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Succede solo a New York

Un posto dove ti senti sempre a casa

Laura GamberinibyLaura Gamberini
solo a new york
Time: 6 mins read

Lo sapete tutti ormai che sono una fan del mood “succede solo a New York” e delle situazioni assurde, surreali e paradossali (ok, questo non solo a New York). “Succede solo a New York”, certo, ma te le vai anche un po’ a cercare se la tua risposta base è “Why not?”, che si tratti di accettare dei biscottini che ti offre una sconosciuta che incontri in metropolitana in piena notte perché è divertita dal fatto che, a suo avviso, avete lo stesso colore di capelli tu e i cookies chiamati appunto Red Head, o che si tratti invece di uscire per un veloce aperitivo con un’amica e finire a fare mattina in uno strip club.

Insomma, è vero che tante cose succedono solo a New York, ma una buona dose di incoscienza e curiosità, le metto pure io. Ci sono, però, alcune cose che indubbiamente succedono davvero solo a New York. Tipo gli incontri. Sono qui da pochi mesi e senza spostarmi ho rivisto decine di amici. È incredibile come New York sia una calamita per chiunque e non passa una settimana senza che qualche amico o conoscente si tagghi al JFK. Che vengano per lavoro o per piacere, tutti prima o poi passano da New York. Da quando sono nella City, ho incontrato tantissime persone che non vedevo da una vita, generalmente mettendoci d’accordo.

È, in effetti, quello che doveva succedere anche con Chiara, un’amica di infanzia, come me nata a Ravenna, che ora vive a Roma e con cui mi ero un po’ persa di vista. Chiara, sapendo che mi trovo a New York grazie ai social network, mi ha scritto che era qui in vacanza con il suo fidanzato. Ci siamo messe d’accordo per vederci martedì scorso. Quando ci siamo sentite, era lunedì 25 Aprile, un giorno di grande festa: oltre ad essere lNew York’anniversario della Liberazione della nostra Italia, è anche (non a caso) il compleanno de La Voce di New York. Chiara quella sera di lunedì 25 Aprile, quando ci siamo sentite, mi ha detto che aveva un impegno preso dal suo fidanzato, “qualcosa a casa di un’italiana” (notare bene le parole casa e italiana), non sapeva esattamente. Io invece ero felicissima di partecipare alla festa di compleanno de La Voce che si teneva alla Casa Italiana Zerilli-Marimò. Avete già capito il misunderstanding? Sì, è proprio così: la “casa italiana” in cui Chiara e il suo fidanzato avevano intenzione di andare era proprio la Casa Italiana Zerilli-Marimò. Il fidanzato di Chiara è un giornalista sportivo ed era, giustamente, affascinato da quel meraviglioso fenomeno che è il giornale online per cui ho la fortuna di scrivere e che voi avete la fortuna di leggere. Insomma, io ero all’ingresso a fare la buttadentro e a spedire tutte le persone che arrivavano direttamente nella sala in cui c’era la proiezione del video promo , senza che si fermassero prematuramente all’invitante buffet offerto dal Piccolo Caffè. All’improvviso vedo comparire Chiara. Ora, non so se potete immaginare l’effetto sorpresa di essere nel pieno di un bellissimo momento di festa in una città fantastica che ti ha in parte adottato e ritrovarti all’improvviso, e in maniera davvero inaspettata, di fronte a un’amica di infanzia.

Riformulo: sei a New York, dall’altra parte dell’oceano rispetto alla tua famiglia, ai tuoi amici e a qualunque cosa ti sia familiare e ti ritrovi di fronte alla tua amichetta con cui giocavi a bambole in tempi in cui nemmeno sapevi che esistesse New York, figuriamoci immaginarti di viverci. Stiamo parlando di un’amica d’infanzia che come te è di Ravenna, e sottolineo di Ravenna. Accidenti, avete presente quanto isolata e fuori dal mondo, per quanto affascinantissima, fosse quell’adorabile bomboniera tutta mosaici e piadine della nostra città d’origine, soprattutto quando eravamo bambine? No, perché ora, con il web si arriva ovunque, ma per noi era un viaggio persino andare a Bologna! E ci ritroviamo trentenni a New York! Ok, lei di base non sta a New York, ma è un avvocato super a Roma che, scusatemi, ma resta la città più bella del mondo. Insomma, questa carrambata made my day come si usa dire qui, quando qualcosa di bello stravolge completamente il senso della tua giornata in positivo. Sono impazzita di gioia e mi scuso qui pubblicamente se, presa com’ero dall’entusiasmo di questo incontro, dal momento in cui ho visto Chiara non ho praticamente più rivolto la parola a nessun altro. D’altronde dovevamo recuperare decine di anni di aneddoti, tra un prosecco e l’altro.

New York
Con la mia amica Chiara e Michele Palazzo alla festa de La Voce di New York

Tra l’altro, alla festa c’era anche un altro ravennate che vive qui a New York e che è un fotografo di grande talento e altrettanto successo: Michele Palazzo. Sì, proprio lui: quello che è diventato famoso in tutto il mondo con la foto che sembra un quadro impressionista del Flatiron sotto alla tempesta Jonas. Che gioia ritrovarci tutti insieme alla Casa Italiana e sentirci, effettivamente “a casa”. Ecco, questa è una cosa che ho capito qui a New York: il concetto di casa per me non è tanto definito da quattro mura e da una lavatrice (per quanto importantissima), ma dal calore umano.

Ok, già questo aneddoto sarebbe bellissimo e la storia potrebbe finire qui, ma è solo l’inizio. Sì, perché usciti dalla festa, Alberto, il fidanzato di Chiara, ha proposto di andare a mangiare all’Antica Pesa, ristorante di culto a Roma che da quattro anni ha aperto anche a Williamsburg. Ovviamente ne avevo sentito parlare, ma non mi era mai capitato di andarci e dal primo momento in cui sono entrata, mi sono letteralmente innamorata. L’atmosfera è quella magica di una home away from home. Ci si sente a casa per il calore con cui si viene accolti e per il buon cibo, indubbiamente di tradizione italianissima, ma allo stesso tempo l’atmosfera elegante e il tocco ricercato ricordano continuamente che ci si trova a New York, in uno dei posti più cool della città, di fatto. È un’impressione che non devo aver avuto solo io, visto che appena ci siamo seduti ci siamo accorti che al tavolo di fianco al nostro c’era Meg Ryan. Meg Ryan, capito?! Cioè, per le ragazze della nostra generazione, Meg Ryan è New York. Noi questa città l’abbiamo conosciuta molto prima di Sex & the City, con la cara vecchia Meg che ordinava piatti improbabili da Katz’s Delicatessen in Harry ti presento Sally o che leggeva favole ai bambini in una libreria da sogno in C’è posta per te. Noi New York, l’abbiamo vista le prime volte proiettata in un cinema all’aperto che non esiste più a Marina Romea, località balneare sconosciuta ai più e che pure a noi è tanto cara perché ha segnato la nostra infanzia. E ci ritroviamo poi, qualcosa come vent’anni dopo, di nuovo insieme per caso, a incontrare un nostro mito! Un mito vero, di quelli che vedi sullo schermo e neanche pensi che esistano in carne e ossa. Quando avevo tredici anni realmente pensavo che le mie possibilità effettive di incontrare Meg Ryan dal vivo fossero le stesse di incontrare Sailor Moon. Erano personaggi che vedevo in tv. E c’è di più, allo stesso tavolo c’era un gran bell’uomo che secondo me ricordava parecchio Bon Jovi, ma non osavo dirlo perché avevo incontrato quello stesso tipo, tre giorni prima, a uno speakeasy insieme a un’altra amica di Ravenna che ora vive a Taipei e che era qui per lavoro (ve l’ho detto che tutte le strade portano a New York, no?). Insomma, io insistevo che quello lì secondo me era Bon Jovi e lei diceva che era troppo vecchio per essere lui, ma gli anni passano anche per Bon Jovi e il proprietario del ristorante ha poi confermato che sì, era proprio lui, che diciamocelo, sarà invecchiato, ma non è affatto male.

E qui scatta il “succede solo a New York” perché prendete una ex ragazzina di provincia che comprava tutte le audiocassette di Bon Jovi da Vinile in via De Gasperi a Ravenna (pure quello non esiste più) e passava i pomeriggi a riascoltare in loop solo ed esclusivamente Crazy, crogiolandosi in un male di vivere aprioristico, buffissimo e insensato, insieme alla sua migliore amica, sì, la stessa con cui tanti anni dopo avrebbe affrontato lo Sleep No More a New York, ma ancora neanche se lo sognavano. Prendete una ex ragazzina di provincia che Bon Jovi lo ha visto solo nei poster pieghevoli di Cioè poi, qualche decina d’anni dopo, quando è cresciuta parecchio anagraficamente, ma emotivamente rimane una sbarbina, fatela arrivare per una serie di eventi fortuiti in una città lontanissima, talmente lontana che è oltre i suoi sogni di bambina, oltre le sue aspettative di ragazza, oltre ogni più rosea e ottimistica previsione per il futuro. Già che ci siete fatele incontrare due volte in una settimana una star che per lei è stata molto più che una divinità. Fate in modo che lei questo incontro non lo faccia da sola, ma con una ex ragazzina esattamente come lei che condivide al 100% la stessa emozione. Fate tutto questo e vi renderete conto di quanto la vita sia meravigliosa e imprevedibile. Succede solo a New York, sì.

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Laura Gamberini

Laura Gamberini

Mi chiamo Laura e di mestiere scrivo, prevalentemente per la TV. Ho sempre viaggiato tanto, per lavoro e per passione. Negli ultimi anni ho chiamato casa più o meno 14 posti diversi in 7 città divise in 3 differenti paesi, distribuiti in due continenti. Ho vissuto a Ravenna, a Milano, a Bologna, a Londra, a Roma, a Padova e ho lavorato a Parigi. Ora sono a New York e quelle che vi racconto sono le mie avventure alla ricerca del succo della Grande Mela.

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