Secondo voi lo sfascio della Sicilia odierna poteva risparmiare quella che a Catania e dintorni viene chiamata “la Montagna”, cioè l’Etna? Ovviamente, no. Come quasi tutto quello che oggi finisce nelle mani della Regione, dello Stato o, peggio, dell’Unione Europea, anche l’Etna è finita nella babele kafkiana delle autorizzazioni e, in generale, delle pastoie burocratiche che penalizzano la poca economia rimasta e tolgono persino il piacere di un’escursione su uno dei più noti vulcani attivi d’Europa.
Sotto accusa sono finite le cervellotiche restrizioni della Protezione Civile. Ovvero l’impossibilità di trovare un giusto equilibrio tra la legittima sicurezza e il piacere di garantire agli escursionisti di visitare l’Etna. Così è nato un Comitato, denominato Etnalibera, che punta a liberare questi straordinari luoghi dai ‘bollini’ e dai divieti. Oggi, infatti, l’Etna è sede di un Parco naturale istituito dalla Regione siciliana, può contare sul ‘bollino’ dell’Unesco che l’ha inserita nella lista dei beni da proteggere nel nome dell’umanità ed è oggetto – come già ricordato – di prescrizioni della Protezione Civile. Per non parlare degli interventi della Prefettura. Tutti vogliono proteggere, ma alla fine l’Etna non è fruibile. Che fare per liberare “la Montagna” dalla burocrazia?
Il tema è stato affrontato nel corso di un incontro che si è svolto ieri sera a Nicolosi, grosso centro etneo. L’occasione, per i protagonisti del Comitato Etnalibera, per illustrare le proposte, contenute in un documento-petizione, che suggeriscono al legislatore nuove norme per la fruizione dell’area sommitale dell’Etna e delle eruzioni. Una zona nella quale oggi è impedito il libero escursionismo da un regolamento di Protezione Civile. Sono i già citato divieti che impongono “un’ingiustificata interdizione agli escursionisti ed un irrazionale freno alle attività economiche legate alla fruizione dell’area Unesco”, recita un comunicato. Già in Sicilia la crisi economica è pesantissima. Con la pubblica amministrazione che, invece di agevolare chi intende investire, lo ostacola.
Di fatto, siamo davanti a uno dei tanti fallimenti della politica. Problema che a Catania è molto avvertito, sia perché i catanesi amano l’Etna, sia perché in questa provincia il ‘virus’ del precariato e del posto fisso a spese della pubblica amministrazione – diffusissimo a Palermo e dintorni – non ha ancora soppiantato che vuole fare impresa, magari utilizzando ciò che la natura offre.
“Il Comitato – si legge in un comunicato – al termine di un percorso di confronto interno di elaborazione delle diverse proposte, ha redatto il documento illustrato ieri sera da Sergio Mangiameli, portavoce di Etnalibera insieme a Giuseppe Riggio”. La serata è andata in cena nel piazzale del Museo della Civiltà Contadina. Sono intervenuti liberi cittadini, politici, rappresentanti delle istituzioni, operatori economico. La richiesta è stata unanime: superare le attuali “procedure di allertamento rischio vulcanico e modalità di fruizione per la zona sommitale del vulcano Etna”, disposte dalla Protezione Civile. La fruizione è attualmente possibile solo avvalendosi delle guide autorizzate, anche se le continue ordinanze prefettizie, emesse anche per fenomeni vulcanici di scarsa importanza, rendono inaccessibili pure alle guide i luoghi più significativi del vulcano, nonché gli scenari delle eruzioni.
Giuseppe Riggio ha parlato del legame storico fra l’Etna e la sua gente, testimoniato da immagini di diversi periodi, che ritraggono uomini e donne sui luoghi delle manifestazioni eruttive dell’Etna. Nel corso della serata sono intervenuti, di presenza o mediante un messaggio, politici e amministratori. Il sindaco di Nicolosi, Nino Borzì, impossibilitato ad essere presente, ha affidato a un breve videomessaggio l’adesione alle proposte di Etnalibera. A sostegno della causa si sono dichiarati il primo cittadino di Randazzo, Michele Mangione, il sindaco di Piedimonte Etneo, Ignazio Puglisi, il sindaco di Ragalna, Salvo Chisari.
La parlamentare regionale del PD, Concetta Raia, ha illustrato l’interrogazione presentata al Parlamento siciliano che accoglie le proposte di Etnalibera, soprattutto nella parte che chiede la restituzione delle prerogative di fruizione al Parco dell’Etna. Messaggi di adesione anche da parte dei deputati regionali Anthony Barbagallo, Alfio Papale, Nino D’Asero, Salvo Giuffrida (che ha annunciato una sua interrogazione, sempre al Parlamento siciliano, per lunedì mattina). Presenti anche i deputati nazionali Luisa Albanella, Giuseppe Berretta e Basilio Catanoso; il senatore Salvo Torrisi; l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Catania, Angelo Villari; l’assessore all’Ambiente del Comune di Nicolosi, Giuseppe Di Mauro.
La presidente del Parco dell’Etna, Marisa Mazzaglia, ha espresso la disponibilità dell’ente ad occuparsi della fruizione, anche se – ha aggiunto – devono essere chiariti alcuni aspetti per poterla gestire al meglio. La presidente ha poi manifestato l’intenzione di convocare un tavolo tecnico-politico, aperto al Comitato Etnalibera, per affrontare l’intera questione.
Hanno dato un contributo alla discussione, dichiarandosi sostenitori della petizione, anche il giornalista Rai Giovanni Tomarchio, autore delle immagini dell’Etna più significative degli ultimi anni; Enzo Agliata, che ha letto un messaggio di Alessandro Gogna, alpinista di fama internazionale; Paolo Maniscalco, già assessore alla Protezione Civile del Comune di Catania, che ha parlato di illegittimità in relazione al regolamento della Protezione Civile; Carmelo Ferlito, docente di Vulcanologia all’Università di Catania e guida alpina e vulcanologica; Giambattista Condorelli (CAI Catania), che fa parte del Comitato. Quest’ultimo ha ricordato che per risalire ad un gruppo civile di protesta bisogna ritornare agli anni ’50 del secolo passato.
Significative la parole di Alfio Ponte, presidente del Collegio Guide Alpine e Vulcanologiche, il quale, proprio sulla fruizione dell’area sommitale dell’Etna, ha informato che il Collegio si è già rivolto al costituzionalista Valerio Onida. Quest’ultimo ha inviato una lettera al Prefetto di Catania, tutt’ora in attesa di risposta.
Gli intervenuti hanno assistito alla proiezione dei cortometraggi “Emozioni dal vulcano”, di Antonio De Luca, e “Iddu” di Klaus Dorschfeldt, nonché del video realizzato da Giuseppe Distefano (Etna Walk) intitolato "Etna Libera" che ha raccolto le testimonianze espresse a 2.900 metri d’altitudine da alcuni escursionisti italiani e stranieri intervistati sui divieti in area sommitale, che si son detti meravigliati per le restrizioni alla visita della vetta.
I portavoce di Etnalibera, Sergio Mangiameli e Giuseppe Riggio, al termine della serata hanno dichiarato: “Siamo particolarmente soddisfatti per il consenso che abbiamo raccolto attorno alle proposte del Comitato. Abbiamo incassato importanti sostegni, segno della volontà diffusa di giungere ad una nuova regolamentazione per l’accesso in area sommitale. Accogliamo con favore le parole della presidente del Parco dell’Etna, Marisa Mazzaglia, intenzionata a convocare un tavolo tecnico-politico. Seguiremo l’iter e faremo da stimolo nei confronti degli attori a cui spetta il compito di disegnare le nuove norme affinché, nel nome della nostra montagna, si metta fine a questi inappropriati divieti”.
Nel corso della serata sono state raccolte le firme a sostegno del documento del comitato, che potrà essere firmato in altri luoghi (che verranno comunicati da Etnalibera) o mediante la petizione on line.
Discussion about this post