Meglio Amalfi o Positano? La domanda è vecchia quanto la magnifica costiera che si estende, tra rocce a strapiombo e paesaggi unici, da Sorrento fino a Salerno. Non c’è un meglio o un peggio in questo paradiso per turisti e buongustai. Ogni piccolo paese ha un motivo per essere esplorato e gustato con quella calma che troppo spesso dimentichiamo. Qui, più che altrove, occorre tempo, ma servono anche buone gambe.
La Costiera è un paradiso fatto di scale che risuonano come tasti di un vecchio pianoforte, diceva lo scrittore Corrado Alvaro, un calabrese innamorato di queste rocce e di questo mare. La buona cucina è un orgoglio locale, una tradizione e una passione diffusa che dal secolo scorso continua a esprimere talenti, spesso cristallini, a volte celeberrimi: Alfonso Iaccarino e la sua famiglia a Sant’Agata sui Due Golfi, Gennaro Esposito a Vico Equense, ma anche sorprendenti giovani e quasi giovani in rapida ascesa. La terra e il mare, da queste parti, aiutano da sempre. Difficile trovare altrove i sapori e i profumi intensi di certi pomodori, delle erbe aromatiche, dei magnifici limoni che dalla Costiera raggiungono i migliori mercati internazionali.
Positano è una cascata di casette e stradine che da un ripido colle scendono fino al mare. Merita il viaggio, anche se tutto è caro e, per chi ama il buon cibo, non è facile trovare locali che mettano d’accordo prezzo e qualità. Zass e La Serra, con la loro stella Michelin, sono i ristoranti più blasonati. Raramente deludono, a differenza di tanti altri. Chi cerca un parcheggio economico o una spiaggia a prezzo ragionevole può accomodarsi altrove.

Il cuore ci porta ad Amalfi, alla magnificenza della sua cattedrale arabo-normanna, alla storia che pulsa nelle stradine e nelle memorie raccolte in alcuni piccoli e splendidi musei. Ci fu un periodo, tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo, in cui nell’intero Mediterraneo si navigava secondo le regole dettate dal codice marittimo amalfitano. Il mare è il vero dna di Amalfi. Da sempre è il senso della sua storia, del lavoro e dello svago e, ovviamente della sua cucina. Verdure, gustosi sughi di pesce, agrumi preziosi in tante preparazioni.
Dalla Gemma o al Marina Grande servono ancora la pezzogna, un raro e saporoso pesce bianco di fondale che ormai si trova solo da queste parti. Ma la cucina di Amalfi è un’eccellenza di vecchia data. La Caravella, centralissimo ristorante annidato in un palazzo quasi millenario, fu tra i primissimi stellati dell’Italia meridionale e dagli anni Sessanta in poi non ha mai smesso di mietere successi, ospitando plotoni di turisti stranieri. Soprattutto americani, perché l’amore tra gli Stati Uniti e la Costiera è una fortissima passione fin dai tempi di Gore Vidal, lo scrittore e drammaturgo che da queste parti visse per oltre trent’anni. La sua villa a Ravello, trasformata oggi in un elegante resort, si chiama Rondinaia. È un capolavoro architettonico degli anni Trenta.

Dopo la parentesi più cruenta del Covid, ad Amalfi gli americani stanno tornando. Gli apripista sono personaggi celebri: attori, intellettuali, miliardari dai nomi famosi e dai volti sconosciuti, stelle dello sport come Lebron James, sbarcato pochi giorni fa da un imponente yacht di 50 metri. A volte partono da New York o dalla Florida per venire a sposarsi in un giardino di limoni e buganvillee, o in una chiesa duecentesca, nascosta col suo splendido chiostro all’interno del Grand Hotel Convento, un gioiello del gruppo Nh, il migliore albergo di Amalfi. Una cena al chiaro di luna nell’elegante ristorante dell’hotel è un’esperienza indimenticabile. Il panorama, in una vicina lontananza, è un magico mosaico di luci, di silenzi e di brusii di un paese vivace e quasi insonne. Capri è dietro l’angolo, a un’oretta di mare, ma la sua mondanità glamour e i suoi eccessi sembrano lontanissimi.

Se si imbocca la strada verso Positano si arriva rapidamente a un altro ristorante d’eccellenza: il Glicine dell’Hotel Santa Caterina. Terrazza magnifica e ottimi piatti preparati da Beppe Stanzione, salernitano con solide esperienze italiane ed estere.

È chiaro, a questo punto, che una vacanza sulla Costiera comporta un rischio molto forte, oltre a quello di mettere a repentaglio la carta di credito: ingrassare due o tre chili in una settimana. Il rischio diventa certezza se si scoprono le straordinarie pasticcerie della zona: la storica insegna di Pansa, accanto alla cattedrale di Amalfi, e il rampante Sal De Riso a Maiori. Una loro specialità è la delizia al limone: pan di spagna nascosto in una mezza sfera meravigliosamente cremosa. Meglio non calcolarne le calorie.
Partendo in auto verso Salerno e Paestum c’è un altro piccolo mondo da scoprire, meno celebre della Costiera amalfitana ma molto interessante per chi ama il Sud e la sua buona tavola. Ne riparleremo.