Gent.mo Direttore,
in relazione alla responsabilità di chiusura del reparto di ortopedia pediatrica dell’Ospedale G. Di Cristina di Palermo, ed in riferimento a quanto pubblicato in data 29 luglio u.s., si ritiene utile precisare che l’unità operativa in discussione non è più attiva esclusivamente in ossequio ad una scelta di programmazione regionale, che già nel 2010, successivamente alla chiusura del presidio Casa del Sole di Palermo, ha disposto l’allocazione in ambito metropolitano di una sola unità di ortopedia pediatrica, localizzata presso l’Azienda Ospedaliera Villa Sofia-Cervello.
Come è noto, grazie anche a quanto più volte riportato dagli organi d’informazione, la nuova Direzione di ARNAS Civico ha ribadito, sin dal suo insediamento, la necessità di ripristinare a pieno titolo l’assistenza ortopedica pediatrica presso il presidio Di Cristina. In tal senso, sin dal luglio 2014, è stata avanzata la richiesta all’Assessorato Regionale della Salute, di riattivare una funzione assistenziale che si ritiene indispensabile e complementare alla chirurgia pediatrica dell’Ospedale dei Bambini.
Nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, a fronte di numerose riunioni e tavoli tecnici nei quali l’Amministrazione Regionale esprimeva apprezzamento, nessuna soluzione è intervenuta a modificare una situazione che, di fatto, espone ad un grave rischio clinico i bambini della nostra città.
L’Azienda, nel corso dell’ultimo anno, nonostante il venir meno di due dei tre specialisti che lavoravano nell'ambito della chirurgia pediatrica, ha comunque tentato di garantire l’assistenza ortopedica presso l’unico ospedale pediatrico siciliano, seppur in difformità con quanto previsto in ambito regionale e con grande difficoltà, in vigenza del blocco delle assunzioni, attraverso il reclutamento di specialisti con contratto libero professionale, che hanno operato in sinergia con l’ortopedia del presidio Civico di Palermo. Non può passare tra l’altro in secondo piano, che tale scelta, ritenuta eticamente corretta e volta ad assicurare i livelli essenziali di assistenza, non è priva di preoccupazioni in ordine a profili di responsabilità contabile.
Più volte inoltre, è stata formalizzata senza esito, la richiesta di attivazione di un rapporto convenzionale con Villa Sofia-Cervello, utile ad assicurare la pronta disponibilità per il Pronto Soccorso del Di Cristina da parte degli specialisti ortopedici di quell’azienda, così come peraltro al contrario garantito da ARNAS Civico, in ambito cardiologico pediatrico. Il medesimo tentativo, con lo stesso risultato, è stato promosso anche nei confronti dell’IRCSS Rizzoli di Bagheria.
Pertanto, onde porre soluzione ad un problema irrisolto da oltre cinque anni, tutto ciò considerato, ARNAS Civico ha ritenuto indispensabile prevedere nel proprio atto aziendale, in corso di adozione, una nuova unità di ortopedia pediatrica, che verrà dotata di organico proprio. Ci auguriamo che, alla luce delle ragioni di buon senso che sottintendono a tale determinazione, il Dipartimento della Programmazione Sanitaria regionale esprima la propria condivisione .
Ringraziando per l’attenzione, restando a disposizione,
Cordiali saluti,
Giovanni Migliore
Nell’articolo pubblicato dal nostro giornale il 29 luglio (intervista al vice segretario regionale della Cimu della Sicilia, Angelo Collodoro, che potete leggere qui) abbiamo posto il tema – a nostro modesto avviso importante – della chiusura del reparto di chirurgia ortopedica pediatrica dell'ospedale dei bambini di Palermo. Chiusura che, ad avviso di chi scrive, è un fatto molto grave.
Il dottore Giovanni Migliore, direttore generale dell’Azienda ospedaliera Civico di Palermo, ci dice che tale chiusura è stata disposta dall’assessorato regionale alla Salute. Una scelta di “programmazione regionale”, sottolinea il dottore Migliore. Prendiamo atto che la scelta di chiudere il reparto di chirurgia ortopedica pediatrica dell'ospedale dei bambini di Palermo è stata adottata dal governo regionale:a ma questo, è chiaro, non rende meno grave tale atto. Cosa, questa, sottolineate dallo stesso dottore Migliore, parla di una “situazione che, di fatto, espone ad un grave rischio clinico i bambini della nostra città”.
Chi scrive ha espresso non poche perplessità sulla gestione della sanità siciliana da parte del governo regionale precedente di Raffaele Lombardo e da parte del’attuale governo, retto da Rosario Crocetta. Insomma, la gestione della sanità siciliana da parte dell’ex assessore, Lucia Borsellino, non ci è piaciuta affatto (come potete leggere qui). E a testimoniare l’insufficienza di questa gestione c’è la chiusura del reparto di chirurgia ortopedica pediatrica dell'ospedale dei bambini di Palermo: caso – purtroppo non unico – di gestione irrazionale, se non aprossimativa, della sanità pubblica siciliana.
Sempre a nostro modesto avviso, in questa storia, ci sono anche responsabilità del governo nazionale. Perché è dal governo nazionale che arrivano le sollecitazioni per ‘risparmiare’ sulla gestione della sanità pubblica. A dimostrarlo ci sono le ultime direttive annunciate dalla ministra Beatrice Lorenzin, ovvero il maldestro tentativo di spingere i medici pubblici a non eccedere con le consulenze e con gli esami clinici. Con l’annuncio – che tecnicamente non possiamo che definire irragionevole e, quindi, in linea con il governo Renzi – di far pagare ai medici pubblici il costo di eventuali consulenze ed esami clinici definiti “inutili”. Dimenticando che le consulenze e gli esami clinici servono, anche, per escludere la presenza di certe patologie! Siamo proprio curiosi di leggere le linee guida della ministra Lorenzin in ordine a tale questione. In fondo, se c’è una cosa che il governo Renzi non sta lesinando agl’italiani è l’umorismo dal retrogusto amaro…
La verità è che la sanità italiana – e quella siciliana in particolare – sconta gli effetti negativi di una Malasignoria della sanità che inizia a Bruxelles: è l’Unione Europea che impone “rigore e sacrifici” al nostro governo nazionale; il governo nazionale li impone alle Regioni; e i governi regionali – come nel caso del reparto di chirurgia ortopedica pediatrica dell'ospedale dei bambini di Palermo – li impone alle Aziende ospedaliere.
Il problema è che, in questo caso, come ammette lo stesso dottore Migliore, è venuto meno un servizio essenziale per i bambini. Ciò posto, invitiamo i genitori dei bambini che hanno avuto problemi in questo ambito a rivolgersi all’autorità giudiziaria, anche per capire chi dovrà pagare i danni, là dove dovesse essere accertata che la carenza di questo servizio ha provocato danni.
Giulio Ambrosetti