, due belle e intelligenti giovani donne nere, che giocano con il loro cane sul prato della Casa Bianca”.
A seguire ha fatto il suo ingresso sul palco di Philadelphia Elizabeth Warren, attualmente senatrice del Massachussets e icona del movimento progressista americano. Warren ha iniziato lodando la campagna di Bernie Sanders, affermando: “Bernie ci ricorda per che cosa lottano ogni giorno i democratici” ed ha poi continuato definendo Trump “Un uomo che ha ereditato la fortuna dal padre e che la mantiene tramite evasioni fiscali e soprusi. Un uomo a cui importa solo di se stesso”. Di fronte a questa alternativa, quindi, Warren ha invitato il popolo americano a votare per Hillary Clinton alla quale la senatrice ha fatto riferimento come “una delle persone più intelligenti, tenaci e forti del pianeta. Una donna che lotta per tutti noi”. L’endorsement, però, non è stato accolto positivamente e durante il discorso si è alzato un coro dal pubblico che ripeteva: “Ci siamo fidati di te”.
Non poteva mancare alla Convention Democratica l’uomo che fino a poche settimane fa ha lottato contro Clinton per la nomina, contribuendo a rendere queste primarie incredibilmente controverse: Bernie Sanders. Egli è stato accolto da una standing ovation durata vari minuti e, quando finalmente è riuscito ad iniziare il suo intervento, ha affermato: “So che molti di voi sono stati delusi dai risultati delle primarie, e credo di poter affermare che il più deluso sono io”. Nonostante questo, il senatore del Vermont ha proseguito rafforzando il suo supporto nei confronti di Hillary Clinton ricordando che in questo momento il paese “ha bisogno di una guida che unisca le persone e non di un leader che insulta le donne, i musulmani, gli afroamericani e gli ispanici”. Sanders ha raggiunti poi il climax del suo discorso dichiarando: “Hillary Clinton deve diventare il prossimo Presidente degli Stati Uniti”.
Dura la risposta di Trump, che ha commentato l’evento su twitter dicendo: “Mentre Bernie si è totalmente rassegnato, noi accogliamo ancora tutti coloro che desiderano un miglior futuro per i lavoratori”.
La prima serata di Convention è stata quindi segnata da interventi di spicco, ma non sono mancate le contestazioni. Il partito Democratico, infatti, appare sempre più spaccato al suo interno come si può facilmente indurre anche dai cori che spesso hanno interrotto i discorsi ogni volta che veniva pronunciato il nome di Hillary Clinton. Obama, Warren e Sanders hanno cercato di domare il dissenso della platea ma Marcia Fudge, presidente della Convention, è stata costretta ad intervenire per affermare: “Siamo tutti democratici, comportiamoci come tali”.
Grande assente sul palco di Philadelphia è stata invece Deborah Wasserman Schultz, che alla vigilia della Convention ha annunciato le sue dimissioni dal ruolo di Presidente del Comitato Nazionale del Partito Democratico in seguito allo scandalo che l’ha vista protagonista. Alcuni hacker russi hanno infatti rese pubbliche mail private in cui i vertici del Partito in cui ipotizzavano come boicottare la campagna di Sanders a favore di Clinton. Sanders ha definito le mail “oltraggiose”, ma ha preferito incanalare i suoi sforzi verso la sconfitta di Trump piuttosto che impuntarsi a far battaglia contro Schultz.