Che regione strana è la Liguria. Una striscia di terra che si estende per 270 chilometri, stretta e lunga, dove sembra che mare, collina e montagna abbiano sancito un patto di convivenza e ognuno si sia ritagliato il giusto spazio per dar vita a una terra magnifica.Visitando la Liguria stupisce vedere come in una piccolissimo spazio la natura sia riuscita a dare vita a un panorama tra i più variegati della penisola italiana, dove lo sguardo rimane incantato da scorci improvvisi di mare infinito con alle spalle montagne imponenti.
Andare al mare in Liguria, ma se si vuole visitare l'entroterra c'è tanto da vedere. Proviamo ad indicarvi i luoghi più suggestivi di questa regione che, come vuole lo spirito marinaro dei suoi antenati, è tutta da scoprire.
Sulle strade dell'amore
Partendo da Levante, da visitare assolutamente nella zona di La Spezia le Cinque terre e Portovenere con le sue isole Palmaria, Tino e Tinetto. La Via dell'Amore dichiarata dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità, parte integrante del Parco Nazionale, è una tappa assolutamente da inserire nel vostro diario di viaggio, una strada pedonale a picco sul mare con un percorso che tocca i paesi delle Cinque Terre.
Se il vostro tour inizia invece da Genova, non perdete l'acquario, situato nel porto antico, vicino ai magazzini del cotone. A pochi chilometri, Portofino — per innamorati e non — è talmente bella e suggestiva che vi raccomandiamo di caricare a dovere le batterie delle vostre macchine fotografiche. Da vedere anche il Parco Regionale Di Portofino.
Terra di santi, navigatori e… cetacei e orsi
In provincia di Savona, da non perdere le Grotte di Toirano, con spettacolari stalattiti e stalagmiti, dove si trova un insediamento preistorico e il più grande cimitero di orsi delle caverne d'Europa. E poi L’Antico Palazzo Peloso Cepolla ad Albenga che ospita il Museo Navale Romano dove è possibile ammirare una delle raccolte più complete e meglio conservate di anfore vinarie romane, carico di una nave affondata nel porto intorno al I° secolo a.C..
Proseguendo verso ovest, ci sono il Santuario dei cetacei tra Andora-Imperia e la Costa Azzurra, il paese di Cervo (IM) dove ha sede il Museo Etnografico del Ponente Ligure – Castello Medievale dove vengono illustrati l'attività marinara di piccolo e grande cabotaggio.
Vale la pena fermarsi a Imperia (IM) e fare visita al Museo dell'Olivo, dove sono esposti oggetti legati al ciclo biologico dell'ulivo e alla produzione dell'olio, a partire dagli inizi dell'800, appartenenti alla raccolta privata della famiglia Carli, noti produttori d'olio.
Dalle logge di Santa Chiara a Borgo Parasio, in località Porto Maurizio (IM) c'è una vista mozzafiato sul mare. Nelle giornate particolarmente terse si vedono sia la vicina costa francese sia la silhouette della costa nord della Corsica. Nel periodo tra il 10 e 15 agosto, i soci del Circolo nautico Borgo Cappuccini mettono a disposizione di turisti e residenti i loro gozzi, natanti a motore tipicamente liguri, per una navigazione in notturna, completamente gratuita.
Sulla vecchia statale che da Ventimiglia porta in Francia, a Latte (IM), in Località Mortola, da non perdere i Giardini Botanici Hambury. Un angolo di paradiso a strapiombo sul mare, in uno dei luoghi più belli ed incontaminati della costa Ligure di Ponente. Creati nell'800 da un inglese in cerca di luce, raccolgono all'aperto piante esotiche e liguri dalle più diverse forme e colori.
La Liguria in un bicchiere
La Liguria non è una terra facile per il vino anche se la viticoltura era già conosciuta dall'antico popolo dei liguri, ancora prima del VI secolo a.C. Stretta tra le Alpi e il mare, con pochissime zone pianeggianti, in questa regione ogni vigna, o quasi, è una sfida, senza parlare dei filari davvero eroici delle Cinque Terre.
Sono 270 i chilometri che vanno da un capo all'altro dell'arco ligure per toccare a ponente la Francia e a levante la Toscana. A sud solo mare, a nord le Alpi. In pratica una striscia di costa, poco più di un terzo collinare e il resto montuoso. Coltivare la vite in un ambiente così impervio e su terreni difficoltosi da raggiungere, soprattutto con i mezzi meccanici, costringe ad affidarsi quasi esclusivamente alle braccia e rende difficile arrivare ad un dimensionamento importante. Fare impresa è quindi più complicato: i costi di gestione delle vigne e dell'azienda nel suo complesso sono certamente più alti e, di conseguenza, i vini liguri costano un po' di più della media ma, chi sceglie di bere vini liguri lo fa sapendo di provare qualcosa di unico e di diverso. L'enologia in questa regione offre un'interessante varietà di vini bianchi fragranti e sapidi, rossi eleganti ed inimitabili passiti. Il vitigno più coltivato è il Vermentino, seguito da Albarola e Pigato.
A Levante troviamo vitigni che strizzano l'occhio alla vicina Toscana e sono a base di Ciliegiolo, Canaiolo, Pollera e Sangiovese, ma su tutti emerge il raro e prezioso Cinque Terre Sciacchetrà un vino bianco da dessert ottenuto da grappoli di Vermentino, Albarola e Bosco fatti appassire, poi fatto riposare per anni in piccoli caratelli di legno. Nelle stesse zone, soprattutto nella piana di Albenga, ai vigneti si affianca una massiccia coltivazione di basilico per la produzione del rinomato pesto alla genovese e altrettanto importante è la presenza di aziende che coltivano ortaggi.
Nel Ponente, oltre ad uno spazio importante che occupano sia la floricoltura – soprattutto garofani – che l’olivicoltura con la qualità taggiasca, si coltivano in primis Vermentino e Pigato. Protagonista a sé stante il Rossese di Dolceacqua, che trova le migliori espressioni nella Val Nervia e Vallecrosia (Val Crosa). Già protagonista nella prima metà del '700. L'ammiraglio Andrea Doria lo scelse quale vino ufficiale per i successi della sua flotta, mentre Napoleone Buonaparte, ospite della marchesa Doria, lo elesse come prodotto di conforto personale nel corso dell'estenuante campagna d'Italia, apprezzandolo a tal punto da richiederne una fornitura per i palazzi imperiali di Parigi.
Ancora l'Ormeasco della Valle Arroscia, figlio di terreni scistoso-calcarei e di particolari microclimi, poi Granaccia e il Syrah, base di interessanti prodotti di nuova generazione.
Orientarsi tra le etichette
In Liguria non vi sono vini D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e Garantita, mentre le D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata) sono:
Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà: Cinque comuni in provincia di La Spezia (sottozone: Costa de Campu, Costa da Posa, Costa de Sera);
Colli di Luni: Provincia di La Spezia e territori dei conuni di Fosdinovo,
Aulla e Podenza in provincia di Massa Carrara (Toscana);
Colline di Levanto: Comuni di Levanto, Bonassola, Framura e Deiva
Marina in provincia di La Spezia;
Golfo del Tigullio: territorio intorno al golfo omonimo in provincia di
Genova;
Pornassio e Ormeasco di Pornassio: alcuni comuni in provincia di
Imperia;
Riviera Ligure di Ponente: province di Savona, Imperia, e Genova (sottozone: Albenga o Albenganese, Finale Ligure o Finalese, Riviera dei Fiori);
Rossese di Dolceacqua: comune omonimo e altri in provincia di Imperia;
Val Polcevera: territori comunali di Genova, Sant'Olcese, Serra Riccò, Mignanego, Campomorone, Ceranesi e Mele (sottozona: Coronata);
Non solo vino
Tra i prodotti liguri D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) ci sono:
Basilico Genovese: versante tirrenico del territorio regionale.
Olio extravergine di Oliva Riviera Ligure: l'intero territorio regionale (sottozone: Riviera dei Fiori, Riviera di Levante, Riviera di Ponente Savonese).
Tra i prodotti I.G.P. (Indicazioni Geografiche Protette):
Acciughe sotto sale del Mar Ligure: province di Genova, Imperia, Savona e La spezia.
*Alfredo Pellegrini è fondatore e co-autore del blog Palatofine, le eccellenze del gusto. Video ricetta e articolo sono realizzati da Palatofine per La VOCE di New York.